Storia di gruppo erotica – Scopata in parrocchia

di | 18 de Novembre, 2023

Non sono mai stato religioso, ma quando mi invitano ad una cerimonia particolare, in qualunque chiesa o religione, ci vado, anche per cortesia. E così, mentre assistevo ad un battesimo nella chiesa parrocchiale principale di un paese dove ho vissuto per due anni, ho conosciuto la Beata Dora, assistente del parroco. Era una donna grande e robusta, con un viso serio, un abbigliamento molto discreto, i capelli sempre raccolti e un velo nero trasparente. Aiutava nelle letture della messa ed era molto rispettata dai parrocchiani come “un esempio di dedizione religiosa”. Quasi un santo!

Al termine del battesimo mi sono stati presentati il ​​parroco, padre Marcos, e Doña Dora. Mi ha stretto la mano dolcemente e ha detto “molto carino” quasi sottovoce e con un sorriso sottilissimo, quasi impercettibile, ma enigmatico, diciamo, come quello della Gioconda, nel famoso dipinto di Leonardo da Vinci. In quel momento ho cominciato a diffidare di questa santità.

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Come quando lavoravo nelle Comunicazioni, quando me ne sono andato, padre Marcos mi ha chiesto di passare la settimana con lui nell’ufficio della chiesa. Il religioso desiderava essere informato su una campagna di beneficenza che la parrocchia avrebbe portato avanti in occasione dei festeggiamenti del santo patrono della città. Accettai e presi appuntamento per mercoledì mattina.

Ebbene, nel giorno e nell’ora fissati mi trovavo lì, nella stanza del parroco, che trovai aperta e vi entrai direttamente, senza bussare. Già nel piccolo ufficio ho applaudito, ho chiamato il prete, ma non ha avuto risposta. Poi ho deciso di andare oltre e ho scoperto un altro ufficio, con un cartello sulla porta che diceva “Amministrazione”. Senza toccare ho spinto e cosa ho visto?

La beata Dora, seminuda, solo in mutandine e reggiseno, che rivela un corpo desiderabile, con il viso sepolto tra le gambe di una giovane donna, il cui nome seppi poi era Eva, 19 anni, novizia del vicino convento. città. La ragazza, anche lei molto calda, con gli occhi chiusi e accarezzandosi la punta dei propri seni, si contorceva con la bocca della donna sulla sua figa, gemendo piano, respirando irregolarmente e dicendo “delizioso, sorella Dora, delizioso, oh!” delizioso.

Quando la porta si aprì rimasero entrambi sorpresi. Dora saltò giù dal divano dove stava succhiando la giovane donna. Eva si coprì come poté con il vestito e il velo e cercò di nascondersi dietro i mobili. Ed eccomi lì, con la bocca aperta, a parlare sottovoce, a scusarmi in ogni modo: “Mi dispiace”, “Mi dispiace”, “Sono stato disattento”, “Avrei dovuto picchiarti”. . E stavo andando via, camminando all’indietro, quando la beata Dora riuscì a parlare. “Calmati, entra e chiudi la porta, siediti qui”, indicando il divano su cui era seduto.

“Non preoccuparti, il prete doveva andare nella capitale e si è dimenticato di dirmi che saresti venuta oggi, ma va tutto bene”, ha detto, chiamando la novizia: “Vai da lì, Eva, amica, sicuramente non. rifiuterà di accettare il nostro invito a partecipare al nostro intrattenimento. Dopo queste parole mi sono ripresa lentamente, ho bevuto un bicchiere d’acqua e sono tornata in me: la felicità di Dora era solo di facciata, le piacevano davvero i bei cani, ma questo non coinvolgeva la gente del paese.

Finiti gli applausi i due si ripresero e Doña Dora mi disse: “Vieni nel pomeriggio, penso che padre Marcos dormirà nella capitale, poi potremo divertirci in tutta tranquillità”. Anche la sorellina Eva stasera dormirà fuori dal convento. Non è vero, Eva? La novizia, ancora un po’ imbarazzata, annuì con un sorriso malizioso sulle labbra. “Ma guarda: la bocca di un granchio. Non hai visto niente qui, ok? Ovviamente è stato bello. E molto buono!

