Racconto erotico eterosessuale – Tara Carla, finale

di | 18 de Maggio, 2024

Se fossi davvero innamorata di lui, il mio matrimonio finirebbe sicuramente, perché non saprei convivere con le bugie. I giorni passavano e l’incertezza sui miei veri sentimenti verso Adalberto mi tormentava.

Ogni volta che Claudio veniva a trovarmi la sera era meraviglioso. Ero sicuro di amarlo, ma non sapevo di essere felice, perché Adalberto non aveva mai abbandonato nella mia mente la scena della mia adolescenza alla fattoria. Forse se avessi cercato Nádia e avessi parlato con lei, da psicologa e amica quale è, le cose non sarebbero arrivate a questo punto, ma non l’ho cercata. Ero orgoglioso e ho cercato di risolvere il mio intreccio emotivo da solo.

Un sabato sera io e mio marito siamo andati in un ristorante.

Doveva essere una cena romantica, solo io e lui, con successivo soggiorno in motel. Fino a quando mio marito è stato portato d’urgenza in ospedale. C’è stato un gravissimo incidente tra un autobus e un camion in autostrada e hanno chiamato tutti i medici perché le vittime erano molte. Ero solo e presi un taxi per tornare a casa, ma a metà strada, cedendo a un impulso irresistibile, diedi all’autista un altro indirizzo. Di Adalberto. Ho deciso per capriccio che tutta questa incertezza sarebbe finita lì.

Sono arrivato al suo palazzo alle dieci di sera. Determinato, salii al suo appartamento al quarto piano e suonai il campanello. Mi ha visto attraverso lo spioncino e l’ha aperto.

“Sapevo che saresti venuto. —Disse con un sorriso appena aprì la porta e mi squadrò dall’alto in basso.

Indossava solo pantaloncini e senza maglietta, mettendo in mostra il suo bellissimo fisico che mi attirava così tanto.

“Mi inviterai ad entrare o resteremo qui tutta la notte a fissarci?” – dissi, facendolo uscire dalla trance in cui si trovava.

“Certo che certo. Entra.” Disse a bassa voce.

“Vuoi qualcosa da bere…? Birra, caffè…” disse appena la porta si chiuse.

“Voglio dartelo, voglio dartelo adesso. — Ho parlato con fermezza e determinazione, stando al centro della sua stanza.

Non disse nulla, si avvicinò semplicemente con i suoi occhi da predatore fissi sui miei occhi da preda indifesi. Iniziò a mordicchiarmi leggermente le labbra e lentamente si trasformarono in baci umidi e schioccanti che echeggiarono in tutta la stanza. Le sue braccia forti e scure mi circondarono, premendo il mio corpo contro il suo, dandomi un abbraccio perfetto.

“Sapevo che saresti stato completamente mio, l’ho visto nei tuoi occhi dalla prima volta che ti ho visto”, ha detto tra un bacio e l’altro dominato dalla lussuria. Lo guardavo semplicemente in silenzio, completamente abbandonato.

La sua lingua mi invade la bocca, facendomi venire la pelle d’oca. Le sue enormi mani scivolarono lungo la mia schiena e si posarono sul mio sedere, accarezzandolo. All’improvviso mi prese tra le braccia come se fossi una piuma e mi portò in camera da letto. In quel momento sentivo che non si poteva tornare indietro. Era tutto o niente. Una parte di me diceva che ero pazzo e che Claudio non se lo meritava. Un’altra parte mi urlava di andare avanti e di porre fine a questo tormento di sentimenti che mi torturavano e a questo desiderio latente dentro di me che in qualche modo mi faceva male.

Nella stanza, mi stese a terra, chiuse la porta e cominciò a cercare il mio corpo con ancora più furia, in un atteggiamento selvaggio che mi spaventava ed emozionava allo stesso tempo.

Le sue mani sulla mia schiena abbassarono la cerniera del vestito nero e, poco dopo, fece scivolare le spalline della scollatura sulle mie spalle, liberando il mio bellissimo seno, lasciando il vestito legato solo in vita. Li ha afferrati avidamente con la sua bocca assetata di sesso mentre le sue mani scivolavano lungo la mia schiena, finendo per lasciare cadere il mio vestito sul pavimento, lasciandomi solo con le mie mutandine e i tacchi alti alla mercé di questo stallone.

