Una storia su Melina

di | 10 de Dicembre, 2022

Togli la maschera!

Conoscevo Melina molto prima che diventasse la stronza di Vanessa; fu durante un evento tenuto da un noto e rinomato Dom della regione che mantenne un rapporto molto cordiale con tutti coloro che frequentavano questo universo e cercò anche di stabilire un rapporto con i Dommes per favorire possibili scambi di esperienze. Promosse questi incontri nella sua grande e lussuosa casa, sempre di notte, con tartine, aperitivi e qualche spettacolo promosso dai suoi cani da compagnia… e ne aveva tanti… e tutti molto belli, ancora nudi, con il collare. con il tuo nome incastonato in cristalli Swarovski su pelle nera.

Era la prima volta che Melina partecipava, nonostante avesse ricevuto diversi inviti; Appena entrato nel locale ha insistito per esibirsi in tutta la sua esuberanza; una bionda grassoccia con seni grossi e sodi, un culo opulento da tante sedute in palestra e un viso molto carino con labbra carnose, un nasino malizioso di chi si crede unico e un sorriso largo e altezzoso. Si muoveva facilmente per la stanza sapendo che tutti gli occhi intorno a lei erano puntati su di lei; salutò l’ospite, che le baciò la mano e lodò la sua bellezza. Apprezzava da lontano questa donna orgogliosa dalle forme scultoree… apprezzava e bramava!

Qualcosa mi diceva che il comportamento di Melina era più una facciata che nascondeva qualcosa che una Domme veramente autosufficiente e orgogliosa. Chiacchierai un po’ con il padrone di casa e siccome ero un po’ intimo con lui, gli confidai i miei sospetti su Melina; Mi ascoltò con la consueta attenzione e finì per guardarmi negli occhi e regalarmi un sorriso enigmatico.

-Tesoro, tutti abbiamo un lato oscuro- rispose con eleganza mentre il cameriere mi offriva un bicchiere di scotch- Alcuni non hanno problemi ad affrontare questo lato mentre altri preferiscono tenerlo nascosto da occhi indiscreti… e poi ci sono persone come Mélina!

-Come Melina? Perdonami ma non capisco! chiesi di nuovo, sperando che il padrone di casa non si irritasse per la mia insistenza.

-Invece di rispondere alla tua domanda, ti faccio un suggerimento- rispose con tono cortese e diretto- Melina è una di quelle persone che ha bisogno di ricevere un trattamento d’urto per riconoscere il suo volto nascosto e decidere se vuole liberarlo o seppelliscilo! Quindi? Saresti idoneo per la sfida?

Senza aspettare la mia risposta, l’ospite si allontanò quando arrivarono altri ospiti. Ho continuato a scrutare Melina da lontano, stando di tanto in tanto in piedi davanti a lei, in attesa di un segno che potessimo essere coinvolti in qualche modo. Alcuni Dominanti avevano un debole per godersi un Dominante maschio all’interno, anche se sembrava troppo poco ortodosso per il nostro ambiente; Io stesso ho avuto alcuni incontri piccanti con dominatrici affamate di cazzo nelle loro vagine e anche in altri buchi.

Con pazienza mi avvicinai a Melina finché non si presentò l’opportunità di parlare più da vicino; durante la nostra conversazione scoprii che Melina era dotata di intelligenza media, ma con poco coraggio; Era divertito dal mio sguardo sul suo corpo il cui vestito attillato e scollato rivelava cosa nascondeva.

Ci siamo scambiati i contatti e abbiamo deciso di organizzare un nuovo incontro per una conversazione più libera in un luogo meno frenetico; insieme, abbiamo assistito ad uno degli spettacoli dei cani del padrone di casa, che sfilavano nudi con le spine nella coda, uno un gatto e l’altro una volpe, e si leccavano incessantemente finché il padrone di casa non li colpiva con la sua cavalcatura. taglia loro la coda per renderli più saggi; ordinò a uno di loro di avvicinarsi a una lussureggiante e bellissima Domme nera pregandola di leccarle la vagina; La Domme guardò il suo ospite e sorrise.

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Aprì lentamente la gonna di pelle rivelando la sua delirante nudità; poi la dominatrice aprì un poco le gambe, proiettando il bacino in avanti mentre la cagna avvicinava la bocca alla vagina della dominatrice, cominciando a leccarla con enorme avidità. L’espressione estatica sul volto della Domme tradiva l’immenso piacere che travolgeva il suo corpo con orgasmi a flusso libero. “L’ospite può usare il cane come meglio crede… purché sia ​​in pubblico!” suggerì il conduttore. Gli occhi di Domme (che in seguito apprese il suo nome Vanessa) si illuminarono immediatamente in modo allarmante.

