Non mi arrenderò, 6

di | 27 de Dicembre, 2022

Ciao ragazzi. Prima di iniziare, voglio stabilire ancora una volta una cosa: non violerò i miei testi incollando cose che non esistevano per renderli “caldi”, e non ho nemmeno intenzione di affrettare le cose con mio padre. . . Non posso fare più di quello che faccio. Sono un essere umano, provo paura, vergogna, apprensione, dubbi su quello che sto facendo, cattiva coscienza… Pensaci bene prima di chiedermi di “smettila di sollevare e fatti un bel culo”.

Accetto le critiche, sono aperto ai suggerimenti, incluso il modo in cui scrivo, ma ho bisogno che tu lo capisca. Non ho intenzione di lanciare il mio pappagallino in faccia a mio padre, non vado matto per questo, sii il fottuto padre che ho. O mio padre prende gradualmente i miei segnali per pensare sempre più sessualmente a me, o semplicemente non funzionerà.

Esempio: se volesse qualcosa da me oggi, oggi che ho questa faccia, sarei totalmente aperto, ma se fosse stato due anni fa, sarei stato così sorpreso da non poter più parlare. So che la realtà non è sempre eccitante, ma mantengo sempre ciò che ho promesso nella prima parte. Grazie.

Parte 6:

Passavo la giornata con mia zia per aiutarla in certi compiti e solo di notte mio padre veniva a prendermi. Tornando a casa ha avuto l’idea di ordinare una pizza da farci mangiare mentre guardavamo The Office. Fino ad allora, indossavo pantaloni della tuta grigio scuro poco attraenti e una canotta nera molto semplice, che non valeva nemmeno la pena indossare. All’arrivo ci siamo seduti a divorare la pizza. Mi ha chiesto della mia giornata e io gli ho chiesto della sua giornata. Così ho colto l’occasione per unirmi a lui, questa volta in modo diverso, meno sensuale e più affettuoso:

– Ah, quando sto fuori tutto il giorno così, ho nostalgia di casa, non c’è niente da fare. La zia mi ha persino offerto di dormire lì, ma ho trovato una scusa ahah

– Wow, Larissa hahaha – scuote la testa negativamente e ride.

– Oh, volevo guardare la nostra serie, lol, mi sto godendo il nostro momento…

– Sicuramente avremmo dovuto farlo prima, vero, figlia mia?

– VERO.

Una volta ho letto qualcuno che ha capito che il silenzio porta vergogna solo quando le persone non sono intime; quando sono intimi, il silenzio non è sconcertante. Beh, fino a una settimana fa non provavo alcun disagio, ma ora quando ci sediamo insieme e c’è questo silenzio, mi sento così esposto e mi vergogno, che strano! ahahah E non deve essere solo nella mia testa, perché in fondo mi guardava in modo diverso nelle situazioni che ti ho già raccontato e quel giorno mi ha anche tolto le mutandine per farlo, sai se devi hahaha Poi anche lui avrebbe tutte le ragioni per sentirsi così. In ogni caso, questa vergogna indica che tra noi si sta sviluppando un nuovo tipo di relazione, diversa dalla precedente, e in questa nuova relazione non siamo ancora intimi.

– Questa pizza è buona, vero? disse, rompendo il silenzio.

– Uhum, esatto – sollevato di lasciare il silenzio.

Pochi secondi dopo che ha bevuto il suo primo sorso di soda, fingo di rendermi conto di aver dimenticato di versarmi da bere, poi bevo dal suo bicchiere. Emette un micro-sussulto, espresso solo dalle sue sopracciglia, qualcosa di molto veloce, mostrando sorpresa che io stia bevendo dalla sua stessa tazza. E continuo ad agire in modo naturale:

– Anche questa soda è ottima, è fredda, ma non croccante, mi piace così.

Immagino che se disapprovasse leggermente il mio atteggiamento, potrebbe semplicemente allungare la mano e prendermi da bere dalla credenza, o non dire nulla e smettere di bere sottilmente. Ma non è quello che ha fatto, anzi, subito dopo che ho bevuto, ha bevuto ancora e così abbiamo fatto fino alla fine, anche quando il bicchiere era vuoto e lo abbiamo bevuto ancora.

