Maschere e ombre (Melina)

di | 8 de Dicembre, 2022

Tutti possono immaginare o addirittura concepire che la cagna di Melina sia nata con questo germe di bugie e ipocrisia, atteggiandosi a qualcuno che non è; Tuttavia, non è vero; la personalità della cagna è stata costruita da bugie, illusioni e maschere che lei stessa ha creato per nascondere ciò che era veramente… una cagna. E nasce da scoperte fatte molto prima di tutta la bufala che ha creato per se stessa e per gli altri. Nessuno immagina che la cagnolina Melina sia stata anche una giovane donna abbagliata dal mondo che la circonda, piena di sogni e aspettative frustrate per tutta la vita, rivelando che la vita è molto più complessa della mera apparenza; ma è per l’aspetto che ha cominciato a realizzare le sue “maschere”.

Il primo evento accadde quando stava finendo il liceo, aveva già diciotto anni, anche se sembrava più giovane di così; Un pomeriggio in cui è stata costretta a rimanere fino a tardi a scuola per completare la sua ricerca per un incarico, Melina ha visto la necessità di consultare un insegnante per un consiglio su questa ricerca; Si ricordò che Víctor, il professore di lettere, era rimasto nella stanza del suo relatore per preparare la sua tesi di dottorato. Melina lasciò le sue cose in biblioteca e vagò per i corridoi deserti finché non trovò l’ufficio del consulente.

Ansiosa, accelerò il passo, ma si calmò quando sentì strani rumori provenire dall’interno della stanza la cui porta era socchiusa; Melina si avvicinò di soppiatto alla porta finché non riuscì a vedere cosa stava succedendo all’interno… e ciò che vide fu sorprendente; Angelica, una compagna di classe, era sdraiata sul tavolo da lavoro, nuda dalla vita in giù, con le gambe aperte, mentre la maestra le fotteva la figa con movimenti furibondi; Melina si sentì accapponare la pelle mentre sentiva l’umidità gocciolare tra le sue gambe.

-Oh! Argh! Prendilo, cagna! È questo che ti piace, vero? “Eh! ringhiò il professore senza rallentare il ritmo delle sue spinte pelviche contro la vagina di Angelica. Parla cagna! Non è quello che ti meriti? PARLARE !

-SÌ! SÌ! … SI SIGNORE! “Ecco cosa si merita la tua cagna!” rispose la giovane donna con voce strozzata. PUNIRE LA TUA CAGNA! OHHH! TU” STAI TORNANDO! OHHH! AHH…

Mélina ha visto tutto il sentimento nella sua caverna riversarsi copiosamente e con un gesto disinvolto, ha fatto scivolare la mano nella gonna e ha cominciato a lisciarsi la vulva; e lo fece con tale entusiasmo che ben presto provò un delizioso orgasmo che quasi la fece urlare, cosa che evitò coprendosi la bocca con l’altra mano. Di conseguenza, Víctor gemette più enfaticamente, accelerando i suoi movimenti, denunciando che stava per venire; prima però si era strappato il membro macchiato e aveva tirato Angelica per i capelli. “Ecco! Succhia fino a riempirti la fottuta bocca! Ecco! E ingoia tutto, vedi… altrimenti!”, ordinò minaccioso.

Angelica cominciò a succhiare voracemente il membro dell’insegnante fino a che questo si contrasse involontariamente prima di essere colto da uno spasmo le cui pulsazioni provarono che veniva ad eiaculare nella bocca di Angelica, la quale fece di tutto per inghiottire il seme che scorreva a rivoli copiosi. E quando un po’ di sperma gli uscì dall’angolo della bocca, la rabbia si posò sul viso del maestro, che non esitò a strappare il membro, schiaffeggiando il viso della giovane che sembrava gradire tutto.

Dopo un po’, Víctor e Angélica erano già calmi e lei iniziò a baciarlo, cosa che fu impedita dalla mano forte dell’insegnante, togliendogli un piede e indicandolo. “Baciami il piede, cagna!” Questo è tutto ciò che ti meriti! mormorò con tono di superiorità. Angelica aveva un’espressione sottomessa mentre si inginocchiava davanti a Victor e gli baciava il piede con immensa impazienza.

-Eccellente! Ora puoi andare! – disse il professore con tono sprezzante, indicando la porta mentre continuava – Ah! Chiedi a Melina di entrare visto che è lì da un po’!