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Nel tardo pomeriggio, verso le 18,30, mi sono recato all’ufficio parrocchiale, dove Dora mi stava già aspettando. Mi ha fatto entrare, ha messo la chiave nella porta e ha spento la luce. Andammo velocemente nella sala amministrazione, dove Eva, sul divano, con gli occhi chiusi, stava già suonando una siririca, sdraiata sul grande divano che, come scoprii poi, era pieghevole e incassato nel muro. .

Poi Dora si spoglia e ricomincia da dove aveva interrotto la mattina: in camera da letto, comincia a succhiare il novizio, che si scioglie in gemiti con la lingua del beato sul suo cazzo. A mia volta mi sono tolto i pantaloni e ho spinto il mio cazzo nella figa di Dora, che ha emesso un bellissimo gemito e ha detto: “oh, mi manca un cazzo, scopami, soddisfa la mia voglia, voglio tanto venire nella tua”. Pizzica mentre succhio quella figa.La figa di Beata era grande, voluminosa, era un piacere entrarci, soprattutto perché era calda e stretta, perché era da molto tempo senza un cazzo duro.

Era così “affamato di cazzo”, come disse più tardi, che non gli ci volle molto per venire. Non ho passato nemmeno dieci minuti a pompare, quando ha preso la bocca tra le gambe di Eva ed ha emesso un forte gemito scuotendola dalla testa ai piedi, ho continuato a pompare più forte e più velocemente e lei ha raggiunto l’orgasmo di nuovo, quasi cadendo dal divano, mezza fuori . di respiro. “Merda,” ha esclamato, “è da un po’ che non ho più orgasmi contemporaneamente,” ha detto, chiudendo gli occhi, inerte, sul divano accanto a me.

Eva, vedendo che il mio cazzo era ancora duro, non ha perso tempo, come se avesse fame di cazzo, si è inginocchiata davanti a me, mi ha stretto le gambe ed è caduta sul mio cazzo. Ho succhiato forte, come se volessi tirarlo fuori e deglutire, ho succhiato forte, ho succhiato, ho stretto e baciato, ho leccato tutto, ho messo le palline in bocca, ho sbavato una per una, mi sono masturbata, ho spremuto ancora una volta, ho stretto forte. Questo, oltre a spaventarmi un po’, aumentava la mia eccitazione, mi emozionava moltissimo.

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Ben presto non ne potevo più, ho preso in braccio la novellina Eva e l’ho fatta sedere davanti a me, inserendo il mio cazzo in quella giovane figa, desiderosa di cavalcare un cazzo duro. Ed è esattamente quello che ha fatto, mentre le succhiavo le tette, finché è arrivata con brevi e deboli gemiti, quasi un singhiozzo, stringendomi forte e facendo rimbalzare la sua indebolita forza giovanile. Stavo anche per venire quando la beata Dora se ne accorse. Aiutò delicatamente Eva a staccarsi da me e lasciò cadere la bocca sul mio cazzo, facendomi venire velocemente e densamente e ingoiando tutto il mio sperma.

Ci prendiamo una pausa, per riposarci da questa merda. Dora mi raccontò che era vedova, suo marito, poco più grande di lei, morì improvvisamente, per una malattia sconosciuta e mal spiegata dai medici. Ma poiché la coppia – nonostante vivessero in camera da letto ogni avventura sessuale immaginabile e perfino inimmaginabile – era considerata esemplare agli occhi dei religiosi della cittadina, lei si rese conto che se si fosse risposata sarebbe stata discriminata. E, inevitabilmente, divenne una persona beata, amata da tutta la comunità religiosa.

“Sono rimasta vedova cinque anni fa e da allora credo di aver fatto l’amore solo una mezza dozzina di volte e solo durante i viaggi nella capitale. Vivo molto triste, mi mancano gli uomini, scopo, godo, urlo, come facevo con mio marito. “Sono fortunato ad aver incontrato Eva”, ha detto con la faccia triste. La novizia gli raccontò anche della sua tragedia.