– Chi va a fare la doccia per primo? – Lui chiede.

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– Yo, papà, fammelo avere – ti sto anticipando, perché volevo che tu vedessi le mie prossime mutandine all’anagrafe.

– Va bene, se vuoi guardiamo qualche puntata, sai che per me ne guarderemmo tante! – disse entusiasta.

– Sì, si chiama “maratona”, papà. Ma questo divano non è il massimo per quello, sai? Devi comprarne uno nuovo, perché in questo il culo inizia a far male, non ha una buona posizione, sai? È faticoso guardarne diversi contemporaneamente.

– Esatto, è ora di comprarne un altro – annuisce

– E con questo freddo la gente guarda tutto a letto, coperta da una coperta, come un eschimese, ahah. Con i piedi congelati non è nemmeno possibile… Ma se vuoi, ne vediamo più di uno sì.

– Beh, solo se… – Si ferma, pensieroso e spaventato.

Rimango in silenzio, aspettando quello che dirà.

-…Solo se metto il materasso qui in camera da letto, che ne pensi? – suggerisce, sulla base di quanto ho appena suggerito.

Qual è la differenza tra vederlo in camera da letto o mettere il materasso in soggiorno? In pratica è lo stesso! Staremo insieme sullo stesso materasso, hehehe. Ma a quanto pare per lui c’è una differenza, e penso che sia una domanda simbolica, giusto? Porta la ragazza in camera, porta la ragazza a letto… Detto questo sembra molto più intimo e proibito di un materasso sul pavimento del soggiorno ahahah. Ma per me è già un piccolo passo verso il livello successivo, anche per motivi pratici, perché immagina di passare ogni giorno a portare il materasso in soggiorno. Un’ora qualcuno finisce per offrirsi di restare nella stanza, immagino lol.

– Oh, è meglio, questo è sicuro! Facciamolo allora, dandogli tutto il supporto del mondo

“Calmati, così ci facciamo una doccia e andiamo” disse prendendo l’ultimo sorso di soda.

Mi limito a sistemare i piatti e prima di andare a fare la doccia, salgo in camera mia. È che durante il giorno non indossavo la mutandina attillata di cui ho parlato, ma una molto semplice, di cotone. Allora tiro fuori dal cassetto le mutandine di filo, pulite, piegate, rosse, le più ardite che ho. In bagno, mi spoglio, entro in doccia e, seguendo il consiglio di chi insisteva che le mie mutandine avessero almeno un po’ di odore, mi strofino la macchiolina rossa sulla fica, storia di annusare un po’ cosa dicono gli uomini . è © buono. Nemmeno lei voleva rovinare nulla, quel tanto che bastava per fargli divertire un po’. Ho inumidito le mie mutandine prima di appenderle alla cassa in modo che sembrasse che le avessi lavate, e ho guardato bene dove le avevo lasciate sulla cassa. Faccio una doccia veloce immaginando come sarebbe mio padre quando vedrà questa stanza calda e provocante.

La voglia di toccarmi era tanta, ma finii la doccia e andai in camera da letto, vedendo che il materasso matrimoniale era già lì sul pavimento del soggiorno. Ora era il momento di completare il set.

Dato che il freddo non era così forte e c’erano tre coperte lì, era possibile osare un po’. Shorts a fiori, questa volta molto larghi, in cotone, che ho voluto alzare per essere più picareschi, ma ovviamente non sono salito neanche in vita, vero? Ahah. E questa volta indossava solo una camicia bianca, senza reggiseno, ma niente di trasparente. La vetta però, soprattutto al freddo, pur non essendo visibile in termini di colore e trasparenza, si rivelava in termini di forma e rilievo. E per completare, calze di cotone perché ho i piedi freddi.

Esco velocemente dalla stanza, perché non volevo che andasse in bagno prima di vedermi, perché se avesse intenzione di masturbarsi pensando a me (di nuovo o per la prima volta, non lo so), sarebbe importante per lui vedermi prima in pantaloncini e pantaloni. Mi dirigo verso il materasso, ma non volevo infilarmi subito sotto le coperte, volevo che mi vedesse! lol Quindi vado in cucina, dov’è.

