Racconto erotico diretto – Dare il capo

di | 6 de Luglio, 2023

Quello che è successo e sta succedendo è un po’ difficile da spiegare perché quello che riporto è il risultato di una serie di conversazioni che ho avuto con un amico di Climax in cui gli ho raccontato e se questo accadeva nel mio reparto mi ha suggerito di mettere questo scritto .

È iniziato con la mia capo che è stata molto gentile con me qualche giorno fa, forse perché sembrava dare, sorridendo più del solito… Dire che era molto carina…

Mi sono insospettita, decidendo di tirarlo su di morale, con piccoli gesti e sguardi finché alla fine si è deciso a offrirmi il pranzo.

Certo, sono andato a pranzo con lui. Stavo già immaginando cosa volevo.

Durante il pranzo ho flirtato un po’ con lui. Ho riso delle sue sciocche battute e gli ho anche permesso di tenermi la mano per un po’ mentre lui si lamentava del suo partner.

Il solito discorso. Che era molto infelice, ecc. eccetera

Ha detto che ha capito. Che è successa la stessa cosa a me, ma che hai dovuto lottare per la persona che amavi. Che dovevo parlargli e saperlo ascoltare.

Mi hanno frainteso ma allo stesso tempo ho lasciato una porta aperta.

La verità è che mi stavo eccitando, ma mi stavo trattenendo.

Certo, mi ha invitato a cena, ma ho rifiutato, ripetendo che era sposato. Che è stato difficile per me, ma se non fossi sposato lo accetterei volentieri.

E ci siamo fermati lì.

Dopo pranzo non mi ha lasciato solo. Diverse volte è venuto da me.

Mi misi a sedere e lui mi mise una mano sulla spalla guardandomi il seno.

Sono le prime due volte…

Alla terza mi ha chiesto se avevo mai pensato di cenare, perché siccome ci sarebbe stata una valutazione da dipendente per un passaggio, aveva bisogno di parlarmi. Sorrisi timidamente mentre rispondevo, ancora una volta, che la cena sarebbe stata molto difficile perché ero sposata, ma in realtà i soldi mi sarebbero stati utili perché avevo difficoltà economiche e che un giorno di questa settimana avremmo potuto restare un po’ più tardi in ufficio .o, sorridendogli timidamente e maliziosamente. E aveva ancora la sua mano sulla mia spalla. Mi abbracciò più forte e sorrise dicendo che era d’accordo.

Quando se ne andò, arrivò persino ad accarezzarmi il braccio mentre mi teneva la mano. Gli lasciai stringere la mia mano più del solito, stringendola a mia volta e sorridendo mentre insisteva per la cena. Ho schivato la domanda con mio marito, ancora una volta, chi avrebbe parlato con lui, ma gli ho detto che se non ce l’avessi fatta ad arrivare a cena, sarei rimasta più a lungo, dopo il servizio, così avremmo potuto parlare meglio. Tenendomi ancora la mano, cercò di tirarmi verso di sé, ma io resistetti un po’ e mi allontanai senza prima sfiorargli il braccio con i seni.

Altre storie erotiche  Storia di gruppo erotica - SCOPATA CON LA FIDANZATA DEL NIPOTE

Sorridendo maliziosamente questa volta e guardandolo negli occhi, gli ho detto addio.

Il giorno dopo in ufficio, mentre ero impegnato al bancone (pieno di aspettative e ancora un po’ appiccicoso nella fica), lei non mi si è avvicinata molto, anche se non si è staccata dai miei occhi.

Ma a un certo punto, una volta che dovevo andare in archivio, sono dovuto passare davanti a lui e in quel momento gli ho sorriso. Sorriso mezzo timido, mezzo invitante, non proprio sfacciato.

Naturalmente, dopo pochi minuti è apparso chiedendomi se avevo bisogno di aiuto. Ho detto no. Grazie Sorriso mezzo timido e mezzo beffardo. Poi mi ha messo una mano sulla schiena chiedendomi se avevo pensato di cenare e mentre parlava ha abbassato la mano. Certo, me ne sono andato dicendo che la cena non è per ora. Insistendo sul fatto che se fosse stata promossa, avrebbe guadagnato di più. E con la mano che scendeva ancora fino a raggiungere il mio sedere. Quando è arrivato, mi sono lasciato toccare per un attimo, fino a raggiungere la mia figa, poi mi sono allontanato, lentamente, dicendogli che lì, in quel posto, potevano vederci e che era sposato ma alla fine del giorno poteva tornare a casa un po’ più tardi, un po’ più tardi e dopo che se ne erano andati potevamo parlare tutti meglio… Era sempre con un sorriso piuttosto timido. Certo, ha subito accettato, cercando ancora di attirarmi a lui. evitato di ripetere che potevamo essere visti. E il caso finì lì.