“Sono queste le mutandine blu di ieri sera a casa tua? “Mi chiese guardando il mio corpo. Io mi limitai ad annuire.

“Sei così sexy…” disse in un sussurro, pieno di desiderio nella voce.

Lo spinsi sul letto, facendolo sdraiare.

“Adesso è il mio turno.” dissi sdraiandomi sopra di lui e baciandolo molto lentamente sulla bocca. Gli scesi lentamente al collo; petto e ventre fino a raggiungere l’altezza del membro, che era già eretto. Gli ho abbassato i pantaloncini, lasciandolo solo in mutande, e ho cominciato a baciare il suo cazzo duro attraverso il tessuto finché non l’ho tolto una volta per tutte. Il suo cazzo era enorme e grosso e avevo paura. Saltò fuori dalle mutande come una bambola primaverile. Lo ammiravo a bocca aperta e immaginavo come tutto questo fosse entrato in me quando mi aveva violentata. Era lungo, molto grosso e nero, molto nero, con una testa enorme che sembrava un fungo gigante e con enormi vene che gli uscivano attorno. Ero duro come una roccia e mi stavo bagnando ancora di più perché immaginavo che presto sarei stato penetrato da questo enorme mostro.

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Mi è sempre piaciuto fare sesso orale, ma è stato Claudio a insegnarmi quanto piace agli uomini. A poco a poco cominciai a dargli baci leggeri e ad assaporare il contatto tra le mie labbra e quel magnifico membro. Poi ho iniziato a passarci sopra la lingua come se qualcuno stesse leccando il gelato. Gemeva di estasi e talvolta mi accarezzava i capelli, talvolta me li tirava. Così l’ho assaggiato molto lentamente, muovendo le labbra su e giù con movimenti lenti e misurati mentre facevo movimenti circolari con la lingua attorno al glande. Adalberto urlava di piacere e diceva cose incomprensibili.

Claudio diceva sempre che il mio punto forte a letto era il sesso orale. Ha detto che una donna che sa succhiare bene otterrà tutto ciò che vuole da un uomo e che spesso questo è un fattore primario nel sesso e molti uomini poi si innamorano perdutamente.

Bene, eccomi lì, chinato su uno scricciolo nero, a fargli forse il più grande pompino della sua vita. Sentivo il suo respiro diventare affannoso e non riusciva a smettere di muovere i fianchi. Ho capito che stavo per venire.

“Ci sono quasi… Se vuoi togliertelo, devi farlo adesso…” disse, cercando di avvertirmi di non riempirmi la bocca con il suo sperma. Tuttavia lasciavo che mio marito mi venisse in bocca e ammetto che mi piace anche. Rimasi fermo ed accelerai i movimenti della lingua attorno a lui finché Adalberto non ce la fece più e, con un ruggito di piacere, eiaculò. L’ho ingoiato tutto e ho continuato a succhiare leggermente. La sua soddisfazione era visibile nel suo sorriso.

“Nessuno in tutta la mia vita mi ha succhiato così bene, ragazza mia,” disse soddisfatto e attirandomi a sé, mi baciò appassionatamente sulla bocca.

“Adesso tocca a me ricambiare il favore…” disse baciandomi il collo; seni; stomaco e con calma scese fino all’inguine e alle cosce fino a raggiungere i miei piedi dove, senza fretta, mi tolse le scarpe, sembrando godersi ogni momento. Poi si è avvicinato e lentamente mi ha tolto le mutandine, mi ha allargato le gambe e ha nascosto il viso tra di esse. La sua lingua impaziente giocava con il mio clitoride con l’abilità di qualcuno che sa quello che sta facendo. Involontariamente, forse spinti dal desiderio, i miei fianchi si muovevano seguendo la danza di quella lingua esperta, cercandola ogni volta che si allontanava. È stato bellissimo, ma sinceramente sono rimasto un po’ deluso perché, secondo me, Claudio ha fatto molto meglio.