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– Vai a farti una doccia, papà.

Lo stesso spavento da parte sua, la stessa faccia stupida, per la stessa frazione di secondo.

– … Sì, ora vado …

Quindi esco dalla cucina dandogli le spalle, per lasciare che quel bastardo mi guardi il culo.

– Va bene, ti aspetto lì!

Presto non era il suo bagno. Diciamo solo che ha avuto abbastanza tempo per farsi una bella sega. e lavare in un unico pezzo. Mi schiaffeggerò se non l’ha fatto lol.

Poi arriva con questi pantaloncini da calcio neri, una maglia Hering altrettanto nera e anche calzini di cotone neri! Sta in piedi con il telecomando in mano, accende il programma e io sono già sotto le coperte. Il mio cuore batteva all’impazzata, duro come dovrebbe essere il suo cazzo. Oppure no, se fosse venuto in mutandine sotto la doccia, ma non l’avrei saputo se non più tardi.

– Wow, chi è morto? Sei in lutto? – chiedo scherzosamente.

– Oh, non l’avevo nemmeno notato, haha. Sei molto arrabbiato?

– No, comunque stai bene, papà, rilassati.

– Io, eh? Sei tu che resti, tutto quello che indossi ti sta bene.

Sono molto timido con questo commento, perché è un complimento della persona che amo di più al mondo.

– Grazie papà! – dire gentilmente sorridendo e scherzando lol

Mi sono seduto strategicamente al centro del materasso, per non rischiare che si allontanasse. Volevo almeno la stessa distanza che avevamo quel giorno sul divano, non potevo tornare indietro. Le mie avances sono già troppo piccole per rifiutare qualsiasi cosa. Poi si siede accanto a me, molto vicino, uno accanto all’altro. Le nostre cosce sono parallele e si toccano, ma non strette. Il divano è per noi per sostenere la nostra schiena, insieme ai cuscini e ai guanciali. Lì, piaccia o no, siamo marito e moglie. Grande giorno per me. Mi affrettai ad appoggiargli la testa sulla spalla, mentre gli parlavo affettuosamente:

– Grazie, papà, si sta molto bene qui – e mi stacco la testa.

– Per cosa, figlia mia?

– Oh, per aver portato il materasso e cose del genere

– Oh, figlia mia, vieni! – Passa la sua mano destra dietro il mio collo e le mie spalle, e con essa guida la mia testa a ricevere da lui un bacio sulla fronte, “SMACK” – Non ho bisogno di ringraziarti, figlia mia, mi diverto anche un molto, affare?

– Ok papà.

La sua mano non torna, rimane lì con il suo braccio dietro il mio collo, il polso e la mano appoggiati comodamente sulla mia piccola spalla. Così buono che ne approfitto per mettere la mia mano sulla sua, che è appoggiata sulla mia spalla, e lì lo accarezzo. Ragazzi, non lascerò che il mio messaggio diventi romantico, lo prometto ahah. So cosa vuoi, ma era così, niente prendere o mettere, anche se prendere e mettere era esattamente quello che volevo, se capisci cosa intendo, lol.

Dopo un po’ non so come andare avanti. Era tutto molto gustoso, abbiamo anche riso molto della serie, ma sapevo che avrei potuto fare di più. Alla fine del secondo episodio, mi alzo per andare in bagno, in piedi di fronte a lui, lisciandomi i vestiti, tirandomi i pantaloncini qua e là, sapendo che sta guardando. In bagno, ne approfitto per soddisfare la mia curiosità sulle mutandine, e sì, erano confuse. Ricordi come l’ho lasciato bagnato? Perché ora ero molto bagnato e la posizione era completamente diversa ahahah. Deve essersi fatto una bella sega, grazie al cielo. Faccio finta di fare pipì, in fondo mi sono alzata solo per cercare delle alternative e pensare un po’ a cosa avrei potuto fare lì sul materasso.

Cosa sarebbe meglio adesso? Incrociare di nuovo le gambe come quel giorno sul divano, lasciando il mio piccolo ginocchio e la mia coscia sulla sua coscia? No, volevo qualcos’altro. Torno al materasso, alla mia posizione.

