Racconto erotico eterosessuale – #03 La mora bifronte

di | 6 de Luglio, 2023

#03 La mora bifronte – Parte 03

Ciao a tutti! Questa è la terza parte della storia, dove descrivo come ho incontrato Júlia, una bruna di circa 1,60 cm, 60 kg, occhi a mandorla, lunghi capelli neri lisci e pelle molto scura, come una donna indiana, con un corpo figurativo deliziosamente bello , cosce spesse, fianchi larghi, natiche appetitose, seni piccoli e sodi, Christian, membro regolare di vari ministeri all’interno della nostra chiesa, che, essendo la mia prima ragazza, mi ha dato una cotta che è durata alcuni anni.

Se non hai letto la prima e la seconda parte del rapporto, ti consiglio vivamente di leggerle per comprendere meglio il resto del rapporto.

Come ho detto nelle parti precedenti, abbiamo sempre avuto enormi difficoltà a stare da soli, soprattutto i primi anni, la situazione è migliorata quando intorno al secondo anno di frequenza, il padre di Júlia ha accettato di portarmi a casa sua, e ha fatto questo vecchio- Lui ha organizzato un “colloquio”, chiedendomi quali erano le mie intenzioni con sua figlia, cosa stavo facendo, chi era la mia famiglia, l’intera faccenda del padre preoccupato, ma alla fine ha permesso i nostri appuntamenti e i miei viaggi da Julia. In quel momento, il sabato sera in cui andavo a casa sua, le carezze si facevano sempre più audaci e azzardate, nel buio del soggiorno, con i suoi genitori che ascoltavano programmi televisivi, infilavo le dita in alcuni pantaloncini che lei conosceva L’amavo, ea volte sostituiva le gonne per rendermi più facile entrare nella sua caverna.Ho fatto scivolare le mani sulle sue cosce spesse e scure, ho cavalcato, accarezzando finché non ho trovato le sue mutandine fradicie, facendo scivolare con attenzione il tessuto sottile Mi sono spostato di lato e le ho fatto dei colpi lunghi e continui sulla sua fica inzuppata di sperma, scivolando così, su e giù, finché mi ha stretto, affondando le unghie ea volte non mi tocca. Le morse la spalla, denunciando il climax lì, praticamente dalla parte dei suoi genitori…

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Pian piano abbiamo messo insieme le nostre strategie, ho dato a Julia un cellulare, e ogni volta che partiva per il centro mi chiamava e io l’ho incontrata a metà strada, guidavo già e avevo un lavoro abbastanza flessibile, a parte questo giovanotto pazzo e arrapato volavo per trovarla “accidentalmente” in città, facevamo velocemente quello che lei offriva e da lì prendevamo un cappuccio, accendevamo l’aria e saltavamo sul sedile posteriore, Júlia stava diventando sensuale e lo sapevo già la mia predilezione per lei in mutandine, sepolta in quel culo nero, ricordo situazioni in cui si inginocchiava sul sedile posteriore e tirava giù i vestiti che indossava, mostrando il sedere con le mutandine allagate e la faccia sfacciata e sexy di qualcuno che sapeva che avevo caldo, ero in soggezione, vide la fame nei miei occhi, mi allungò, la toccò, la strinse, amando la sensazione di sentire la sua carne tra le mie mani, abbassando lentamente le sue mutandine, poi inginocchiandosi sul pavimento dell’auto e deliziandomi in quella fessura succosa, tirando fuori la lingua, succhiando il clitoride, tenendomelo tra le labbra mentre passavo la lingua sulla parte più sensibile dentro, lei urlava, urlava, gemeva come un gattino dentro calore fino a quando non è esplosa nel miele nella mia bocca che è stata adeguatamente assaggiata e ingoiata … Julia ha imparato ad amare il sesso orale, e mi è sempre piaciuto succhiare la figa e poi iniziare. Amavamo le carezze anali, mordevo il culo, leccavo, infilavo le dita nella piega della carne, finché ho cominciato ad assaggiare il culo, esplorare intorno all’anello con la lingua e poi penetrarlo. La prima volta che l’ho fatto, Julia non se l’aspettava, sussultò, inarcò tutta la schiena, ansimò e gridò disperatamente, mentre gridava: “-Delice, delizia, com’è delizioso AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAE”

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Come ho chiesto retoricamente, “cos’è questo? Cosa sto facendo?”

E lei ha risposto con un dimenarsi: “- il mio culo, mi lecchi il culo”

Ho continuato scherzando “- va bene? La mia lingua su quel culo grasso è deliziosa?”

Mentre urlava: “delizioso, la tua lingua nel mio culo è deliciaaaaaaa”.

Anche in quel momento, una volta che mi sono fermato vicino all’ospedale cittadino, ci dibattevamo tra baci e carezze, ci stavamo strappando i vestiti, ad un certo punto, con Júlia sotto di me, ho cominciato a strofinarmi contro il mio membro in quella angusta grotta, scivolando i miei fianchi indietro si sporse in avanti facendo girare la testolina dal piacere mi strinse forte e gemette in modo incontrollabile era troppo allettante per chiunque, soprattutto per due giovani assetati dei piaceri della carne, Júlia non ce la faceva più, aprì completamente alzata, piangeva praticamente dall’impazienza, voleva penetrare, la testa cominciò ad entrare, ma quando raggiunse l’imene vide cosa stava per succedere e ci pregò di fermarci, non ce la faceva più…

Dopodiché, abbiamo parlato sempre di più della necessità che avevamo di esaudire il nostro desiderio, in fondo sentivamo di non poter più resistere a questa deliziosa tortura, ma ve ne parlerò nel prossimo capitolo.

Con l’incoraggiamento di alcune persone, cerco di ravvivare la scrittura, sarebbe bello avere commenti dai lettori.

*Pubblicato da l’analista su climaxcontoseroticos.com il 21/06/23.

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