Melina è quasi svenuta quando ha sentito le parole dell’insegnante e raddrizzandosi, è entrata nella stanza. “Non troppo, eh? Appartiene solo a me! Angelica sussurrò aspramente mentre si incrociavano sulla porta. Melina si fermò davanti alla cattedra quando sentì la porta chiudersi alle sue spalle; le sue gambe tremavano e la sua bocca era secca insieme al rapido battito del suo cuore che parlava della paura che attanagliava il suo corpo e la sua mente.

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-Io… potrei denunciarti al Direttore! Cosa?* Balbettava, ripetendo un atteggiamento offensivo, supponendo che avrebbe funzionato.

-So che potresti… ma non lo farai, rispose enfaticamente Victor, e sai perché so che non lo farai? Perché proprio come quella troia che è appena uscita, quello che hai visto ti ha talmente eccitato che la tua figa gemeva di desiderio…, tu Melina sei troia come Angelica e sei pazza di essere allenata… mutandine! … Togliti quelle mutandine, CAGNA!

Sentendo quella voce in tono autoritario, Melina rabbrividì completamente e con un gesto istintivo mise le mani sotto la gonna e si tolse le mutandine fradicie, offrendole a Victor. “Non lo voglio! Ecco, mettilo in questa busta di plastica opaca e chiudi il sigillo!”, ordinò ancora la maestra, Melina obbedì senza discutere, rimettendo la busta sul tavolo.

– Domani quando avrai finito la lezione del professor Danilo, vai da lui e dagli questa borsa – continuò Víctor con lo stesso tono energico e imponente – Aspetta che la apra e vedrai la sua reazione… ti chiederà qualcosa… e tu farai lo stesso. per chiederti…

-E così? Cosa dovrei fare? “Oh”, lo interruppe Melina, non nascondendo la sua ansia.

– NON INTERROMPERMI MAI PIU’! “Fai come ti dico… poi… trovami… ora vai!” DAI, cagna!

Ancora tremante, Melina afferrò la borsa e corse fuori dalla stanza, con il cuore che le martellava in gola e sentendo l’umidità scivolarle giù per le cosce. Nella sua stanza di notte, ricordava tutto quello che era successo e non riusciva a capire perché avesse fatto quello che voleva Victor; era come se esercitasse su di lei una specie di dominio psicologico… Piena di dubbi e di angoscia, Melina finì per addormentarsi.

Il giorno dopo, durante la lezione di filosofia del professor Danilo, guardò la busta di plastica, chiedendosi se avrebbe avuto il coraggio di darla al professore come gli aveva ordinato Victor. Dopo che il segnale acustico ha segnalato la fine della lezione, Melina ha atteso pazientemente che tutti gli studenti lasciassero l’aula; poi si fece coraggio e si avvicinò alla cattedra.

Vedendo lo sguardo curioso di Danilo, Melina posò la borsa sul tavolo; Senza capire nulla, il maestro prese tra le mani l’oggetto e ruppe il sigillo, vedendo cosa c’era dentro; lanciò subito un’ampia occhiata, alternando il contenuto della borsa e il volto dello studente; Con gesti nervosi chiuse la busta, infilandola nella tasca della giacca. “Ehi, Melina, qui è molto grave… aspettami nel parcheggio e ti accompagno a parlarne! chiese incerto. Melina annuì e lasciò la stanza. Sdraiata sul retro dell’auto di Danilo, lo guardò avvicinarsi e sentì un brivido percorrerle la schiena.

– Melina… sai cosa significa? “Beh, credo di sì!” chiese…, vuoi guadagnare soldi facilmente?

Appena Melina rispose affermativamente, Danilo mise in moto la macchina e partì per una destinazione che solo lui conosceva; Lungo la strada, Melina guardò l’uomo misurato, che aveva uno sguardo compiaciuto. Basso, calvo, con una tipica pancia da mezza età, con un ciuffo di baffi sul labbro superiore, Danilo non era quello che si potrebbe definire un esempio di mascolinità, motivo per cui rimase single.

All’interno dell’appartamento del professore, iniziò a spogliarsi, chiedendo a Melina di fare lo stesso. “Non preoccuparti, signorina! Non voglio scopare con te! Togliti i vestiti ! implorò nervosamente. Melina fece come le era stato detto e rimase scioccata nel vedere le dimensioni del cazzo dell’uomo che mostravano già un’erezione rumorosa. Senza tante cerimonie, Danilo si sdraiò sul pavimento e avvolse le mutandine usate di Melina attorno al suo membro, iniziando una tesa masturbazione, chiedendole di mettersi sopra di lui con le gambe aperte, mostrando la sua vagina.