– Papà, il braccio hahaha

– Braccio, quale braccio?

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– Stira il braccio, era delizioso hahaha

– Ehi, ma sei molto timida, vero, ragazza? rs – disse un po’ imbarazzato.

-… Si sta bene qui, vero? – chiedo a tutti timidi.

Mi passa il braccio, ma questa volta approfitto del suo movimento per appoggiare un po’ la testa sul suo petto. Penso che fosse piuttosto sorpreso. Dato che le erano rimaste molte braccia (perché lo spazio tra di noi si era accorciato), è stata in grado di piegarle e iniziare a darmi pacche timidamente, molto delicatamente. mi ha fatto rabbrividire lol

– Hmm, è delizioso, papà hahaha

Lui è silenzioso. Qualcosa gli dice che è teso, riluttante.

– Cosa sta succedendo papà?

– … No niente…

– Vuoi ancora vedere?

-…

– Padre?

– Sai, mia figlia…

– Possiamo lasciarlo per domani? – Chiesto.

– Uh, certo, facciamo una pausa e iniziamo a dormire, giusto? – Lui è d’accordo.

– Sì – dico appoggiandomi al suo petto e ricevendo il caffè.

“Va bene,” disse con apprensione.

– Allora riattacca, vai avanti – gli dissi, sbadigliando e lasciandomi dolcemente carezze e sdraiandomi accanto a lui sul cuscino, già in posizione dormiente.

– E il materasso, figlia mia?

– Ah, fa freddo, non ho voglia di alzarmi, no – dico qualcosa di pigro – puoi prenderlo domani, papà.

– Davvero, ora fa molto freddo, è pazzesco…

– Lo prendiamo domani – ripeto con voce assonnata

– Hum… Peggio di dove vado a dormire? – si rende ridicolo – C’è un piumone nella tua stanza?

– Ah, sarà, ma ci vai? Resta qui amico.

– Non è meglio che vada? – chiaramente precario.

– Non rispondo.

– No? – prova a confermare.

– No, dormiamo qui, eh…

??

Non dice niente, spegne solo la TV e si copre. Mi giro immediatamente di lato, lo affronto. Con la schiena girata, guardando il soffitto, doveva aver pensato a un miliardo di cose contemporaneamente. Il mio cazzo mi stava uccidendo, la mia figa stretta al limite.

Silenzio totale. L’immobile. Un minuto, due, tre, non una parola. Così rompo il ghiaccio, con la voce più timida, riluttante, bassa, incerta possibile, quasi un sussurro:

– Papà, puoi abbracciarmi?

Silenzio.

-… Mia figlia, io… – e pausa.

La sua frase incompleta era un discorso completo, appena cancellato. C’era così tanto da dire che non sapevo nemmeno da dove cominciare. Posso immaginare la confusione nella sua mente.

– Baciami, padre – insisto molto bisognoso

– …figlia mia… penso…

Sono un po’ imbarazzato e decido di non affrettare le cose.

– Ok, buonanotte, papà.

– Buonasera, Larissa.

Restammo così per altri quattro minuti, in silenzio. Per me era già un argomento chiuso, quando mi sorprende.

-TSC! – e rilascia questo suono con la bocca quando non vuoi fare qualcosa, ma smetti di resistere.

Anche lui rotola di lato, coccolandomi, anche se non siamo così vicini, così vicini che non riesco nemmeno a sentire i suoi fianchi, ma è già qualcosa. Mi mette un braccio sul corpo mentre glielo chiedo e io gli prendo la mano e la metto un po’ sotto l’altezza del mio seno, sulla pancia, calda, per sentirmi meglio abbracciata.

Chissà cosa stava pensando in quel momento. Doveva essere pazzo, voleva invadermi la camicia e stringermi i seni, ma non poteva fare niente. Immagino che debba essere stato molto difficile per lui, ma non volevo fare tutto da solo. Se anche lui ne avesse beneficiato, avrebbe dovuto correre il rischio.

– Stai bene, papà?

– “rs” – quella piccola risata attraverso il naso, come qualcuno che conta molto e non può dire niente.

– Stai bene, papà? – Insisto.

– Buonanotte figlia mia.

– Buonanotte papà.

(Da seguire…)

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