Storia erotica semplice: padre e figlia nell’oscurità.

di | 3 de Dicembre, 2023

Una camicia da notte corta trasparente. Era tarda notte e mi stavo già preparando per andare a letto. Trasmettono un film in televisione e una ninfa bionda è accasciata sul divano. La camicia da notte mi copriva a malapena le gambe, le mie mutandine erano visibili e i capezzoli sul mio petto facevano capolino attraverso il tessuto della camicia da notte.

Una giovane donna di 1,60 metri, con i capelli biondi e il sorriso di una ragazza colta. 98 con i fianchi che si muovevano per casa in camicia da notte che insisteva per salire e mostrare parte del mio sedere. Il perizoma è scomparso nel mio sedere ed era normale che alcune persone mi fissassero.

Mi giravo e rigiravo sul divano, con il controller in mano e il culo fuori. La trasparenza della maglia non nascondeva più nulla. Sdraiato a faccia in giù con il culo in aria, ben visibile, potevi vedere chiaramente le mie mutandine sepolte nel mio culo.

Quella notte ha piovuto molto e dopo qualche temporale è andata via la corrente…

Ciao, mi chiamo Bunny, lavoro come Cam Girl, sono nuova e la storia di oggi è stata una richiesta speciale da parte di un lettore. Ho creato un Instagram per i lettori @bunnyblond7 e lì pubblico sempre foto e video delle storie. Pubblicherò alcune foto con la camicia da notte rosa trasparente sdraiata sul divano per aiutarti con la tua immaginazione.

Ti sei seduto accanto a me e sei venuto ad abbracciarmi. In quel momento il rumore della pioggia e del tuono riempì la stanza. Solo io e te in casa, cercando di stare al caldo seduti sul divano

La mia camicia da notte rosa non copriva la metà delle mie cosce, lasciando le gambe scoperte e il freddo che mi faceva rabbrividire. Indossavi pantaloncini larghi e una vecchia maglietta di casa. Il suo abbraccio mi ha accolto e mi sono appoggiato sulla sua spalla.

Il tuo respiro caldo nel mio orecchio, il freddo sulle mie gambe e le tue braccia intorno alla mia vita. È passata più di un’ora al buio e la batteria del mio cellulare è scarica.

Mi sdraio e mi sistemo sulle sue ginocchia. Mi hai accarezzato la spalla e mi hai accarezzato il braccio. L’oscurità non ci permetteva di vederci bene, solo sagome, solo il tocco della nostra pelle. Mi hai dato un bacio sulla testa.

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Ho sorriso, ma non potevi vedermi…

La mia mano le circondò la vita e scese lungo il suo stomaco. Hai continuato ad accarezzarmi e ad accarezzarmi il braccio. Balzai in piedi e mi sedetti sulle sue ginocchia e tra le sue braccia. Volevo tenerti compagnia, tu volevi accarezzarmi. Entrambi volevamo riscaldarci…

Non so se fosse l’effetto del freddo, del buio o del tuono che cadeva fuori. Ma è stato come se un fulmine mi avesse colpito allo stomaco, sentendo il rigonfiamento nei suoi pantaloncini pungermi il sedere seduto sulle sue ginocchia. Non abbiamo detto niente, abbiamo solo toccato e abbracciato quel divano.

Ho alzato il viso e ti ho baciato sulla guancia. Siamo rimasti lì a guardarci senza vederci e ci siamo davvero baciati. La sua mano, che mi accarezzava il braccio, scese fino alle mie gambe. Scivola sulle mie cosce e stringi forte con la voglia di farlo a lungo.

Lasciamo che i nostri corpi governino le nostre menti per sempre….

Mi sono voltato e mi sono seduto di fronte a te, con le ginocchia sul divano e le gambe divaricate tra la tua vita. Le mie braccia attorno al tuo collo e la mia bocca che bacia la tua. Tu mi hai abbracciato, tenendomi per i fianchi e mettendo le mani sul mio sedere.

Quella presa ferma, sicura, sicura. Uccidere la voglia di vedermi sempre in giro per casa in camicia da notte.

Non volevo sapere se eri mio padre, non volevo sapere se mi sbagliavo, volevo solo sentire il volume duro incastrato tra le mie gambe. Mi sono sistemata e mi sono rotolata sulle sue ginocchia, baciandola e strofinando le mie mutandine contro la sua vita.

