Racconto erotico diretto – Quando piccole improvvisazioni risolvono grandi problemi

di | 16 de Novembre, 2023

Tanto per cambiare, mi sentivo alla disperata ricerca di una figa da scopare o di un cazzo da succhiare quando la disperazione di risolvere in qualche modo questa situazione mi ha colpito, facendomi ricorrere all”incredibile; Sono andato a cercare un netturbino che abitualmente frequenta il mio quartiere alla ricerca di oggetti con cui poter guadagnare dei soldi, pensando di offrirgli un’opportunità. Dopo aver ascoltato la mia proposta, Sandra, l’esattore, è rimasta in silenzio, con uno sguardo pensieroso che mi ha un po’ preoccupato per il ritardo nella risposta.

– Mettiamoci d’accordo così – continuò rompendo il silenzio – dopo pranzo verrò a casa tua e farò quello che vuoi… se mi piace non devi pagare… ma ridi! Paga quella cifra doppia! Accettato?

Naturalmente ho accettato senza pensarci e ci siamo visti all’orario concordato; Aveva appena finito di pranzare quando suonò il campanello; Scesi al cancello e vidi che era Sandra; Entrammo e restammo nella stanza mentre lei si guardava intorno per orientarsi. “Se è qui, spegni quel pingolin!” » annunciò, mostrando una certa urgenza. Immediatamente mi sono abbassato i pantaloncini, esponendo il mio pene già duro; Sandra si avvicinò e lo tenne in mano, esaminandone i dettagli; Poco dopo, si inginocchiò e prese il bruto in bocca, iniziando una succulenta sessione di suzione. Confesso che desideravo così tanto questa poppata che non ho chiesto altro a Sandra, perché la verità era vederla nuda.

“Hmmm, che dolce cazzo!” Vuoi disturbarmi? » elogiò, pensando già ad altro; Sandra era una donna nera sulla cinquantina con un volto segnato dalla vita, un corpo leggermente paffuto e un aspetto dispettoso; Naturalmente non ho esitato ad accettare la proposta; Eravamo nudi e lei si inginocchiò sul divano, mostrando il suo culo grassoccio e avendo cura di allargare le natiche, rivelando la sua figa lucida e senza peli; Non persi tempo ad affondare il bastone in questa caverna calda e molto umida, colpendolo forte ed impetuoso, ascoltando già Sandra gemere come una cagnolina in calore. Ho fatto l’amore con grande entusiasmo, non solo perché ne avevo bisogno, ma perché il mio compagno mi ha sorpreso sia per quanto concordato che per l’obiettivo raggiunto. E dopo qualche bella carezza su quella figa appetitosa, ho finalmente raggiunto il mio climax, spruzzando latte sulla ragazza cattiva, che ha urlato di eccitazione.

Alla fine le ho chiesto se voleva farsi una doccia, ma Sandra mi ha ringraziato dicendo in modo eloquente: “Io entro comunque, perché se il cornuto vuole scoparmi, ti infila il suo” cazzo nella sborra! »; Alla fine le ho fatto un piccolo regalo, che inizialmente si è rifiutata di accettare, ma alla fine è stata sconfitta dalla mia insistenza. Pensavo che questa scopata mi avrebbe dato sollievo per molto tempo… mi sbagliavo! Nel giro di due giorni stavo di nuovo arrampicando sui muri! E questa volta non è stato possibile, perché ho deciso di cadere nell’ignoranza accedendo ad annunci sporchi. Dato che su questi siti è impossibile trovare donne che non siano generaliste, sono ricorsa al famoso “uomo cerca uomo”. Ho trovato un ragazzo di nome Lucas, di circa 60 anni, paffuto e desideroso di divertirsi in una stanza sconosciuta, che non ha impiegato molto a entrare in contatto con lui.

Come me, Lucas era un ragazzo obiettivo e grazie a WhatsApp ci siamo conosciuti meglio e abbiamo già stabilito alcuni punti riguardo la possibilità di incontro; Dopo un intenso scambio di messaggi, ci siamo accordati per incontrarci la mattina dopo (il mio momento preferito!) in una stazione della metropolitana vicino a casa mia; Ci siamo scambiati le foto dei nostri volti per identificarci e tutto è andato bene. Mentre veniva verso di me la mattina dopo, ho dato un’occhiata più da vicino; Lucas doveva avere sicuramente circa sessant’anni, capelli grigi ben tagliati e pettinati, un viso senza barba né baffi, un corpo leggermente sovrappeso e l’espressione di qualcuno a cui piaceva essere dispettoso.

Ci salutiamo formalmente e saliamo in macchina diretti all’albergo che conosco bene e che è molto vicino a dove eravamo noi; Appena ho chiuso la porta della camera, il ragazzo è entrato e ha voluto un bacio; Gli ho dato diversi baci bagnati con una lingua imprecante, sentendo la sua mano premere la pistola contro i miei pantaloni. Ci siamo spogliati con gesti selvaggi e siamo andati a letto dove le ho lasciato assaggiare il mio cazzo a suo piacimento. Volevo davvero fare sesso, ma Lucas non sembrava interessato, voleva avere il mio cazzo in altri buchi del suo corpo. Il bastardo ha sbavato molto sulla pistola, lasciandola molto macchiata. Quando gli ho chiesto quale posizione preferisse, Lucas ha detto alla pecorina, perché gli piaceva sentire il suo cazzo entrare duro nella sua figa; Lui ha preso posizione e io mi sono occupata di leccargli la fessura, sbavandola dappertutto prima di dare delle buone dita al buco al suono dei gemiti del cattivo ragazzo che si stava davvero godendo tutto.

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Presi posizione e colpii forte il brioco finché non riuscii a infilare il cappello, ad intrecciare l’oggetto e a far emettere al mio compagno un lungo ed acuto gemito; Ho continuato ad introdurlo poco a poco, godendomi l’esperienza sensoriale che questa penetrazione mi ha regalato, unita ai gemiti, ai sospiri e alle urla isteriche del mio partner che rimbalzava senza rifuggire dal torneo anale; Quando ho sentito le mie palle sfiorare la fessura di Lucas, sono rimasta ferma per qualche minuto, assaporando il momento mentre accarezzavo e schiaffeggiavo il suo culo grosso e liscio. Dopo questo momento di lussuria, ho iniziato una sequenza di colpi veementi, scuotendo anche il corpo di Lucas, che non riusciva più a contenersi, urlando come una cagna in calore!

La sensazione che ho provato è stata indescrivibile nel colpire un cazzo nel culo di Lucas, lui che gemeva e urlava, pieno di lussuria e riceveva anche forti schiaffi sulle natiche accompagnati da espressioni molto volgari; Durante tutta la scopata l’ho chiamato piccola puttana, piccola puttana, troia spudorata e qualunque cosa mi venisse in mente, intensificando i colpi e rimanendo sorpreso di scoprire che quel mascalzone lo stava scopando, venendogli nel culo! Alla fine ho sentito la pelle d’oca e gli spasmi che annunciavano l’arrivo del mio apice, arrivato poco dopo un susseguirsi di movimenti più veloci e profondi; La gioia arrivò, tendendo i miei muscoli e provocando una copiosa eiaculazione che irrigò il retto di Lucas.

Eravamo entrambi sudati, esausti e un po’ senza fiato e da parte mia insistevo ancora ad aspettare con calma che la mia pistola si sgonfiasse e scivolasse fuori dal brioco di Lucas senza richiedere alcun movimento. Ci sdraiamo uno accanto all’altro, cercando il recupero necessario dopo tanta fatica, qualcosa che la nostra età esige in modo imperdonabile. Ho dato un’occhiata al cazzo di Lucas, che anche a mezz’asta aveva dimensioni interessanti, ma quando ho provato a negoziare un pompino, ha rifiutato, dicendo che non ne era attratto. Dopo aver condiviso qualche altro bacio e fatto la doccia insieme, ci siamo vestiti e l’ho lasciato alla stazione della metropolitana, tornando a casa un po’ più sollevata.

