Nel cuore della notte

di | 12 de Dicembre, 2022

Era l’alba e regnava il silenzio; anche se potevo sentire dei passi avvicinarsi alla mia stanza; Potevo quasi sentire la sua presenza e il mio respiro era rapido. La porta era abbastanza socchiusa perché un raggio di luce entrasse, rompendo l’oscurità prevalente; la figura prese forma nel vuoto e avanzò verso di me; la sua nudità era percepita da me e ancora di più il calore del suo corpo disteso accanto a me, che premeva il suo corpo contro il mio.

Ho sentito il respiro caldo e morbido scendermi lungo il collo e mandarmi brividi incontrollabili lungo la schiena. Non ho resistito e ho sospirato quando ho sentito qualcosa di duro accarezzarmi il sedere e ho gemuto mentre una mano mi stringeva il seno con la punta delle dita che giocava attorno al capezzolo duro; J’avais une envie incontrôlable de tenre la main vers l’arrière et de sensir la calibre de cette chose dure et compondante qui s’était lentamente logée dans le pli entre mes fesses, mais j’ai retenu l’envie, me laissant conduire per lui.

Senza preavviso, quella mano grande e un po’ ruvida le lasciò il capezzolo e scese lungo il ventre, attraverso il ventre, raggiungendo il boschetto caldo e fradicio che versava lacrime al primo tocco di dita che si sfregavano dolcemente; Non potevo contenere un gemito più audace quando due dita mi invasero senza tante cerimonie, iniziando movimenti sincronizzati con il pollice che mi sfiorava il clitoride, per finire con l’indurre un primo orgasmo pieno di intensità; e dopo di lui ne vennero altri, portandomi sull’orlo della follia.

E ancora una volta l’estasi sbocciò mentre mi spingeva in avanti e mi sollevava la gamba; Sentii la bestia scivolare dal fosso nel crepaccio con la sua grande testa che sfiorava il grano; il mio respiro era affannoso e la perdita di controllo progrediva; Ho allungato la mano per toccare quel bastone, spingendo la testa dentro di me, strappando senza pietà; Ho urlato e ho sentito l’altra mano coprirmi la bocca e una lingua leccarmi l’orecchio. “Urla no, piccola puttana! Diventerò selvaggio! Ho sentito il sussurro malvagio mentre sentivo l’invasore tirarmi forte.

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Ben presto fu riempito dal bruto che iniziò il suo rapido e profondo ondeggiamento con lo stomaco che si schiantava sonoramente contro le mie natiche poco prima che uno sperma schizzasse fuori così violentemente che cominciai a mordicchiare il palmo della sua mano con la voglia di urlare; e dietro di lui quelli che lo seguivano erano ancora più veementi, raggiungendo il culmine di annebbiare i miei sensi. Il piacere che ruggiva dentro di me sembrava infinito, così come l’impetuosità contraria sembrava lontana senza raffreddarsi.

E quando sentivo un rauco ringhio nell’orecchio, sentivo i movimenti farsi più tesi ed eccessivi fino al momento in cui l’orgasmo germogliava, si gonfiava in fitti rivoli che mi bagnavano fino a gocciolare, lasciandomi tutta infangata; Restammo immobili, facendomi sentire l’invasore esausto che si ritirava fuori, lasciando traboccare un po’ più di linfa calda; Svenni lentamente sentendolo allontanarsi da me con una promessa: “C’è dell’altro domani, stronza!” Aspettami ! “. Mi sono addormentato con quelle parole che mi risuonavano in testa fino a scomparire come fumo.

La mattina dopo mi sono svegliato sentendo il mio corpo scivoloso per il sudore e lo sperma; Mi alzai e cercai sollievo dalla doccia calda che scorreva lungo il mio corpo; Mi vestii e lasciai la stanza; tutto sembrava deserto; Era solo, ma soddisfatto. Ho preso un caffè rinvigorente e ho pensato di uscire; Fu allora che il telefono vibrò. “Resta a casa oggi. E preparati per la notte!”, recitava il messaggio che compariva sullo schermo. Non c’era modo di non obbedire; Mi sono buttato sul divano e sono rimbalzato davanti alla TV, sognando la notte che verrà. Mi ci vuole ancora un po’ per arrivarci. Dopo pranzo, ho controllato i miei social network e giocato sul tablet. Il tempo sembrava essere contro di me! Il pomeriggio si allunga e la notte non arriva.