Quando si rese conto che non ce la faceva più, Adalberto si avvicinò e si sedette tra le mie gambe. La sua lingua bagnata si immerse nella mia bocca in un bacio e potevo assaporare il mio stesso cazzo nella sua bocca mentre il suo membro si sfregava contro la mia vagina, facendomi impazzire.

“Te lo metterò di nuovo dentro, te lo metterò nella figa, tesoro. Adesso sei mia, tutta mia e ti mangerò un sacco” aggiunse, posizionando la sua membro all’ingresso della mia vagina.

Mi è venuta la pelle d’oca quando ho sentito quell’enorme pene farsi strada nella mia figa che, seppur bagnatissima, offriva resistenza a tutto quello spessore che a poco a poco entrava riempiendomi completamente, facendo rizzare la mia carne e facendola uscire selvaggiamente. gemiti di piacere. . . Sentivo che questo membro mi apriva le viscere; massaggiando l’interno della mia vagina e regalandomi una sensazione di piacere senza precedenti.

L’odore del nostro sesso aleggiava nell’aria.

“Wow… Così stretto…” dice quasi urlando entrandomi.

“Ahi… delicatamente, per favore…” dissi quando sentii il suo pene toccarmi il grembo. Era già tutto dentro di me.

In quel momento cominciò a muoversi tra le mie gambe con spinte leggere e misurate.

Mentre eravamo in questa posizione, mi sono ricordato di mia madre e, per la prima volta nella mia vita, ho potuto avere un’idea esatta del piacere che provava quella mattina nella stalla. Questo ricordo aumentò la mia eccitazione. Poi ho avvolto le mie gambe attorno alla sua vita, facendo incontrare i miei piedi sulla sua schiena. Lo spinsi con i talloni, facendogli accelerare i movimenti.

“Andiamo, bastardo, vero?” “Quindi adesso calmati e conta, figlio di puttana.” Ho parlato con totale follia, alla ricerca di orgasmi sconvolgenti che potessero giustificare la mia presenza sotto questo forte uomo nero quella notte.

“Voglio prenderti da dietro. – disse, lasciandomi andare con un movimento rapido.

Poi mi sono inginocchiato sul materasso, mi sono messo a quattro zampe e mi sono girato come un cane in calore. Adalberto si è posizionato dietro di me e ha diretto il suo membro verso la mia figa, massaggiandomi per un attimo il clitoride con il suo glande, per poi mandarmelo violentemente contro, provocandomi più dolore che piacere.

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Mi sdraiai sulle mani e mordevo le lenzuola godendomi le sue spinte, i cui colpi sul sedere provocavano un forte schiocco che riempiva la stanza.

” “Wow, che bello…” “E’ esattamente quello che pensavo. ” “Non viene mai…? “Ho pensato, perché io avevo già avuto diversi orgasmi e lui ancora no. Non ho eiaculato una seconda volta.

I suoi movimenti divennero sempre più rapidi e violenti. Si chinò su di me e mi fece sdraiare. Ancora una volta mi ha violentata e un misto di dolore e piacere si è impossessato di me. Ansimò contro il mio collo, finché eiaculò con un grido e mi cadde addosso, esausto, mentre io, sottomessa sotto di lui, sentivo ancora dentro di me il suo pene, ormai immobile.

Dopo alcuni istanti di immobilità, durante i quali il suo membro ritornò alle dimensioni normali, Adalberto si allontanò da me e si addormentò quasi subito.

A quel tempo non pensavo molto a mio marito. In effetti non pensavo a nulla. Ero paralizzato e i miei pensieri erano confusi. Finché non mi sono accorta che si stava formando un vuoto enorme, come un abisso, tra me e quest’uomo che ora russava a letto e, per la prima volta, mi sono chiesta cosa ci facessi lì…

Mi tremavano le gambe, ma non avevo sonno. Il sesso era bello, ma era tutto.

” ” E adesso… ? È tutto… ? » “Ricordo di aver pensato a quel momento in cui ho visto quest’uomo russare accanto a me.

Dopo tutta quella follia del desiderio sessuale, che avevo realizzato esistesse solo nella mia testa, sono giunta a una conclusione.

“Adalberto è molto bravo a letto, ma questo è tutto. Cavo come un bambù.

