Sorpreso dal primo pomeriggio.

di | 20 de Ottobre, 2023

Mi chiamo Mateus, ho 22 anni e vivo (lo considero… kkkk) nella città più famosa del Brasile: LA MERAVIGLIOSA CITTÀ, ma purtroppo negli ultimi anni __ dedica molti anni __ alla sua bellezza, proclamata in ai quattro angoli del mondo, ha una fama di violenza che, diciamocelo, esiste, ma non è un demerito solo per Rio de Janeiro, che resta bella come sempre.

Per quanto mi riguarda, non sono un tipo che esce molto. Non vado nei locali del fine settimana, che sono molto frequentati dai ragazzi della mia generazione per le loro tapas. Calmati (ride). Non sono un eremita, diciamo che ho un temperamento più tranquillo, un nerd lo ammetto, ma sono quello che sono e per questo non ho problemi.
Fisicamente cerco di essere il più normale possibile nel mio modo “nerd”: porto la migliore barba in stile “imbottito”, perché penso che mi faccia sembrare meno maschiaccio e anche meno stupido; Sono bianco, il mio viso è triangolare, i miei occhi sono chiari, le mie labbra sono carnose e simmetriche, le mie sopracciglia e ciglia sono scure, nonostante i miei capelli castano chiaro. Faccio sport, nuoto, boxe e sport tre volte a settimana, ma per mantenere un corpo sano. Il mio tipo di corporatura è magro e l’unica cosa che ho ottenuto con l’esercizio è stato avere una figura snella e definita, cosa che cerco di non pubblicizzare al mondo.

Ebbene, potrei parlare qui di tutta la mia vita, delle mie esperienze, ecc., ma mi limiterò a un’esperienza specifica che mi ha segnato durante e dopo che è accaduta. Non so se a qualcuno sia mai successa una cosa del genere, ma fino ad allora non sapevo cosa fosse successo o potesse succedere…

Fu nelle prime ore di un sabato, mentre tornavo da una festa a casa di un amico del college, che la polizia mi si avvicinò. Era calmo. Ho fermato l’auto e sono sceso, su richiesta degli agenti di polizia __ erano due __ e ho già presentato la patente. I due uomini erano seri, non dicevano quasi nulla, si limitavano a guardare il mio documento e mi guardavano, come se mi misurassero, confrontando la foto della patente con la mia faccia. Ovviamente l’immagine stampata sul portafoglio non mostrava una barba folta. Alla fine, il più grande di loro, quasi incoronato, o incoronato, canuto, piccolo, un po’ panciuto, mi ha fatto alcune domande, tutti volevano sapere perché stavo correndo per le strade in quel momento… Ho risposto con calma, giustificandomi tutto quello che aveva detto. Volevo sapere; Ben presto il suo compagno, questo un po’ più alto, che dimostrava una quarantina d’anni, mi chiese se la mia patente era falsa, in fondo io, anche con la barba folta e il corpo leggero __ guardavo sotto i vestiti, anche belli Quelli larghi lei indossava __ Non sembrava avere 22 anni. Ho alzato le spalle e ho confermato la veridicità del documento. Il vecchio non sembrò apprezzare il mio gesto e mi diede del bullo e commentò, con tono da amico, che avrei dovuto assolutamente essere un altro “preppy” che correva in giro all’alba divertendosi. Entrambi risero, addirittura risero. Ammetto che ero un po’ teso, ma ho mantenuto l’equilibrio. Mi sono guardato intorno. La strada completamente deserta. Ho fatto un respiro profondo e ho preso il portafoglio. Lo schiaffeggiai, costringendomi a metterlo giù. Il vecchio era il colpevole e mi fissava, facendo un grande passo fino a raggiungere la posizione in cui mi trovavo, rimanendo a pochi centimetri dal mio viso.

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__ Hai bevuto, ragazzo? __ chiese in maniera incisiva.