Quando me ne sono reso conto, il manto della notte si era già steso nella stanza, lasciando tutto in ombra; Ho fatto uno spuntino e ho aspettato… alla fine mi sono arreso e sono andato in camera mia; Mi sono spogliato e sono andato a letto; Mi ci è voluto un po’ per addormentarmi sentendo un prurito tra le gambe e accarezzandomi i capezzoli duri finché il sonno non mi ha sopraffatto. Mi ha svegliato di soprassalto premendo il suo caldo corpo nudo contro il mio, strofinando il suo strumento sul mio sedere. “Oggi è il giorno giusto per rompere il panino a questa puttana!” sussurrò, già colpendo il mio cazzo con la punta del dito. Non ho opposto resistenza, preferendo chinarmi sul letto, premendo il sedere contro il bruto.

Un brivido mi pervase quando iniziò a strofinare qualcosa di freddo e appiccicoso nella mia piega, allungandosi per spingere il dito nel buco, premendo lentamente; mi ha lasciato con un’erezione incontrollabile; e il dito fu sostituito dal bastoncino duro che pure sembrava unto; già al secondo colpo il cappello mi lacerava il sesso provocandomi un piccolo dolore pungente; ho sospirato e sopportato; a poco a poco mi colpì con brevi colpi, circondandomi senza pietà; il dolore continuava acuto e crescente; Alla fine ho fatto un respiro profondo quando mi sono reso conto che una spessa verga dura si era sistemata nel mio orifizio spalancato impedendomi di contrarmi.

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Quando iniziò a spingere con movimenti intensi, il piccolo dolore si fece un po’ più intenso, ma anche così non ebbe modo di scappare; Non l’avevo e non lo volevo! Scalciava vigorosamente, tirando e infilando il suo bastone nel mio cazzo attorcigliato che descriveva una contrazione che non si materializzava per paura di aumentare il livello del dolore…, e così anche i rapporti anali con più dolore che piacere… ma lo stesso , mi sono consegnato a lui; mi possedeva, mio ​​signore e per quanto mi facesse male volevo… avevo bisogno di soddisfarlo.

All’improvviso il dolore svanì mentre un piacere indescrivibile mi travolgeva; Ho sentito la sua mano tra le mie gambe che ho aperto un po’ permettendogli di giocare con la mia piccola cosa birichina, a volte strofinandola, a volte stringendo la griglia, a volte mettendoci le sue dita diffondendo un piacere incredibile che ha preso il mio corpo e la mia anima mostrando che gli apparteneva veramente e fu in questa atmosfera estatica che godetti il ​​primo orgasmo che quasi mi travolse di tanto piacere. Dopo di lui venivano sempre altri, più caldi e fluidi, con la mia piccola grotta che piangeva incessantemente.

Tutto finì quando iniziò a rifornirsi, portato via dal delirio che precedeva il suo seme che esplose in un’onda riempiendomi e riscaldandomi le viscere provocando sensazioni orgasmiche comprensibili solo a chi sa di appartenere; Gemetti, piansi, sospirai finché smise di muoversi, sprofondando in un delizioso letargo; Così ci siamo addormentati con i nostri corpi sudati e attaccati l’uno all’altro, dandomi una sensazione di complicità che non accetterei mai da un altro che si gode il mio letto.

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Al mattino mi svegliavo con i suoi baci sul collo e con la sua mano che mi accarezzava il seno; lui si è alzato e io sono rimasto sdraiato perché volevo approfittare delle sensazioni che ancora mi attraversavano la mente; Sono rimasto sorpreso quando è tornato mostrando un plug anale che me lo ha fatto leccare oliato.

– Aspetta, te lo metto su per il culo – sussurrò, appoggiando il dispositivo sul mio cazzo ancora sensibile provocando un certo disagio – Così sai a chi appartieni, puttanella! Lo avrai tutto il giorno… puoi uscire, puoi lavorare, ma non osare toglierlo! Di notte vado a controllare il mio giocattolino…, hai capito, cagnolino?

– Sì signore… ascolto e obbedisco! – risposi con voce dolce e melodiosa – Faccio quello che dice il mio padrone! …Farò tutto quello che vuoi!

– È così che piace a tuo padre, vedi? Ragazza devota, dice prima di baciarmi sulla bocca.

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