Mentre dormiva profondamente, andai a farmi una doccia, perché, curiosamente, il suo odore addosso mi dava una strana sensazione di disgusto.

Per la prima volta dopo molti giorni, mi sono sentito leggero e in pace, come se un enorme peso e un’ombra sulla mia vita fossero stati rimossi una volta per tutte.

Sono uscito dalla doccia sentendomi riposato. Pulivo con il palmo della mano lo specchio appannato per essere sicura che lì mi riflettevo, perché negli ultimi giorni non mi riconoscevo più e sorridevo guardandomi allo specchio.

Senza fretta mi asciugai, tornai in camera da letto e cominciai a raccogliere i miei vestiti sparsi sul pavimento. Adalberto russava molto. Tenendomi i vestiti, lo guardavo dormire e non provavo altro che pietà per lui. Adesso ero sicuro di non essere innamorato di lui e sorrisi di sollievo.

Mi sono vestita e quando ho finito di prepararmi, si è svegliato.

“Cosa c’è che non va piccola?” Torna a letto, è ancora presto… – disse con voce mielata, come se fossi un bambino o un idiota. Odio gli uomini come quello.

“No. Devo andare.” dissi seccamente e freddamente.

“Giusto. Allora ti chiamo più tardi.” Disse sbadigliando e stirandosi.

“No, non voglio che tu mi chiami. – dissi con indifferenza.

– Allora chiamami per fissare un nuovo incontro, visto che ormai siamo innamorati e…

“No,” dissi, solo la rabbia traspariva nella mia voce.

“Nooooo…!” No cosa?

“No, non ti chiamerò. No, non siamo innamorati e no, non ci vedremo più. È stata l’ultima volta che abbiamo fatto l’amore.

“Non puoi dire sul serio, tesoro…” disse, saltando giù dal letto stupito mentre finivo di applicare il rossetto davanti allo specchio.

— Ma dico sul serio, infatti se mi conoscessi sapresti che non sono una donna che scherza.

“No, non dopo la fantastica serata che abbiamo passato, puoi solo goderti la mia faccia.

– Solo se per te fosse fantastico, perché per me era solo sesso. —dissi prendendo la borsa per andarmene. Avrei voluto dirgli che la serata è stata una merda, ma nonostante la rabbia che mi ha travolto, mi sono trattenuta per non offenderlo.

Si è avvicinato e ha cercato di abbracciarmi, io l’ho evitato.

“Cosa c’è che non va, Carla?” Mi stai rimandando indietro…?

“Certo che ti saluto, è difficile da capire?” » dissi irritato per la sua insistenza nel bloccarmi la strada.

“Oh! Lo so,” continuai nonostante il suo silenzio, “lo stallone non è abituato a essere abbandonato, vero?”

“No, non sono abituato a essere lasciato e non credo che mi lascerai.” – Parla con un’aria di superiorità, che mi ha irritato e mi ha reso ancora più ripugnante.

“Quando tornerai da tuo marito e vedrai che non ha niente da offrirti tranne il sesso noioso, tornerai di corsa da me. Sei innamorato di me, l’ho visto nei tuoi occhi.” Concluse trionfalmente e fiducioso le sue parole.

“Come ti ho detto prima, se questa serata è stata fantastica, è stato solo per te, perché per me non è stato niente di speciale. Claudio è molto più bravo di te a letto e ti dirò perché. Tu fai l’amore come un animale in calore e Claudio fa l’amore come un vero uomo, e ti garantisco che fare l’amore è molto meglio. “Parlavo con rabbia nella voce e negli occhi, mentre lui mi guardava stupito.

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“Mio marito” continuai “è capace di fare tutto quello che fai tu senza voltarti subito dopo e senza russare come un maiale. Mi abbraccia, mi dà affetto; Parla e fai il bagno con me. “Ho finito trionfalmente, mostrando il mio orgoglio per mio marito.

Si sedette sul letto, devastato.