Senza perdere tempo si spogliò, prese tra le mani il guinzaglio del cane e lo condusse su una piccola pedana rialzata dove c’era una specie di barella affiancata da un sostegno da cui pendevano vari falli; Con il tipico gesto di una Dominatrice che sa cosa vuole, Vanessa ha preso tra le mani il dildo più grosso e se lo è fissato in vita; poi fece salire il cane sulla barella, sdraiato a pancia in giù e con le zampe divaricate a forma di “V”; Mentre spalmava l’attrezzo con un po’ di olio, la faccia del cane mostrava un misto di apprensione, paura ed eccitazione.

Tenendo strette le zampe del cane, Vanessa sbatté il dildo contro la sua temeraria fica, che si allargò per ricevere l’intruso; il cane ha emesso un grido isterico che ha commosso tutti coloro che guardavano lo spettacolo. Ignara delle lamentele del cane, Vanessa ha inserito il dildo in profondità, inserendolo dentro e fuori con colpi profondi e vigorosi; presto i gemiti della cagna si trasformarono in gemiti di piacere mentre assaporava il puro piacere di essere posseduta dalla Dominatrice.

E l’atmosfera si fece ancora più tesa quando Vanessa tirò fuori il dildo e iniziò a strofinarlo contro il sigillo anale della cagna che si disperava immaginandosi messa alle strette da quell’enorme congegno; Vanessa interruppe le sue molestie guardando il suo ospite come se aspettasse il suo permesso. “Mia signora, ti ho dato il mio cane… usalo con tua completa soddisfazione! disse con tono pacato e convinto. Vanessa lo stuzzicava e spingeva forte fino a spezzare la resistenza del minuscolo orifizio.

Ancora una volta la cagna urlò di follia quando sentì il bruto strapparle le pieghe muovendosi verso l’interno senza pietà o pietà. L’atmosfera si riempì di lacrime, gemiti e gemiti che contaminarono tutti coloro i cui sguardi ansiosi denunciavano l’enorme piacere che traevano dal lavoro del cane. Vanessa si spinge sempre con mosse energiche e piene di sentimento, mettendo in scena uno spettacolo degno della sua fama; faceva freddo solo quando il sudore le colava lungo le tempie e dopo due spinte più profonde tirò fuori il dildo sentendosi soddisfatta; tutti applaudirono lo spettacolo e il padrone di casa si incaricò di condurre i suoi cani fuori dal recinto mentre i camerieri riprendevano il servizio con bibite e stuzzichini.

Prima di andarsene, Melina mi si è avvicinata e mi ha dato un bacio sulla guancia. “Questa settimana voglio rivederti per una conversazione più riservata e intima! mi sussurrò all’orecchio prima di allontanarsi. Ammetto che non vedevo l’ora di questa riunione che, fortunatamente per me, non ha tardato a concretizzarsi.

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Fissammo un incontro pomeridiano in un bar che conoscevamo entrambi. Quando sono arrivata, ho trovato Melina vestita con un micro abito che nascondeva a malapena la carne del suo sedere formoso, mettendo in mostra le sue cosce formose e la scollatura intrigante; Abbiamo preso un tavolo e abbiamo bevuto per un po’ finché non ho deciso di fare il primo passo. “Dimmi… anche a Domme piace qualcosa di più ortodosso a letto?”

-Certo… ma dipende dalla coppia! – Che cosa ? lei rispose con una punta di malizia nella sua voce vellutata.

“Allora perché non andiamo a casa mia e ci godiamo questo qualcosa?” – Che cosa ? chiesi mentre mi avvicinavo a lei.

-In casa sua? Hmm forse! “Nella tua macchina o nella mia?” rispose, fingendo indifferenza.

Eravamo appena entrati in casa mia quando spinsi Melina contro il muro, stringendola con il mio corpo mentre le mordicchiavo le labbra, il lobo e il collo facendola gemere. “Ahi! Non mordermi, pervertito! Siamo due dominatrici adulte e…” iniziò a piagnucolare, che fu interrotto da me che gli stringevo il collo con una mano, schiaffeggiandogli la faccia finché non divenne rossa e la sua faccia si voltò rosso.livido.

– STAI ZITTA, CAGNA! – ringhiai abbracciando ancora un po’ il collo del cane – Non sei affatto una Domme! Sei solo una stronza che ha bisogno di una bella lezione!

Melina ha cercato in tutti i modi di liberarsi di me, ma non ha avuto la forza di farlo; Le tenni stretto il collo mentre le toglievo il vestito e le mutandine, lasciandola completamente nuda davanti a me; Cominciai a morderle l’orecchio ei capezzoli ea schiaffeggiarle i seni finché anche loro diventarono rossastri; Fu allora che vidi le lacrime sgorgare agli angoli dei suoi occhi. “GUARDA QUI, PUTTANA! SE PIANGI SOFFRI DI PIU'” gemetti ancora mentre inserivo tre dita nella sua figa già bagnata e calda.

Tenendola per le braccia e continuando a stringerle il collo, ho condotto Melina al divano dove l’ho buttata qualche brutalità; poi ho afferrato un guinzaglio e gliel’ho lanciato. “Ecco! Mettiti questo collare adesso se non vuoi essere punito!”, chiesi minaccioso.