Abbiamo aspettato che tutti se ne andassero e quando lo hanno fatto mi ha fatto cenno di raggiungerlo nel suo ufficio.

Quando sono entrato, si è avvicinato e mi ha consegnato una busta, allontanandosi un po’. Capendo cosa fosse, l’ho aperto (ovviamente erano soldi) e ho fatto finta di essere sorpreso mentre lo consegnavo.

Altre storie erotiche  cinghia giù

che non potevo accettare. Che quando gli ho detto delle mie bollette, non avrebbe dovuto darmi soldi.

Mi si è avvicinato e mi ha detto che lo sapeva e che voleva solo aiutarmi.. Che sapeva quali erano le difficoltà.. Che avrebbe pagato dopo quando fosse salito un gradino. Che non aveva bisogno di soldi e che era un favore che gli facevo, perché era un piacere aiutare una donna bella come me. e più bella

Sorrisi timidamente senza alzare lo sguardo dicendo che era molto simpatico… Che io non ero così… Che anche lui mi piaceva da tanto tempo.

Con questa conversazione ho finito per lasciarlo venire da me e afferrarmi, farmi baciare e annusare le mie tette. Ma quando mi ha raggiunto il culo e mi ha messo una mano in mezzo al culo, quasi raggiungendo la mia fica (che era già bagnata), ho lottato debolmente, premendo un po’ la pancia contro il suo cazzo duro. Che non potevamo farlo. Sembrerebbe una puttana. che era sposato

Certo, non è quello che pensava di me, ha detto che eravamo adulti. Che era innamorato di me, che mi baciava ancora e mi rispondeva con una lingua lunga, sollevandomi la camicia da notte, abbassandomi il reggiseno, lasciandomi con tutti i seni scoperti, con i capezzoli gonfi di desiderio e più duri quando li toccava. succhiare e mordere

Poi ho iniziato a gemere leggermente e ho spinto i miei seni contro la sua bocca gemendo un po’. Che doveva finire. Mi ha chiesto se non mi piaceva. E tra qualche lacrima finta, le ho appena detto che non era una puttana, ma non l’ho spifferato. Avevo già la mano tra le cosce, che erano modestamente chiuse.

Quando ha cercato di costringermi ad aprirlo, gli ho detto che non potevo farlo oggi. un po’ sporco di sangue.. Poi si è allontanato un po’ ma senza mollare la presa e sentendo il mio seno ora il mio sedere, mi ha chiesto se non potevo aiutarlo.. Questo mi ha detto che voleva tanto.. Se gli piaceva sesso orale… Ho detto di sì, ma bisognava essere molto intimi con la persona.. Ed era la prima volta con lui.. Ancora di più in ufficio… Ma lo aiutava..

Altre storie erotiche  Storia erotica etero - Il mio primo grosso cazzo

Tra sospiri di piacere non più finti e suole gli ho tirato fuori il cazzo (che non era niente di speciale ma con delle palle enormi) e con il glande premuto contro la mia pancia e il mio pube ho cominciato a masturbarlo… Certo che era intervallato Con baci e palpeggiamenti mi ha messo un dito nel culo.. Certo che era già arrapato.. Ma non voleva che lo sapessi..

Anche dopo pochi minuti ha iniziato a diventare un po’ più duro nella mia mano e tra i grugniti e il russare ho sentito gli schizzi caldi e morbidi del suo sperma gocciolare lungo la mia pancia e l’ingresso nella mia figa. Tremavamo entrambi perché quando ho sentito tutto quello sperma inzupparmi sono venuto anch’io, sentendo tutto il suo cazzo floscio contro la mia pancia, mi sono appoggiato indietro e mi sono strofinato contro di lui ancora di più con spasimi di piacere e la mia figa pulsava.

Mi ha baciato e mi ha chiesto se ero venuto anch’io e io ho scosso la testa e ho detto di sì, mi piaceva, fingendo di piangere piano mentre mi tirava su le mutandine. Tutto questo con entrambi ancora in piedi.

Mi ha chiesto di non piangere.. Che gli dispiaceva, ma che mi amava.. Era arrabbiato? Se mi sarebbe piaciuto, se potessimo essere di nuovo così.

Fingendo di asciugarsi le lacrime, ha detto che andava tutto bene. Che non era colpa sua, che non avrebbe dovuto piacergli perché era sposato ed era la prima volta che lo faceva.

Visto che si stava facendo tardi, gli ho detto che domani avremmo parlato con più tempo.

Gli ho dato un lungo bacio sulla bocca e me ne sono andato con la figa ancora bagnata.

Quando ho aperto la busta conteneva 400 euro.

Dovrò davvero lasciarlo scopare domani se il mio ciclo passa per allora.

*Pubblicato da vera depravazione su climaxcontoseroticos.com il 21/05/23.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *