Racconto erotico diretto: come sono diventata una puttana

di | 6 de Luglio, 2023

Solo una pausa nel corso della mia cattiva iniziazione, per così dire.

Lo dico su richiesta di un amico di Climax.

Fondamentalmente, è il mio certificato di puttana. Dico che è il certificato di puttana perché già da tempo mi ero arreso al mio capo e non solo.

Dal punto di vista sessuale non c’è niente di nuovo, niente che io non abbia già fatto o dato.

Quello che sto per raccontare è accaduto, come sempre, a Sintra.

È successo tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera.

La mattina era bellissima e ho pensato che sarebbe rimasta tale, quindi ho indossato un abito lungo, leggero ma con uno spacco laterale che in alcune posizioni lasciava intravedere gambe e cosce. Tacchi alti e senza calzini. Mutandine perizoma e senza reggiseno.

Ma karma…

Mi sentivo bella, sensuale e felice…

Ed è allora che inizia tutta una serie di eventi…

Quando salgo in macchina e provo ad avviarla, non si avvia… Merda… Aveva lasciato gli anabbaglianti accesi tutta la notte e la batteria si stava scaricando.

Dato che ero già in ritardo, sono andato a svegliare il mio piccolo cornuto in fretta per portarmi al lavoro.

Io, senza macchina, ho cercato di accordarmi con Paulo (il mio cornuto) se poteva venirmi a prendere, nel caso non fossi riuscito a tornare a casa corona, o come ultima risorsa, avrebbe chiamato un taxi per tornare… non so perché l’ha fatto prima che se ne andasse, pensavamo che la cosa migliore sarebbe stata se prendeva un taxi, lo metteva nel mio letto così mi scopava velocemente)

Durante la mattinata è andato tutto bene, con le solite buffonate del mio capo (toccarmi la figa… le tette) appena si è potuto… non gli avevo ancora detto la mia idea. Volevo sorprenderti. Scopami nel letto del mio cornuto…

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Sono andato a pranzo, ma quando sono andato a pagare il conto, la cassa automatica non ha accettato la mia carta, perché il tempo era già scaduto (ho dimenticato di portare la nuova carta) ma come sai, potrei pagare la prossima giorno. .

Non troppo preoccupato, sono tornato al lavoro pensando di chiedere soldi al mio capo (presi in prestito ovviamente. Tornavo oggi, non sapevo cosa fare visto che avevo solo i soldi per il treno.

La mia giornata era già rovinata, ho chiamato Paulo per dirgli cosa era successo… Se poteva venirmi a prendere… No, non sapevo a che ora partiva… per prendere il treno per Rio de Mouro , che a quel punto sarebbe stato fatto in pochissimo tempo e anche se fossi in ritardo potrei aspettare in un bar..

Con il servizio in ritardo e il casino intorno ho finito per arrivare tardi e quando sono uscito era già buio. Faceva freddo e pioveva… Tempo perfetto per quello che indossavo… Sono sarcastico.

Ci sono due modi per arrivare alla stazione, uno più buio e meno battuto e l’altro più lungo, più luminoso e più battuto.

Siccome volevo sbrigarmi, ho optato per la prima.

Stavo pensando a che giornata di merda ho passato quando ho notato che un’auto mi seguiva da un po’… Mi sono fermato per vedere se era quello che stava succedendo e ho guardato indietro… Mi sono fermato un po’, curioso.

Appena mi fermo, la macchina avanza, si ferma accanto a me, il finestrino si apre e un uomo mi chiede di avvicinarmi al mio seno leggermente scoperto, mi chiede quanto ho guadagnato facendogli un pompino, mentre spudoratamente accarezzandogli il pene. ..

Sono rimasto senza parole per qualche secondo. Dopo diversi pensieri mi sono passati per la mente e dopo aver visto il suo cazzo, che non era niente da buttare via, ho pensato che fosse uno spreco non approfittare della situazione… Soldi per un taxi, ripararsi dalla pioggia e divertirsi ancora.

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Esitando un po’, non conoscendo i prezzi, ho detto che erano 25 euro.

– 25 euro solo per una spilla? – chiesto. Se per questo prezzo non avessi diritto ad altro…

Io sorridente, affacciata al finestrino, e ora, a proposito, mostrando più tette, ho risposto che se si poteva organizzare qualcos’altro, offrendo ancora più tette… lui ha sorriso e si è chinato verso di me (ero in camera lato opposto della macchina) hanno raggiunto la mia scollatura, tirandoli fuori, lasciandomi in una posizione ridicola. La posizione perfetta per farsi scopare da dietro… cosa che purtroppo non è accaduta.

Certo, la sua figa era già bagnata.

Dopo aver giocato con loro, torcendosi i capezzoli con una mano e masturbandosi con l’altra, mi ha mandato dentro.

La mia fica nera e grassoccia pulsava di desiderio.

Sono entrata velocemente, sempre con il seno in fuori… Sedendomi, lo spacco del mio vestito si è aperto, scoprendo le mie cosce e mostrando un po’ di mutande.

Gli ho chiesto i soldi, cosa che ha fatto velocemente, chiedendomi dove volevo andare.

Ho offerto parcheggio vicino alla stazione dove ci sono anche i taxi. Posto oscuro in quel momento e lo so bene.

E, naturalmente, ero già io a masturbarlo mentre metteva le mani tra le mie cosce già spalancate, toccandomi la piccola figa, togliendomi le mutande e infilando il dito nella mia piccola figa appiccicosa, succhiando il cazzo.

Il parco era relativamente vicino e mentre guidava io mi chinavo per leccare e inghiottire quel succoso rotolo… Stavamo per avere un incidente, quindi abbiamo dovuto rallentare con le giostre.

Non appena abbiamo parcheggiato, si è girato verso di me e mi ha tenuto la testa vicino al suo palo, cosa che ho fatto con grande piacere, ingoiandola tutta in un sorso, facendomi soffocare e sbavare mentre cercavo di controllare il suo respiro.

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Mi stava toccando… Ero frenetico… Improvvisamente, senza preavviso, lo sento gemere… Un battito in gola, poi sorsi e sorsi di latte denso e caldo che mi scorreva in bocca, giù per il mento. Cercando di deglutire il più possibile.. non ce la faccio.. mi ha penetrato con più forza.. mi rompo le dita gemendo, perché avevo ancora il suo pene in bocca.

Lui, dopo qualche istante, pensava che fosse tutto finito, ma no… voglio di più.

Continuo a succhiare, leccare le palle, il cazzo, la testa… giocare con i miei seni…

duro di nuovo…

Mi giro velocemente, sollevo il vestito, mi tolgo le mutandine e afferro il suo cazzo, lo punto contro la mia figa e lo seppellisco gemendo.

I colpi… Il duro colpo profondo… Di nuovo… Latte… Dolce latte che esplode…

Ovviamente il nostro sperma scorre lungo le mie cosce.

Dopo aver riposato un po’, ho chiesto con un sorriso malizioso se valessero i 25 euro.

Rise e mi chiese se lavoravo lì di notte.

Ho riso, rispondendo solo a volte, mentre mi ripulivo meglio che potevo.

E così con i soldi del taxi sono diventata una puttana

*Pubblicato da vera depravazione su climaxcontoseroticos.com il 27/05/23.

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