Racconto erotico diretto: prima in groppa al cavallo; 2° vicino al fiume; 3° nella scuderia

di | 4 de Luglio, 2024

Oggi vi racconterò della mia seconda avventura con Alberto, avvenuta due anni dopo la prima, di cui vi avevo parlato nel mio racconto precedente. Non si tratta di una sola esperienza, ma di tre, e poiché è una storia abbastanza lunga, la dividerò in tre parti. Oggi pubblico la 1° parte e pubblicherò le altre due nelle prossime settimane.

Nei due giorni successivi a quella notte di sesso bollente che ho avuto con Alberto, sono stata con lui tutti i giorni ma abbiamo parlato solo per conoscerci meglio, ma non abbiamo fatto l’amore. Anche perché, durante quei due giorni, ho avuto difficoltà a sedermi perché il mio sedere era ancora tenero per quel sedere lol.

Lunedì è andato molto meglio e già mi mancava il grosso cazzo nero di Alberto. Mentre facevo colazione, mia nonna mi disse che sarebbe andata a Beja per una visita dal medico, che avrebbe fatto delle compere e che sarebbe tornata solo dopo mezzogiorno. Mi ha chiesto se volevo andare con lei, ma avevo già programmato di restare da sola con Alberto. Le ho detto che preferivo restare e le ho chiesto se potevo chiedere ad Alberto di insegnarmi ad andare a cavallo e lei mi ha risposto: “Gli dirò di insegnarti, ma fai attenzione, non cadere da cavallo”.

Volevo saltare, ero così felice. Andai in camera mia, indossai la biancheria intima più sexy che avevo con me, che non era altro che un piccolo triangolo blu che copriva a malapena la mia vulva e i miei pochi peli pubici corti, da cui usciva un perizoma tutto infilato dentro. fruscio della mia coda, che si univa ad un altro filo che circondava la mia vita. Ho indossato un vestito corto di jeans blu che arrivava fino a trenta centimetri sotto il sedere, rialzato e sciolto in vita (se ci fosse stata una leggera folata di vento avrei sollevato il vestito e avrei scoperto tutto: culo, figa, mutandine, tutto ahahah). Il top era aderente al corpo, come una fascia senza spalline, aperta davanti dal petto alla vita, con un fiocco. Quando avesse slacciato la cravatta, se avesse abbassato il vestito, sarebbe stata nuda dalla vita in giù. Mi misi degli stivali da equitazione e corsi alla stalla. La porta era aperta e ho visto la schiena di Alberto sfiorare un cavallo di nome Samsão. Era predisposto per essere cavalcato da due persone, con cavezza, trapunta sulla schiena e due paia di staffe.

Sono entrato, ci siamo salutati con un bacio sulle labbra e lui con un sorriso malizioso sulle labbra mi ha chiesto: “Sei pronto a cavalcare?… O a lasciarti cavalcare?” Mi sono messo di fronte a lui, ho appoggiato il mio cazzo contro il suo inguine, mi sono alzato e ho vacillato mentre anch’io ho risposto con il mio sorriso più malizioso: “Li voglio entrambi ahahah”.

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Mi ha afferrato per la vita e mi ha aiutato a montare Sansone e poi è salito su di lui, stando dietro di me, tenendomi saldamente per il sedere. Mi prese le mani, le mise per tenere le redini e mise le sue sopra le mie. Poi mi ha detto di toccare delicatamente la pancia di Samsão con entrambi i talloni. L’ho fatto e lui ha subito iniziato ad andare avanti. Uscimmo dalla stalla e Alberto mi insegnò a guidarlo, farlo fermare, camminare, cambiare direzione, trottare, galoppare, ecc.

Dopo mezz’ora il Sansão ha potuto manovrare. L’ho guidato fino al cancello sul retro della fattoria, che conduceva lungo un sentiero attraverso la foresta fino a una piccola spiaggia fluviale dove facevo il bagno e nuotavo e dove conoscevo alcuni posti nascosti tra i cespugli. , ottimo per una bella scopata e avevo già programmato di scopare lì con Alberto. Quando si rese conto che ora poteva manovrare Sansão da sola, infilò la mano nel mio vestito e mi afferrò il seno. L’ho aiutata slacciandomi la cravatta del vestito, tirandolo su fino alla vita e lasciandomi nudo dalla vita in giù. Il mio seno già riempiva le mani di Alberto, che erano grandi. Mi strinse i capezzoli e mi baciò il collo, facendomi tremare di piacere. La sua mano destra si abbassò e la sentii scivolare dolcemente lungo la mia coscia destra fino a raggiungere la mia figa, poi le sue dita iniziarono a strofinarmi il clitoride mentre la sua mano sinistra mi massaggiava il seno, infine tutto in una volta e mi strinse i capezzoli. Ho girato il viso di lato, ho messo la mano destra sulla sua nuca, l’ho sollevato, ho unito le nostre bocche e ho infilato la lingua dentro, cercando la sua lingua enorme e succhiandola con gioia. Ero già pazzamente arrapato e pieno di voglia di succhiare quel cazzo nero e sentirlo intrappolato dentro di me mentre mi scopava. Il suo cazzo era duro come l’acciaio e si è seppellito nel mio culo. Sansão camminava lentamente e i nostri fianchi si muovevano avanti e indietro come se stessimo scopando. Ho allungato la mano, ho slacciato il bottone dei pantaloncini che indossava, ho abbassato la cerniera, ho afferrato il suo cazzo e ho iniziato ad andare avanti e indietro. Tra gemiti e sospiri di piacere gli ho detto: “Oh, Alberto mi sta facendo impazzire. Allora dobbiamo scendere perché non ne posso più. Andiamo laggiù a scopare dietro questi cespugli.” In quel momento mi morse l’orecchio e mi infilò la lingua nell’orecchio facendomi venire la pelle d’oca e sussurrò: “Calmati mia piccola puttana, Sansone può occuparsi di entrambi”. Stava pensando di scoparmi sulle spalle di Samsão? “Sei pazzo? E se qualcuno ci vede? E se cado?” Gliel’ho chiesto e lui mi ha risposto sorridendo con una faccia maliziosa: “Non preoccuparti. Io corro qui quasi tutti i giorni e non ho mai visto nessuno e non cadrai perché ti abbraccio. L’ho promesso a tua nonna”. Non ti lascerò cadere da cavallo.