Qualche giorno dopo, ho portato la mia macchina all’autolavaggio e purtroppo ho scoperto che era chiuso; Chiedendo qua e là, me ne hanno indicato un altro più o meno vicino a casa mia; Quando sono arrivato lì ho visto che era un luogo piuttosto sofisticato specializzato nel lavaggio convenzionale e nel cosiddetto lavaggio ecologico; Ho fermato la macchina in una zona di fuga quando una bionda mi è venuta incontro; Mi salutò con voce gioviale, volendo già sapere quale fosse la mia preferenza di servizio; Gli ho detto che avevo intenzione di fare un lavaggio convenzionale. “Senti, visto che mi sembri una brava persona, ti faccio un’offerta: ti offro dei vestiti ecologici allo stesso prezzo dei vestiti convenzionali, che ne dici?” suggerì con il suo tono frizzante. voce; Le ho chiesto come si chiamava e lei mi ha detto che si chiamava Marta.

-E qual è il motivo di questa offerta, se posso saperlo? – risposi con tono felice.

-Il motivo è molto semplice – ha risposto tra un sorriso e l’altro – se ti piace il procedimento, penso che lo preferirai sempre, altrimenti ne è valsa la pena. tentativo!

Mentre Marta mi spiegava i vantaggi di questo lavaggio ecologico, ho cominciato ad osservarla: doveva avere tra i cinquantacinque e i sessant’anni, tinta bionda, capelli medio lunghi, occhi castani, con un corpo interessante anche in abiti casual . vestiti come jeans e una maglietta a maniche larghe, che aggiungono un certo fascino intrigante all’insieme. Dopo averla ascoltata fingere di essere attenta, ho accettato la proposta e lei mi ha informato che l’intero processo dovrebbe durare dai quaranta minuti a un’ora. “Perché non mi lasci il tuo indirizzo che chiedo loro di portare la macchina a casa tua?” suggerì, già tirando fuori il cellulare.

-Lo accetto anche, ma ad una condizione! – risposi con fermezza, prendendo anche il mio dispositivo – che potresti venire a darmi la macchina…, e prendiamo un caffè…, accetteresti?

-Guarda, di solito non lo faccio…, ma per il caffè farò un’eccezione! – rispose con tono felice.

All’inizio da solo Ci siamo scambiati i numeri di cellulare e sono partita già pensando alle possibilità che questo lavaggio mi avrebbe portato. Erano passate le due del pomeriggio quando ho ricevuto un messaggio da Marta che mi informava che la macchina era pronta e mi chiedeva il mio indirizzo; Ho annotato quello che mi aveva chiesto e ho aspettato il suo arrivo, che è arrivato poco dopo con la sua insistenza nel parcheggiare l’auto in garage per poi mostrarmi tutti i risultati positivi che l’ecolavaggio ha portato; Naturalmente ho finto di prestare attenzione, anche se ero molto più interessato ad osservare la sua incantevole bellezza.

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Salimmo in cucina e mentre preparavo un espresso forte per Marta, continuavo ad ascoltare la litania sulla cosiddetta lavanderia del prossimo millennio. “Vedo che non sei sposato!” Ho ragione? » chiesi interrompendo il suo monologo; Marta mi guardò in viso con un’espressione come se fosse sorpresa dalla mia domanda e rimase in silenzio per qualche minuto.

-Come fai a saperlo? “Chiese rompendo il silenzio che si era formato tra noi.

-Mi sembra semplice…, non hai nessuno con cui parlare – risposi con tono lento – quindi hai convogliato tutte le tue energie nei tuoi affari e così riesci a catturare l’attenzione dell’interlocutore ed eliminare la solitudine. ti senti…, ho capito bene, vero?

-Come è possibile ? – chiese con tono frastornato ed esitante – Sei uno psicologo o qualcosa di simile?

-No, non sono niente del genere! – risposi con tono gentile – Osservo solo le persone…, e dalla prima volta che ti ho visto ho avuto questa impressione…, e c’è di più: penso che fossi sposato e sfortunato!

-Sorprendente! L’ho capito di nuovo! – esclamò con tono sorpreso – Era sposata… ed era infelice!

