sveltina nel magazzino dell’ospedale

di | 14 de Gennaio, 2023

Questa storia contiene eventi reali, quindi uso sempre nomi fittizi. Come al solito, uso il nome in codice Paulo.

Beh, mi chiamo Paulo, sono un medico e lavoro in un ospedale di San Paolo. A quel tempo aveva 43 anni, sposato, padre di 3 figli, un uomo integro che si prendeva cura della sua famiglia. Mia moglie era gelosa, forse perché nonostante l’età avevo un corpo atletico da far invidia ai ventenni.

È successo tutto durante un lungo turno di ferie. C’è stata una flessione, sembrava che le persone non si ammalassero nei fine settimana lunghi.

Erano circa le 3 del mattino in ospedale, c’erano poche persone in quel momento, molti dottori dormivano nel bagno, stavo girando per l’ospedale quando l’ho trovata, “Dra Andressa”

La bionda Andressa, quella che chiamiamo finta magra, seno grosso, natiche sode e rotonde, vita sottile e sorriso lascivo, Dessa come la chiamava era la dottoressa più ricercata di questo ospedale.

– Insonnia ? le chiesi quando la vidi.

– Non mi piace dormire durante il turno.

La bionda era davvero iperattiva, forse per la quantità di caffeina che ingeriva durante i turni.

– Che ne dici di un caffè?

La mattina presto era tranquilla, quindi siamo andati alla mensa all’interno dell’ospedale che era aperta tutta la notte.

– Due espressi, per favore.

Lì siamo rimasti a parlare di casi clinici, di pazienti fino ad arrivare al matrimonio.

Ho parlato della mia moglie gelosa e lei ha detto che era brava, che non era gelosa di suo marito ma che faceva quello che voleva.

– Tipo cosa? – chiesi alla bionda – Se vuoi uscire con un ragazzo, esci e basta? – Ho completato.

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– Sì! – Disse passandomi la punta del piede tra le gambe.

Sputai il caffè e me lo portai alla bocca, lei rise. Non mi aspettavo questo atteggiamento, ma Dessa ha continuato sotto il tavolo finché il suo piede ha raggiunto il mio cazzo, che ha risposto con un’erezione.

– Pagheremo il conto?

– Aspetta, tedesco, ci penserò dopo! Ho detto al proprietario della mensa.

Era ancora eccitato mentre accompagnava Dessa attraverso i corridoi dell’ospedale fino all’armadietto dei medicinali, che fortunatamente era aperto.

– Venire! – Disse spingendomi verso il magazzino appoggiandomi alla porta.

Le nostre labbra si sono incontrate in un bacio rovente e malizioso mentre lei non ha perso tempo a passarmi la mano sulla patta per esporre il mio cazzo.

– Lascia che il mio desiderio uccida. – disse inginocchiandosi e afferrandomi il cazzo.

Andressa succhiava le lenticchie, facendo scorrere la lingua intorno alla testolina, facendomi dimenare dal desiderio.

– Hmmmm… Dannazione!

Le sue morbide labbra passavano magistralmente sul glande rendendomi sempre più pazza ed eccitata. Cercò di non emettere un suono, ma quando la sua bocca inghiottì solo la piccola testa, emise un gemito caldo e rauco.

– Merda! Voglio scoparti ovunque!

Prima che finissi di parlare, era già nuda di fronte a me, i suoi enormi seni sfidavano la gravità. Merda, erano naturali e succosi, non ce la facevo e ho iniziato a succhiarli mentre il mio cazzo si strofinava contro la sua figa.

Poteva sentire la sua figa bagnata che prendeva la sua mano lungo la strada facendo scivolare il dito indice facendola gemere forte.

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– Voglio sentirti! – Mi sussurrò all’orecchio, guidando il mio cazzo verso la sua bagnata intimità.

La bionda si è appoggiata al muro o ha avvolto le gambe intorno alla mia vita tenendomi il collo mentre abbassava il suo corpo finché il mio cazzo non era completamente dentro la sua figa.

Mi aggrappai alle sue cosce mentre le entravo lentamente mentre mi succhiava il collo come un vampiro affamato.

– Sei molto sexy! Ti riempirò di sperma!

– Stai zitto e vaffanculo! – disse mordendomi il lobo dell’orecchio sinistro.

Una scatola di fiale cadde mentre Dessa cercava di mettere una mano sullo scaffale, ma finora, merda.

Mi sono arrapato sperando che nessuno la sentisse gemere finché non ho sentito il mio cazzo pulsare.

– Venire! Merda. – disse quando sentì la contrazione della sua figa stringere il mio cazzo.

– Mi divertirò!

Andressa mi ha morso e succhiato l’orecchio. L’erezione è diventata sempre più grande finché non ho sentito il mio cazzo pulsare.

– Sto arrivando! Io… Enjoyrrr!

– Hmm… merda…

Ho sentito dei passi provenire dal corridoio, era Doña Eliana, l’impiegata ospedaliera più anziana che si occupava del magazzino, e veniva verso di noi.

-Baciami il culo!

– Stai calmo e vicino a me, non dirai niente. – disse, cercando di calmare il biondo.

– Parlo di fiale rotte e morfina! Come lo giustificheremo?

– Dannazione!

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