Racconto erotico eterosessuale – Sogni perversi di un uomo sposato – L’editore

di | 23 de Agosto, 2023

Avevamo acquistato un armadio per la camera degli ospiti nel nostro appartamento e doveva essere installato quella mattina da un installatore consigliato dall’azienda da cui lo avevamo acquistato. Quel giorno ci siamo alzati presto, abbiamo pulito la stanza che aveva già un letto matrimoniale e una cassettiera, e una poltrona di pelle che era in un angolo della stanza. Avevo prenotato la mattinata per poter restare a casa e non andare al lavoro fino a dopo l’assemblea.

Nell’attesa che arrivasse il ragazzo mia moglie è andata a correre come faceva tutte le mattine e appena se n’è andato è venuto l’installatore. Si chiamava Jorge, un ragazzo alto, faccia ruvida, grande barba con qualche striatura bianca, molto educato nonostante il viso scuro. Gli ho mostrato dov’era la camera da letto e gli ho lasciato sistemare l’armadio.

Appena arrivata mia moglie è andata direttamente in bagno e quando è uscita è andata a vedere come andava l’assemblea e con nostra sorpresa Jorge era stato suo collega. Si salutavano, ricordavano gli amici, i festeggiamenti di fine anno. Anche lui era sposato, aveva una figlia e da alcuni anni costruiva mobili. Ma il mio naso perfido si rese presto conto che stavo osservando mia moglie e lei se n’era accorta. Ben presto lei, che non ama chiacchierare con gli sconosciuti, si ritrovò già abbastanza rilassata, seduta sul letto, a chiacchierare mentre lui separava i pezzi. A volte lo aiutava persino a identificare parti dell’armadio, avvicinandosi a lui.

Dato che erano vecchie conoscenze, l’ho chiamata da parte, le ho chiesto se potevo uscire per risolvere alcune cose e lei mi ha rassicurato e mi ha detto che potevo andare, perché si conoscevano da molto tempo.

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Mi sono preparato, l’ho salutato, l’ho salutato. Mia moglie era vestita semplicemente, indossava un vestito, sandali e aveva i capelli ancora bagnati e io pensavo ancora che fosse calda. Bene, sono uscito di casa, ho preso l’ascensore e sono andato in garage. Sono salito in macchina e una strana sensazione mi ha disturbato, ho cercato di distrarre i miei pensieri, ho acceso l’autoradio e sono andato a risolvere i miei problemi pendenti per strada.

Ma quella sensazione non se n’è andata e ho deciso di ritornare. Entrai nell’edificio, salii le scale, aprii la porta che io stesso avevo lasciato aperta e camminai lentamente lungo il corridoio. Mentre mi avvicinavo alla porta della camera da letto, ho quasi avuto un infarto. Jorge aveva la faccia tra le gambe di mia moglie, succhiandola così forte che lei gli chiese di allentare la pressione perché le faceva già male il culo per averlo morso.

– Ti è sempre piaciuto essere trattato così. Ti succhierò finché non ti si scioglierà il culo.

E lei entrò nella sua bocca, si dimenò sul letto, si dimenò come un serpente sul pavimento caldo. Le tirò i capelli verso il sesso. Lei venne, gemette, lui le succhiò e le strinse i seni e lei gemette.

– Mangiami presto.

Si alzò, si abbassò semplicemente i pantaloni e tirò fuori un baule a forma di gallo. Tagliarei mia moglie in due. Io lì a guardarla dimenarsi da tutte le parti, con le gambe spalancate e il pirocono che penetrava fino allo stelo. Poi Jorge cominciò a calciare senza pietà, a spingere, facendo echeggiare i corpi in tutto l’appartamento, la mise a quattro zampe e continuò a spingere il suo cazzo senza pietà.

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– Siediti sul mio cazzo, siediti, puttana.

Si mise a sedere. Si tolse il vestito e rimbalzò su quel palo di carne. Il ragazzo sapeva come scopare, lo metteva dal basso verso l’alto, gli faceva tremare tutto il corpo.

– Sborrerò dentro quella figa calda.

– Grazie.

Lei ordinò e lui obbedì. Ha martellato più forte e più velocemente finché non è esploso in gemiti, urla e schizzi di sperma che sgorgavano dalla figa di mia moglie.

Vedendoli a letto, stanchi e sudati, mi sono allontanato lentamente, mi sono diretto al parcheggio del palazzo, sono salito in macchina, ho acceso l’aria condizionata e sono rimasto lì. Mezz’ora dopo ho mandato un messaggio a mia moglie per dirle che stava arrivando e lei ha detto semplicemente di sì.

Quando sono salito, Jorge stava finendo di montare. Pagai quello che gli dovevo e andai in camera da letto. Quando siamo arrivati, mia moglie era sdraiata con il sedere in su, avvolta in un lenzuolo, con addosso solo un vestito e senza mutandine. Senza dire una parola mi spogliai, mi misi sotto il lenzuolo e cominciai a baciarla, le scesi lungo il collo, le allattai i seni poi caddi con la bocca sul suo sesso che era rossiccio, gonfio e odorava ancora di sesso. Abbiamo scopato tutto il pomeriggio e poi ci siamo addormentati l’uno nelle braccia dell’altra.

La mattina mi sono svegliato e ho detto a mia moglie che era nuda accanto a me.

– Amore, ti ho sognato.

– O si? E in questo sogno a chi l’ho dato?

FINE

*Pubblicato da Pubblicità52 su climaxcontoseroticos.com il 23/08/23.

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