-E oggi la solitudine ti dà fastidio, vero? – chiesi ancora, già diffidente della risposta – è difficile non avere qualcuno con cui parlare…, qualcuno con cui condividere…, insomma qualcuno per tutto. !

-Ma tu non sei single – rispose, indicando l’anello che ho al dito anulare – devi avere una moglie…

-Oui, je suis marié – l’interrompis-je, anticipant déjà le sens de la conversazione – mais cela ne veut pas dire que je ne me sens pas seul…, désirant…, convoitant…, comme ça come te !

-Senti, non arrabbiarti, ma devo andare – disse in tono per sviare l’argomento – sistemiamo i conti perché ho ancora delle cose da fare.

-Capisco…, ma quali cose? – Mi sono posto la domanda mentre avvicinavo la mia carta alla cassa automatica: chiudi l’attività…, vai a casa…, ti fai una doccia…, assaggi il vino e poi dormi?

-Ancora una volta hai ragione! – ha commentato con tono enfatico – ma con quello posso sopravvivere.

-Tutto bene! Ma quando vuoi… sono a tua disposizione – conclusi scendendo di nuovo in garage – ma almeno lasciati portare da me!

Marta acconsentì, informandoci che non aveva bisogno di tornare all’autolavaggio, indicandoci la strada per casa sua, che si trovava in un piccolo condominio orizzontale non lontano da dove eravamo noi; È stato un semplice addio con la sensazione che non avevamo ancora finito quello che avevamo iniziato. I giorni passavano, diventando settimane senza che Marta desse segni di vita, finché, senza preavviso, mi inviò un messaggio invitandomi a restituire il caffè a casa sua nel pomeriggio stesso; Mi sono accorta che sembrava una prova, lei pensava che non sarei andata perché ero sposata, ma io non sapevo nemmeno della metà della messa e ho accettato l’invito. Sono arrivato a casa sua verso le nove e appena ho chiamato il citofono la porta del condominio si è aperta permettendomi l’ingresso.

Marta mi aspettava sulla porta della sua abitazione, vestita con un top che a stento conteneva il suo grosso seno e dei pantaloncini talmente attillati che dalla sagoma si capiva che sotto non c’era più niente; Siamo andati in cucina dove ha preparato da bere per entrambi. “Sai che in realtà non so ancora perché ti ho invitato?” » chiese con tono incerto.

-Mi hai invitato perché siamo molto simili – risposi con naturalezza, avvicinandomi a lei mentre era appoggiata al bancone accanto al lavandino – e penso anche che tu mi abbia invitato perché volevi alleviare la tua solitudine con qualcosa di più caldo.

-Hmmm, ecco perché non indosso le mutandine – rispose con tono malizioso e sguardo intrigante – perché speravo che tu ed io potessimo scacciare la nostra solitudine e nutrire il nostro desiderio?

-C’è solo un modo per saperlo – risposi, circondando la sua vita con le braccia, premendo il suo corpo contro il mio – non si può tornare indietro adesso!

I baci e gli sfioramenti avvenivano in un vortice quasi infinito in cui realizzavo il bisogno di Marta e il suo bisogno di sentirsi desiderata; Con movimenti misurati la lasciai nuda e godetti lo spettacolo delle sue forme insinuanti; Le stringevo i seni con le mani, stringendoli mentre succhiavo avidamente i suoi capezzoli, alternandoli nella mia bocca vorace, dilettandomi nell’ascoltare i gemiti acuti della femmina frastornata dall’eccitazione; Con movimenti rapidi e precisi, l’ho fatta sedere sul bancone e le ho allargato le gambe permettendomi di toccare la sua bellissima figa meticolosamente rasata.

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Ho bevuto il nettare delle sue eiaculazioni che eruttavano senza indugio poco dopo aver iniziato un bagno di lingua nel suo antro caldo e umido, lasciando Marta in balia delle mie capacità orali; Si appoggiò allo schienale, ancora seduta sul bancone e si aprì ancora di più, accarezzandomi la testa e implorandomi di non smettere di assaggiare la sua figa; Mi sono presa il mio tempo, ho parlato dappertutto e ho anche tenuto il clitoride tra le labbra, dando piccole pressioni che hanno fatto esplodere più orgasmi nelle viscere del mio partner che non aveva più il controllo della situazione.