Mi hai abbracciato forte e mi hai stretto il sedere. La sua mano afferrò il lato delle mie mutandine e me le fece scendere lungo la gamba. Le mie ginocchia erano appoggiate sul divano, costringendomi a flettere le cosce e ad alzarmi, lasciando che le mutandine scivolassero giù fino alle caviglie.

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Rannicchiata, avvinghiata, senza mutandine, mi sono rotolata sulle sue ginocchia, con la figa in fiamme, sfregandomi contro il volume dei suoi pantaloncini. Mi hai tenuto per le spalle, abbassando le spalline della camicia. Gli ho baciato il collo e ho allungato la mia piccola mano per stringergli il cazzo attraverso i pantaloncini.

Hai sentito la mia presa e mi hai gemito all’orecchio…

Le mie tette fuori, la tua mano sulle mie spalle, la mia figa sulle tue ginocchia, la mia bocca sul tuo collo. A quel punto il freddo era già scomparso ed era difficile sapere chi sentisse più fuoco su quel divano.

Con un movimento rapido, ti ho abbassato i pantaloncini e tu sei saltata sul divano, aiutandoti subito a scendere. Il cazzo duro balzò in piedi, mi colpì la coscia e mi sfiorò l’interno della gamba.

Ero ancora inginocchiata sul divano, con le gambe piegate, quasi accovacciata davanti a lui, e con la mia piccola mano stringevo il cazzo che gli spuntava dai pantaloncini. Ho iniziato ad adattarmi, muovendomi su e giù con la mia piccola mano su di lui, integrando e rilasciando il mio corpo.

In quel momento fuori ci fu un tuono…

Hai avvolto le tue mani intorno alla mia schiena, la tua bocca ha baciato, morso e succhiato i capezzoli dei miei seni, la mia figa ha coperto la punta del tuo cazzo e io ho lasciato andare il mio corpo per cadere e sedermi sulle tue ginocchia.

Un altro temporale in queste ore….

Con le braccia attorno al suo collo e le ginocchia sul divano, ho utilizzato questi due punti di appoggio per muovermi su e giù, sedendomi sul piccione e rimbalzando sul gallo al buio. Accovacciata, seduta sulle sue ginocchia, ho cavalcato il cazzo duro di mio padre. Stavi tremando e ringhiando nel mio orecchio.

Annnnffffffff

Tutto è tornato…

Il divano colpì il muro, la sua bocca mi morse il seno, io mi mossi su e giù sul suo cazzo ed i miei gemiti sornioni ruppero il silenzio di quella notte piovosa.

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“Ainnnnn ainnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnn

Sono andato su e giù, su e giù, su e giù. Rimbalza sul cazzo e rotola con tutto dentro. Il divano si è scontrato con il muro, cosa che deve aver attirato l’attenzione dei vicini. Il rumore dei temporali era l’unica cosa che poteva salvarci in quel momento.

Ma a chi importa ? Volevo solo cavalcare su e giù su quel cazzo caldo. Seduto sul palo, con una mano maliziosa che mi stringe il lato sinistro del sedere e una bocca affamata che inghiotte il mio seno destro.

“Aiiinnnn ainnnnnn fanculouuuuoonnnnnnn”

Non abbiamo detto nulla quella notte, abbiamo semplicemente seguito il nostro istinto e lasciato che i nostri corpi prendessero il controllo delle nostre azioni. Era l’emozione di una lunga attesa a riempirci la testa. Sedermi sul palo non era niente in confronto a tante cose che volevo fare.

Mi sono seduto, ho rimbalzato, ho saltato… sono andato su e giù sul suo cazzo, mordendogli l’orecchio e conficcandogli le unghie nella schiena. Stavo per venire, e anche tu…

Un sedile più forte, una svolta più lenta, un gemito più subdolo. Sono venuto e anche tu. Eravamo rannicchiati insieme, silenziosi, senza fiato e insignificanti. Ritrovare il respiro e la forza nelle gambe.

La luce è tornata…

Senza dire nulla mi sono alzata, ho abbassato la camicia da notte, ho raccolto le mutandine da terra e sono andata in bagno a farmi una doccia. Ti sei seduto sul divano guardandomi andarmene.

Non parliamo mai più di questo argomento, ma ogni notte aspetto che manchi di nuovo la corrente…

Spero che le storie ti siano piaciute, qualsiasi idea per le storie invia semplicemente un messaggio ai miei contatti. E a chi vuole nudi e video, li manderò anche a loro.

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*Pubblicato da conigliobiondo sul sito climaxcontoseroticos.com il 23/02/23.

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