Sveltina in ufficio – Storie erotiche

di | 2 de Aprile, 2024

Mi sono guardata allo specchio dopo la doccia e sono rimasta incuriosita dal riflesso del mio corpo nudo, quelle spalle larghe accompagnate da un seno piccolo e un sedere grosso. Sembrava delicata mentre indossava l’uniforme per un’altra estenuante giornata di lavoro.
Quando arriva al lavoro, assume il ruolo di segretaria, organizzando riunioni e fissando appuntamenti per il suo padrone. Non commettere errori, Murilo non era solo proprietario dell’azienda ma anche Esperança, la sua segretaria, cosa che avevano tenuto segreta per molto tempo.
-Signore, ecco il foglio di calcolo dei valori da lei richiesti.

Dopo noiosi minuti:
– Ti sbagli, stronza! Sei così stupido che non sai nemmeno come creare correttamente un foglio di calcolo.
Lo sguardo arrabbiato negli occhi del suo proprietario la spaventava, sembrava un lupo feroce e affamato e Cappuccetto Rosso era indifeso.
– Inginocchiati, cane.

Era nuda e inginocchiata davanti all’ufficio del suo capo, in attesa della punizione che meritava per una tale trasgressione.
La sensazione della mano di Murilo tra i suoi capelli la fece rabbrividire. “Adoro i peli del mio cane.”
Con attenzione, toglie la mano dai capelli lisci e prende un righello di legno dalla scrivania… Il primo righello sul sedere la fece allertare. Ci furono molti colpi, non riuscì a nascondere le sue urla, il suo corpo era in fiamme, ardeva di desiderio e lussuria.

-La puttana è in calore, eh?
Non sapeva nemmeno come rispondere, faceva vibrare le pulsazioni del suo padrone, desiderava disperatamente che lui la possedesse e la divorasse.
-Mettiti a carponi sul mio tavolo.
Lei obbedì e si impennò violentemente. Murilo si sbottonò i pantaloni e tirò fuori il cazzo da far succhiare al suo cagnolino… E lei lo succhiò all’impazzata, succhiandolo da tutte le parti, giocando con la testa e leccandolo senza vergogna. Poteva già assaporare lo sperma in bocca, ma la sua dominante stava venendo lì sul pavimento, un fiume di sperma che si formava sul pavimento dell’ufficio.
-Voglio leccare tutto quel latte di cane.

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Si appoggiò a terra e leccò tutto il fiume, sentendone il sapore amaro in bocca.
Già esausta e sempre più arrapata, sembrava una vera puttana di bordello, dimenticando la sua timidezza e modestia, la lubrificazione che le scorreva lungo le gambe, tornò al tavolo del capo e sporse il culo aspettando il cazzo del direttore.
Ha commesso un terribile errore, ha tirato fuori un pennello da cancelleria e se lo è infilato nell’ano: -Ainnnn!
Mentre muoveva questo spazzolino ha toccato la figa bagnata della sua segretaria, le sue dita grondavano tanto lubrificante, il suo cane gemeva e urlava e quasi venne quando ricevette un fortissimo schiaffo sul sedere.
Frustrata ed arrapata, voleva solo dare piacere al suo proprietario e lui conosceva molto bene il suo bisogno di raggiungere l’orgasmo.

– Puoi toccarti davanti a me, piccola puttana!
E senza battere ciglio, ha infilato le dita nella sua figa bagnata, ha suonato una siririca e si è presentata molto velocemente e deliziosamente davanti al suo padrone.
– Preparati in fretta, stronza, torna al lavoro. »Disse vestendosi e riordinando il suo laboratorio per tornare al lavoro.

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