In un attimo, già pazzo di desiderio, ho preso posizione e ho colpito con la punta della mia pistola la figa di Marta, già palpitante di desiderio, per poi seppellire il bruto con un colpo profondo e brutale, provocando un urlo isterico del mio compagno. di piacere. sentire la sua caverna invasa e riempita da un cazzo duro; Ho cominciato subito a picchiarla vigorosamente mentre le stringevo i seni, le mordevo dolcemente i capezzoli, facendole sperimentare una lussuriosa dominazione sensoriale da me promossa.

A volte Marta sembrava avere convulsioni involontarie, come scossa dai pugni spietati che le davo, spingendo sempre il mio cazzo più in profondità possibile, e i suoi occhi socchiusi, uniti ai gemiti prolungati e ai sospiri quasi affannosi, mi facevano capire che si sottoponeva al piacere dimenticando tutto il resto; Restammo a lungo in questo rapporto eccessivo, godendoci la vista del suo corpo scosso dalle mie spinte quasi furiose, finché sentii che la mia fisiologia aveva già avuto il sopravvento.

-AHNNNN! ARGH! NON FERMARTI! NON FERMARTI! – ha urlato quando ho annunciato l’avvicinarsi del mio climax – CUM INSIDE! DENTRO! PROFONDO! …, RIEMPI LA MIA FIGA DI SPERMA! AAHHH!

Con questo stimolo accelerai anche le carezze, culminate in un getto di sperma espulso in quella figa già allagata e provocando un tale impatto su Marta che lei si dimenò in una totale perdita di controllo fisico ed emotivo, godendo di un finale di piacere che quasi lasciò Lei. lo fece perdere momentaneamente. coscienza prima di rilassare il corpo, arrendendosi al godimento mentale dell’accoppiamento che sperimentiamo insieme; Ammetto che anch’io ero sull’orlo del completo sfinimento, il sudore colava da tutti i pori e gocciolava copiosamente mentre il mio respiro era ancora affannoso.

Ho aiutato Marta a scendere dal bancone e nudi siamo andati ad idratarci con tanta acqua; Anche se la nostra scopata ha superato ogni mia aspettativa, sentivo ancora un desiderio represso che, in quel momento, veniva bloccato dalla mia temporanea disabilità fisiologica, costringendomi a cercare un meritato riposo. “Se mi prometti qualcosa di bello come quello che è successo oggi, potrai tornare quante volte vuoi!” ha risposto senza mezzi termini quando gli ho chiesto della possibilità di un nuovo incontro. Marta mi ha proposto di fare il bagno insieme e io ho accettato senza batter ciglio; Sotto la doccia con l’acqua calda che colava sui nostri corpi ci siamo ritrovati sopraffatti dall’estasi con Marta inginocchiata davanti a me e con in mano la pistola sull’orlo di un’erezione che finalmente si è materializzata nella sua bocca birichina.

E con un gesto sconsiderato mi voltò le spalle, alzando le natiche e allargando le gambe, offrendosi per una nuova lotta; Presi posizione, strofinando il mio cazzo già duro contro la sua fessura, scendendo fino a trovare la grotta, che fu nuovamente invasa con vigore, facendo gemere Marta, sollevandole il culo quanto bastava per darle intense spinte pelviche e ritmi intensi. Non ci volle molto per offrirgli una nuova successione orgasmica celebrata con grida e gemiti. Ho utilizzato tutta la mia energia ed esperienza per portare al massimo questa nuova copulazione e purtroppo sono stata sconfitta prima dell’ultimo round, eiaculando copiosamente nella grotta spalmata del mio partner, che è comunque riuscito a godere di un piacere che sapeva di meritato risultato del nostro incontro. Ho avuto a malapena la forza di salire in macchina e tornare a casa dove mi sono ritrovato solo perché mia moglie aveva viaggiato con mia figlia. Nei giorni successivi io e Marta ci siamo scambiati diversi messaggi, sempre in attesa del prossimo incontro.

*Pubblicato da Prometeo sul sito climaxcontoseroticos.com il 16/11/23.

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