-Aspettare! Parliamo, disse implorante, sono una Domme e non posso essere umiliata così e… Oh! Cos’è?

– È la tua punizione se non ti metti subito quella collana! – risposi agitando la frusta a sette punte che avevo in mano – Lo strumento lo conosci, vero? Quindi obbedisci!

Deglutendo lacrime e singhiozzi, Melina indossò la collana e si inginocchiò sul pavimento accanto al divano. Ho deriso e mi sono tolto i vestiti; Andai alla cassettiera e tolsi da uno dei suoi cassetti un lucido tappo d’acciaio che era allarmantemente grande. “Adesso girati e mettiti a quattro zampe… ti spacco il culo!” dissi, ancora minaccioso.

-No, non quello! Per favore! – implorò, singhiozzando copiosamente – Questa è una grande umiliazione!

-L’umiliazione che merita una puttana come te! – risposi ironicamente – Se non obbedisci, lo faccio per forza! Rendendosi conto della gravità della situazione in cui si trovava, Melina si arrese, torcendo il suo corpo e spingendo il suo culo succoso.

Ho massaggiato l’orifizio e poi ci ho sputato sopra, toccandolo molto profondamente finché non mi è sembrato giusto per la punizione; Ho spazzolato l’area e ho posato lo strumento in un lampo sentendo il cane strillare e dimenarsi. Ho guardato la base del tappo e mi sono goduto il cristallo viola che lo adornava, facendo strisciare il cane a quattro zampe, muovendo le natiche; Melina obbedì e strisciò attraverso la stanza finché non la raggiunsi, legandole un guinzaglio al collare.

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L’ho portata in camera da letto e le ho detto di sdraiarsi sul letto con le gambe alzate; Le strofinai la figa con la mano e la schiaffeggiai più volte che la fece gemere di desiderio. “Adoro farmi sculacciare la figa, non mi stai prendendo in giro?” Risposta! chiesi continuando con la punizione. Mi ha guardato in modo osceno e ha annuito. – Risposta! chiesi riprendendo la frusta e strofinandomela sullo stomaco.

– Sì sì sì! Adoro essere sculacciato nella figa! “Ma… ti prego… non la frusta!” No! Oh! Oh! Fa male! …

– Chiedi alla tua Dom di smetterla, supplica – ringhiai mentre le sculacciavo la figa che già mostrava segni di rossore – Supplica e dimmi che sei la mia puttana…, DILLO! E MOLTO ALTO!

– Io… io… io sono la tua puttana! TUTTO TUO! “Giusto!” esclamò, arrendendosi una volta per tutte.

Poi ho preso un cappuccio per il pene con smussi rigidi e una grossa e spessa protesi in silicone; Sono andato da lei e ho staccato la spina provocando un momentaneo sollievo. “Cosa ve ne farete?” chiese disperatamente. L’ho guardata con un sorriso prima di rispondere.

-Voi? No! chiamami signore! – dissi sgarbatamente – Ti metto questa protesi nel culo mentre ti riempio la figa con il mio cazzo!

Le ho attaccato un’asta alle caviglie in modo che le sue gambe non si bloccassero e le ho sollevate, inserendo la protesi nel suo buco del culo già coperto; urlò… e urlò ancora di più mentre entravo nella sua fica che si allargava dolorosamente. Melina urlava e gemeva mentre batteva i suoi buchi senza pietà. “DICE CHE SONO IL TUO SIGNORE!” CHE SEI IL MIO CANE E CHE MI SERVI SEMPRE QUANDO VOGLIO! DIRE, cagna! CHIAMATE IN USCITA! ruggii, senza perdere il ritmo dei colpi e il suo corpo.

-SÌ! IL SIGNORE È IL MIO PROPRIETARIO! IO SONO LA TUA CAGNA – urlava follemente – QUANDO IL SIGNORE VUOLE, SERVIRÒ IL MIO DOM!

Sentendomi soddisfatto, ho continuato a martellare e godermi la cagna che eiaculava da tutti i suoi buchi, gemendo, urlando e pregandomi di non smettere di punirla. Raggiungo l’orgasmo venendo dentro Melina e lasciandola prostrata sul letto; ma dovevo ancora assicurarmi della sua redenzione. Recuperai la frusta che avevo in mano e la girai sul letto, dandole un susseguirsi di frustate alle natiche e poi feci lo stesso ai suoi seni, ascoltandola per tutto il tempo gemere e urlare. Ero soddisfatta e l’ho portata in bagno dove le ho permesso di fare il bagno e poi di vestirsi.

-Non ti azzardare a farlo – l’ho avvertito quando ha provato a togliersi la collana – La porterai con te così ti ricorderai chi si prende cura di te… hai capito?

-Oui, monseigneur, j’ai compris – répondit-elle la tête baissée – Mais, je dois te demander quelque chose : Ne dis à personne que tu m’as soumis, s’il te plaît…, c’est juste tra di noi. viso e annuì, lasciandola andare.

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