Figlia di una famiglia benestante, all’età di 18 anni perde la relazione con un vecchio compagno di scuola. La cosa è stata scoperta ed è quasi finita nelle mani della polizia. Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata quando la sua famiglia ha scoperto che le piacevano anche le ragazze, quando l’hanno sorpresa a succhiare un amico. Eva è stata costretta ad andare in convento, nel 21° secolo, dalla sua famiglia. Fu così che i due si incontrarono e, di conversazione in conversazione, cominciarono a soddisfare i loro desideri, nonostante ad entrambi mancasse un uomo.

A causa di tanto dramma il mio cazzo si è afflosciato e non voleva nemmeno risalire. Ma la notte era appena iniziata ed entrambi stavano cercando di “godersi” il mio cazzo, succhiandomelo allo stesso tempo. Volevano davvero scopare un cazzo molto duro. E la prima a goderselo ancora è stata la beata Dora, che subito si è messa a quattro zampe e mi ha chiesto: “Scopami ancora la figa e il culo, ok?”

Non ce n’era bisogno, ripeto, ho ricominciato a scoparle la figa, mentre lei succhiava Eva. Ho scopato tanto Dora finché non è venuto nella sua figa. L’ho tirato fuori immediatamente, ho applicato il gel che avevo a portata di mano sul mio cazzo e le ho riempito il culo di cazzo. E guarda? Questo beato quasi santo amava dargli l’asino. L’ho scopata a quattro zampe, di lato, sul pollo, finché non sono entrato nel retto di questo accogliente cazzo.

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Eva, che nonostante si facesse succhiare osservava tutto, ha detto che avrebbe voluto dargli anche il culo, ma che sarebbe stata la prima volta che avrebbe fatto sesso anale. Mi ha chiesto di rilassarmi, ammettendo che in convento suonava la syririca con un dito infilato nel culo. L’ho messa a quattro zampe sul divano, prima le ho succhiato molto la figa, alternando le lingue sull’anello di cuoio, finché non è venuta. Ho approfittato dell’impulso e ho spalmato del gel anche sul suo culo e sul mio cazzo e ho cominciato a farlo riempire il buco del novellino.

Con un po’ di pazienza, affinché sentisse meno dolore possibile, sono riuscito a scoparla. Quando ho capito che era impalata sul mio cazzo e non sentiva quasi alcun dolore, Eva ha iniziato a far rotolare il culo sul mio cazzo dicendo che darle la figa era bello, ma prenderselo nel culo era anche “molto carino, diverso”. , una sensazione nuova.” Anche nel fianco e nel cazzo, nello stesso modo in cui ho scopato la benedetta Dora, finché Eva non le ha cavalcato il culo, con un urlo fragoroso, un gemito lungo e profondo e dicendo “Non credevo fosse possibile venire”. lì dentro”. la coda.” , ma ora è successo a me. Accidenti, mi sono venuto in culo. Che sensazione meravigliosa, forte.

La notte è andata avanti e ci siamo salutati così: ho scopato ancora una volta, di lato, la benedetta, che ha succhiato Eva, che ha succhiato il mio cazzo e la lingua del cazzo di Dora. Ci siamo divertiti tutti e siamo rimasti molto soddisfatti. Alla fine ero curioso di chiedere: “E se un giorno Padre Marcos ti prendesse, come ti ho preso per caso?” » Al che la novizia Eva rispose: “Il padre Marcos è già dominato da noi e tu neanche lo fai. “Lo sappiamo”, spiega la Beata Dora: “Abbiamo un video, che abbiamo registrato di nascosto, proprio qui in questa stanza, che mostra il prete che viene scopato da un emissario del vescovo mentre allo stesso tempo succhia il cazzo di un seminarista della capitale’!

*Pubblicato da ele018 sul sito climaxcontoseroticos.com il 18/11/23.

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