“Quanto all’essere innamorato di te”, continuai dopo un momento di silenzio, “mi dispiace informarti che ti sbagliavi. Ciò che vedevi nei miei occhi e nei miei atteggiamenti non era altro che un desiderio ardente, frutto di una vecchia fantasia che avevo di andare a letto con un uomo di colore, fantasia provocata da un trauma infantile di cui non avevo idea. ti interessa sapere. Dopo quella notte il desiderio se n’era andato e non era rimasto più niente, proprio niente. Tu sei carne, Adalberto, un semplice pezzo di carne e oltre questo non andrai mai. —Ho terminato con un sospiro di sollievo e ho notato che le lacrime gli rigavano il viso. In quel momento capii che l’incantesimo si era rivolto contro lo stregone e che era stato lui ad innamorarsi di me. Un po’ di pietà sgorgò nel profondo di me.

—E se Claudio scoprisse cosa è successo tra noi? —Disse, accennando al tradimento. Mi sono arrabbiato e volevo ucciderlo.

“Se Claudio lo scopre soffrirà, soffrirò io, soffrirà mio figlio, ma sopravvivremo e, nonostante ciò, non mi avrete più, anzi, sarò ancora più lontano.

– Non sei brava, Carla…

—E hai fatto tutto il possibile per sedurre la moglie del tuo migliore amico? Stai bene? Dormi sapendo questo? Beh, sono sicuro che sta dormendo, altrimenti non sarebbe quel mascalzone che è. Quanto sono stupido a chiederlo, io stesso ho visto che dorme e russa tranquillamente. Addio Adalberto, spero di non rivederti mai più. Non chiamarmi né avvicinarti mai più alla mia famiglia. “Sono stato duro con lui e me ne sono andato senza rimpianti.

Adalberto non si accontentò e una lettera anonima raggiunse Claudio, costringendolo a confrontarsi con me. Non potevo mentire a mio marito e gli ho raccontato tutto dall’inizio senza tralasciare nulla.

Era fatto a pezzi e potevo vedere nei suoi occhi quanto dolore provasse ed era come un coltello nel mio cuore.

Poco dopo Adalberto gli ruppe un braccio, due costole e la mascella per colpi mai spiegati e ritornò ad Acri, per non tornare mai più, spero.

Ho pianto molto, ma il mio matrimonio era finito. Ho sofferto i miei errori e la cosa più difficile per me è stata firmare il divorzio.

Mio figlio è rimasto con me e non ho mai perso la speranza di riavere mio marito, speranza che si rinnovava ogni volta che Claudio veniva a prendere Paulinho per il fine settimana, fino al giorno in cui ho scoperto che se ne andava, ho fatto sul serio con qualcuno. La mia disperazione aumentava e cadevo in depressione, prendevo farmaci molto forti e tutto peggiorava quando li vedevo insieme in un ristorante. Sembravano felici, la felicità che era mia e l’ho buttata nella spazzatura. Disperato, me ne sono andato e ho avuto un incidente.

L’amore ha parlato più forte nel cuore di Claudio quando ha scoperto cosa mi era successo. È tornato da me e ha deciso di darmi una seconda possibilità ed è rimasto al mio fianco nel letto d’ospedale. Ti ho chiesto perdono mille volte.

Oggi siamo di nuovo insieme cercando di rafforzarci a vicenda, guarire le nostre ferite e riparare la nostra relazione interrotta. Sappiamo che dovremo ricordare tante cose e dimenticarne tante altre e che non sarà facile.

Non ci siamo ancora sposati e non so nemmeno se Vorrà sposarmi di nuovo, lo spero. Nel frattempo sono felice di quello che ho e mi godo ogni minuto con il mio amore, valorizzando ogni momento e dando tutto per dimostrargli che può fidarsi ancora di me.

E pensare che se fossi andata in terapia fin dall’inizio, come mi aveva suggerito Nádia, non sarebbe successo niente di tutto questo.

Non ho mai più fatto quel sogno e penso di aver completamente superato il trauma infantile.

Quanto ad Adalberto mi dispiace moltissimo e non l’ho più rivisto né spero di rivederlo.

E quanto a te, lettore, fai attenzione a ciò che vuoi, potrebbe non valerne la pena.

FINE

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*Pubblicato da claudinha8 sul sito climaxcontoseroticos.com il 17/05/24.

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