Ho deglutito a fatica, perché in realtà avevo mangiato due gelati, ma niente di assurdo. Ci ho messo un po’ a rispondere e quando l’ho fatto, ha pronunciato la sentenza, dopo aver sentito ancora il ghiaccio nel mio alito: mi ha chiesto un “contributo” affinché ignorassero il mio reato di guida in stato di ebbrezza. Senza battere ciglio. Ho sostenuto che non ero ubriaco e non avrei dato alcun contributo. I due poliziotti risero, un po’ maliziosamente, di lato, e l’altro, quello più alto, quello sui 40 anni, si avvicinò e disse che mi stavano davvero maltrattando e che non avevo idea di fare una cosa del genere. Ho ignorato il suo commento e ho fatto un passo indietro, chiedendo di nuovo il mio portafoglio. Il vecchio allora disse che mi avrebbe riavuto la patente, ma poiché non avrei dato il “contributo” richiesto, avrei dovuto pagare un’altra tassa per riavere la patente. Mi sono trattenuta dal gridare e dal rivendicare i miei diritti, ma ci ho pensato. Non era né nel posto né in quel momento per cercare di agire come vigilante. Ci fu silenzio e, di fronte all’imparzialità della polizia, decisi di tirare fuori il portafoglio, esausto per tutto questo, e fu allora che sentii la mano del vecchio sul mio inguine, che mi stringeva il cazzo. Gelei

__Ora siamo noi quelli che non vogliono i tuoi soldi da preppy__ disse tra i denti, ma lasciando apparire un sorriso stupido sul suo viso leggermente rugoso.

In una frazione di secondo sono stato spintonato e costretto a sedermi sul sedile del passeggero __ la porta era già aperta, verso il marciapiede dove ci trovavamo __ e non ho avuto nemmeno il tempo di chiedere cosa stesse succedendo, perché il vecchio PM ha allargato la sua gambe per me. , poi io e la mia patta abbiamo iniziato a massaggiarmi il cazzo attraverso le mutande, ridendo, guardandomi, mentre l’altro uomo era in piedi dietro la macchina, penso che stesse guardando.

Rimasi senza parole mentre il vecchio continuava a massaggiare la mia pika. Ha detto che mi avrebbe rilasciato dopo che gli avessi permesso di allattarmi. Non ho risposto a nulla. Paura, rabbia e desiderio si mescolano in quel momento.

Il vecchio tirò fuori il mio cazzo, che nonostante la mia silenziosa resistenza, era duro, e lo afferrò subito, emettendo un gemito mentre raggiungeva i miei pochi pube e mi strofinava il naso contro la pancia. È stato un frenetico avanti e indietro quello che ho ricevuto sul mio cazzo. Sembrava che il Primo Ministro stesse per divorarlo, dato quanto sembrava affamato e si rivelò essere. Se l’è tolto di bocca solo per dirmi che aveva un bel cazzo grosso, saporito, degno del figlio di papà, ed è tornato disperato al mio muscolo, che già pulsava in risposta agli stimoli ricevuti. ricevere.

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Il succhiare famelico durò qualche istante, poi all’improvviso il vecchio smise. È semplice. Lei mi ha guardato, sempre con la mano attorno al mio cazzo, e mi ha detto che avrei dovuto farcela con tutto il cazzo che avevo tra le gambe. Sono rimasto in silenzio. Non potevo fingere che l’emozione avesse in qualche modo preso il sopravvento su di me, ma non mi sono arreso. Il vecchio si alzò e anch’io feci per scendere dall’auto, ma lui non me lo lasciò fare e mi disse che dovevo restare lì, toccava al suo compagno provare la mia Jeba, con il tono di voce più naturale . possibile, come se stessimo parlando al tavolo di un bar.

I due uomini si scambiarono di posizione: il più vecchio andò di vedetta e il quarantenne venne a provare il fucile, che non fece altro che farmelo crescere tra le gambe.

Non riuscivo a capire quale dei due allattasse meglio. Il quarantenne era affamato quanto il suo compagno, ma a differenza dell’altro, mi ha messo le mani nella maglietta, tastando il mio petto, il mio stomaco, alternando il succhiare e il guardare nella mia direzione… Ma la sua lingua e la sua gola erano come succhiare la corona.

Alla fine, dopo aver dato da mangiare al mio pika fino allo sfinimento, sono riuscito a ottenere il permesso di alzarmi. Mi sono alzato, ho tirato su la patta e ho chiesto il portafoglio. Loro ridono. Mi hanno chiesto se volevo venire. Gli ho detto di no, ma in realtà morivo dalla voglia di buttare via il latte.

