Sueli Rabuda – Racconti erotici

di | 10 de Luglio, 2023

Mi chiamo Sueli, giapponese, magra, lunghi capelli neri e un gran culo. Quando avevo 21 anni, vivevo all’interno di Mg e avevo una reputazione da stronza nella mia città, gli uomini mi chiamavano japa rabuda a causa del mio grosso sedere vivace e del mio culo rotto.
Mi è arrivato l’invito per fine anno su un’altalena che era in una fattoria, ero stata una volta a questa festa e sapevo che era una cazzata, era una festa a porte chiuse e poteva entrare solo chi aveva l’invito.
Quando sono entrato nell’altalena, la festa era già iniziata, le donne stavano ballando intorno alla piscina in bikini con string o fly, mi sono messo la patta. e sentivo nuda la piccola mosca che copriva a malapena i capezzoli e la parte anteriore della figa, la parte posteriore era nuda.
Ho continuato a camminare e ho cercato uomini che mi offrissero da bere intorno alla piscina che stava già diventando troia, le donne avevano il seno scoperto e gli uomini portavano le donne fuori a mangiare nei boschi. Ho trovato un vecchio che beveva una bottiglia di tequila.
Lo schiaffo sessuale mi ha lasciato nudo da dietro, mi sono avvicinato a lui e gli ho voltato le spalle ballando e contorcendomi in modo che potesse vedere da dietro la mia figa aperta e il mio grosso culo. Il vecchio mi prende da dietro e strofina il suo cazzo nella mia figa e dice: Apri il culo ahah. Mi apro il culo con le mani e il vecchio mi mette la testa del suo cazzo nel culo, io lo giro, mi prende da dietro e mi strofina il cazzo nella figa e dice: Apri il culo hapa. Mi apro il culo con le mani e il vecchio mi mette la testa del cazzo nel culo, io pomicio con lui che mi mette la testa dentro e fuori dal culo.

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Il vecchio mi tira dicendo – Siediti qui al caldo, io mi siedo sulle sue ginocchia, tirami le tette e gli lascio fare quello che vuole di me. Bevo molto con il vecchio che mi succhia le tette e strofina il suo cazzo nella mia figa.
Mi porta in un angolo buio, mi toglie il merluzzo dalla figa e mi lascia nudo e mi succhia le tette, appare un ragazzo con il suo cazzo, il vecchio dice – È mio amico e ti mangerà anche lui e dice – Piegati sopra hapa. Mi chino con il culo spalancato, il vecchio mi infila il cazzo nel culo e mi scopa forte, l’amico che mi stringe le tette dice: Japa questo è caldo. Il vecchio mi riempie il culo di sperma e dice al suo amico – Mangia il culo a quella cagna. L’amico mi incula fino a venire. Mi tolgo la patta e vado in soggiorno. Quando entro e comincio a camminare lungo il corridoio buio c’è la prostituzione, donne in perizoma e seni nudi che ballano in mezzo agli uomini, entro in un cerchio di quattro uomini che ballano e ondeggiano con i seni scoperti e la piccola troietta in lei figa.

I quattro fanno un cerchio stretto intorno a me, io bevo e mescolo con molte mani entrando in mezzo alle mie gambe, toccandomi la figa e il culo.
Mi strofinano, mi succhiano le tette, c’erano così tante dita che entravano e uscivano dal mio buco del culo e dalla mia figa che il merluzzo cadeva continuamente, dovevo continuare a tenere il merluzzo nella mia figa per non spogliarmi.
Dicono: mangiamo quella cagna. Mi portano fuori in mezzo alla montagna, mi lasciano nudo e mi dicono – Mettiti a quattro zampe japa. Mi sono sdraiato a quattro zampe tra i cespugli con le gambe divaricate, si sono messi in fila per mangiarmi, uno alla volta fottendomi. I quattro mi hanno sbattuto il cazzo nella fica e nel culo diverse volte.

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Torno e molte persone se ne vanno, provo a guidare e non ci riesco.
Sono stanco e investito, vedo un vecchio camion parcheggiato con un uomo di colore al volante e spiego la mia situazione.
Il nero continua a fissare questo merluzzo che le copre a malapena i capezzoli e la figa e con il culo che sporge, chiede – Devi essere una di quelle troie da festa, ne japa? Parlo – lo sono. Ha detto: sali sul camion e ti porto io. Il ragazzo mi sta dando un passaggio in un vecchio camioncino sporco quando si ferma sul ciglio della strada e dice: Togliti il ​​culo e mi mangerò quello stronzo giapponese. Mi lamento e mi minaccio – Se non me ne frega quel culo, ti picchio e ti lascio qui, puttana.
Giro il culo e lui mi sbatte il cazzo dentro fino a venire. torno a casa tutto rubato;

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