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Eravamo su uno stretto sentiero fiancheggiato da alberi da un lato e un piccolo ruscello dall’altro e Samsão continuò a camminare con il suo passo lento senza dover fare manovre. Alberto mi mise le mani sulle spalle e mi spinse dolcemente, facendomi sdraiare a metà faccia in giù, aggrappato al collo di Sansão. Poi mi ha afferrato per la vita, mi ha fatto alzare un po’ i fianchi e mi ha rimesso giù con il cazzo rivolto verso l’alto. Ho sentito la testa toccare le mie labbra vaginali cercando l’ingresso nella mia vagina e ha cominciato ad entrare lentamente. Non c’era nemmeno bisogno di togliere il cordoncino della mia biancheria intima. Sentii la sua testa entrare e poi il resto del corpo finché le sue cosce e il suo stomaco non toccarono il mio sedere. Wow, è così bello che ho intervallato il tutto. Sansão ha continuato a camminare con calma e non abbiamo dovuto fare nulla, dato che i suoi movimenti ci facevano muovere i fianchi avanti e indietro, e il cazzo di Alberto entrava ed usciva dalla mia figa al ritmo dei movimenti di Sansão.

Ho provato ad osservarmi e ho sorriso quando ho visto la mia figura. Il mio corpo forma un angolo di quasi 90? Piegati fino alla vita, stivali alti fin quasi al ginocchio e piedi nelle staffe; il mio vestito mi arrivava fino alla vita; appeso al collo di Sansão con le mie tette che gli toccano il pelo e Alberto con le mani sulla mia vita, muove i fianchi facendo uscire il suo enorme cazzo nero ed entra nella mia figa, imprecandomi mentre mi scopa: “Puttana bianca, sei così brava. ..Ti piacciono i cazzi neri, vero? Quindi mettitelo nella tua figa, birichino.

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Ero sterile perché avevo finito il ciclo 3 giorni prima. Non c’era rischio di rimanere incinta e mentre ansimavo e gemevo senza fiato sentendo avvicinarsi l’orgasmo, gli ho urlato: “Alberto, vieni dentro… Vieni in questa figa… Non posso, non lo so” .” “Sono incinta, non aver paura… Dai, riempimi di latte, mio ​​caldo negro…” Ci sono voluti ancora alcuni minuti e durante quel tempo mi ha scopato così forte che Sansão ne è rimasto sorpreso tutti. l’emozione. e si fermò a metà strada. Alla fine ho sentito il cazzo di Alberto pulsare nella mia figa e lui ha sparato una serie di getti di sperma caldo e cremoso nel mio grembo, gridando: “Vuoi lo sperma nella tua figa, lo vuoi, puttana? Allora prendilo… Prendilo”. .” dannazione, stronza. Ho anche sentito la mia figa contrarsi e stringere il suo cazzo e ho urlato: “Sto venendo anch’io… Dai… AAAAAAAHHHH… Allora. gooooommmmmm… Fuckoooooo.”

Eravamo già arrivati ​​alla spiaggia del fiume, mancavano solo un centinaio di metri e abbiamo visto che non c’era nessuno. Alberto ha riacceso Sansão e abbiamo fatto il resto della strada nella stessa posizione in cui mi ha scopato, senza nemmeno togliere il suo cazzo dalla mia figa. Scese da cavallo e mi aiutò. Scendi, l’ho abbracciato e baciato a lungo, le nostre bocche si sono divorate e le nostre lingue si sono toccate. Mi sono allontanato, ho lasciato cadere il vestito ai miei piedi, mi sono tolto gli stivali e i calzini, mi sono tolto le mutande e le ho lanciate in aria e sono corso verso una piattaforma di legno dove le persone si lanciavano sul fondo del fiume e me. Mi sono tuffato in acqua con un grido di grande soddisfazione e Alberto ha fatto lo stesso subito dopo: si è tolto le scarpe, si è spogliato e si è tuffato in acqua.

Vogliono sapere cosa è successo dopo. Quindi leggi la mia prossima storia e ora spero che ti sia piaciuta, per favore vota e commenta.

*Pubblicato da Graça sul sito climaxcontoseroticos.com il 24/06/24.

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