__ Vieni con noi.

Il quarantenne cominciò a camminare e il vecchio mi indicò la strada per seguirlo, restando dietro di me, come se mi osservasse. Mi hanno portato in un vicolo relativamente buio, dove ho visto solo le sagome di due agenti di polizia… All’improvviso, delle mani hanno cominciato a toccarmi, invadendo la mia maglietta, accarezzandomi, a volte con calma, a volte violentemente… Ho cominciato a baciarmi collo, l’orecchio finché non mi hanno fatto togliere la maglietta… Da uno di loro è venuto un mormorio sorpreso che lodava la definizione del mio petto… ero sempre più preoccupato e teso… ho chiesto se non mi prendevano un rischio in questo modo… Mi è stato solo ordinato di rimanere in silenzio e di agire rapidamente. In quel momento avevo i pantaloni e la biancheria intima fino ai piedi e non potevo crederci quando ho sentito le due bocche lottare per il mio cazzo… Ho anche cercato nel buio il corpo di uno degli agenti di polizia per essere sicuro che potrei sbagliarmi. , ma quando l’ho abbassato. Con le mani sentivo le due teste muoversi con ansia, rapidità, esasperazione, mangiando e succhiandomi il cazzo e le palle, come se la loro vita dipendesse da questo.

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I minuti che passavano mi sembravano assurdamente incredibili. Non pensava più con lucidità: come era arrivato lì? In un vicolo buio e due agenti delle forze dell’ordine mettono in dubbio la mia virilità? Poi ho sentito il movimento del preservativo messo sul mio cazzo. Ero congelato. Ho provato a impedire a quella mano di continuare, ma altre due mani mi hanno fermato e non ci ho messo molto a sentire il mio cazzo entrare e uscire da uno di quei culi…

Rimasi lì, appoggiato al muro freddo, prendendo entrambi i culi nella mia pika con un movimento schiacciante. rotante: uno inghiottì il mio cazzo, lo fece rotolare, mi fece spingere, poi se ne andò per far posto ad un altro, che ripeté gli stessi gesti. Nel frattempo, mentre il mio cazzo veniva usato e abusato da questi stronzi in uniforme, ho sentito i sussurri nelle mie orecchie: VIENI FIGLIO DI PAPÀ. Fottici, vai avanti. LASCIATE CHE QUESTI MASCHI SI SCOPANO IL CULO. DIMOSTRA CHE SEI BENE IN QUALCOSA.

Mi sono lasciata avvolgere dall’aura della perversione, del desiderio, del desiderio… ho finito per cedere, mangiandomi entrambi i culi in un movimento frenetico, in un misto di rabbia, impotenza e perché no, potere! Ho scopato forte. L’ho inserito fino in fondo mentre entrambi esultavano, a bassa voce, contenendo le risatine che insistevano a rilasciare.

Non ne potevo più e ho detto che stavo per venire. Ho sentito il movimento di entrambi i loro corpi cadere verso il mio cazzo, le loro bocche chiuse mentre mi masturbavo. Il nostro respiro affannoso e affannoso…

JORRE…

I due parlamentari cominciarono a tirare il mio cazzo verso di loro, lottando per il latte, affamati, assetati… Mi aggrappavo al muro, mi tremavano le gambe, il delirio permeava il mio sangue, il mio cuore, il mio cervello.

I due poliziotti si sono alzati dopo aver succhiato l’ultima goccia del mio sperma, mi hanno restituito la maglietta, mi hanno aiutato a tirarmi su i pantaloni e le mutande e sono usciti dal corridoio per tornare in macchina, come dal nulla. La strada rimase deserta. Ho riavuto la mia patente di guida. Il vecchio abbracciò mia madre e mi disse di tornare subito a casa; Il quarantenne non mi ha stretto la mano, ma mi ha messo la sua in testa, scompigliandomi un po’ i capelli, e mi ha detto che mio padre doveva essere orgoglioso del ragazzo che aveva in casa. Riuscii a lasciare che un sorriso scappasse dall’angolo delle mie labbra e subito salii in macchina e me ne andai, senza voltarmi indietro, ma piuttosto confuso da tutto quello che era successo…

Convivo da molto tempo con questo sentimento di intuizione e sorpresa… Non l’ho detto a nessuno, non oserei, soprattutto perché sto iniziando a progettare qualcosa per farmi coinvolgere, ancora, in questo bombardamento . .. (Hahaha).

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