-Oh! Che caldo! …, vo…, hai una bella figa! “Ah!” balbettò, masturbandosi violentemente. Oh!…penso che lo farò…Melina!Pisciami addosso!Ti prego!

Gli occhi di Melina si spalancarono, non sapendo se ridere o assecondare la richiesta dell’insegnante. “Dannazione vai MELINA! pisciami addosso! ADESSO ! urlò Danilo in preda al panico. Melina non dovette fare alcuno sforzo per fare ciò che la maestra le aveva chiesto di fare e, chinandosi ancora un po’, iniziò a urinare sul membro del ragazzo mentre sentiva il getto caldo inumidirgli le mutandine e anche il membro. come un animale ferito, eiaculando copiosamente, chiedendo a Melina di continuare a pisciargli addosso.

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Sudato, sfinito e con la pancia bagnata, Danilo le ha chiesto di vestirsi mentre lui andava in bagno e tornava avvolto in un asciugamano. “Qui… è per le mutandine e quello che hai fatto! …, penso che questo valore sia buono, giusto? disse, porgendo grossi biglietti alla giovane donna che, ancora non capendo nulla, prese i soldi e se li tenne. Allora Danilo prese il telefono e chiamò un taxi.

-Adesso puoi andare – disse prendendo Melina per un braccio e accompagnandola alla porta – Tra poco il taxi ti verrà a prendere all’ingresso… se vuoi guadagnare di più… stai zitta, zitta, fallo capisci?

Praticamente spingendo la giovane fuori dal suo appartamento, Danilo chiuse la porta, lasciando Melina di stucco per tutto quello che era successo. Mentre percorreva il corridoio in attesa del taxi, sentì un insistente clacson che attirò la sua attenzione… era il professor Víctor che era parcheggiato dall’altra parte della strada; Melina esitò un attimo ad avvicinarsi a lui, ma l’emozione prevalse. “Vai avanti! Dobbiamo parlare! ” sbottò mentre apriva la portiera del passeggero.

Víctor guidava senza dire una parola mentre Melina lo osservava attentamente; il soggetto indossava una camicia azzurra e jeans con un intrigante rigonfiamento al cavallo; Victor era un uomo attraente e civettuolo (parole che il cane avrebbe presto scoperto il vero significato!), con capelli castani corti e ben tagliati e un paio di occhi azzurri con baffi e pizzetto che gli conferivano un aspetto mascolino e virile. . . Melina si sentiva attratta da lui senza capirne il motivo.

Poco dopo erano a casa di Víctor dove questi gli ordinò di sedersi su una poltrona di fronte a lui e di raccontargli la sua esperienza con Danilo. “E come ti sei sentito?” eri eccitato chiese l’insegnante; Melina ha confessato di non provare nulla, lo trovava solo divertente.

-È vero, Melina – prese la parola con tono ironico – Dimostra che non sei altro che una troia sottomessa…, ti piace il sesso, ma in un altro modo… e io lo dimostrerò a voi. tu come… ora alzati e togliti i vestiti! LO FAREMO! FALLO ORA!

Le urla di Victor funzionavano come una sorta di ordine mentale, costringendo Melina a obbedire senza esitazione; si spogliò guardando il volto del maestro; La cagna aveva già un corpo formosa con seni sodi e prominenti, un culo impressionante e cosce spesse, e sapeva cosa facevano le sue forme agli uomini che le davano sguardi lascivi ed espressioni lussuriosi, sapendo che sarebbe stata una risorsa da sfruttare.

Sorprendentemente, Víctor, che si era anche spogliato, prese una frusta tra le mani e si arrampicò sopra il cane, frustandola senza pietà; per quanto il cane si sforzasse di correre o schivare, non poteva farlo, ululando dolorosamente mentre segni rossastri attraversavano la sua morbida pelliccia bianca. “Vuoi che mi fermi, puttana?” Quindi mettiti in ginocchio e baciami i piedi! Victor ha risposto quando lei lo ha pregato di interrompere la punizione. Il cane, che continuava a piagnucolare ea singhiozzare, si inginocchiò, poi si chinò fino a baciare i piedi di Victor, che le accarezzò la schiena con la punta della frusta.

Victor ha quindi afferrato Melina per i capelli, sollevandole il viso finché la sua bocca non è stata alla portata del suo cazzo duro. “Succhiami il cazzo, puttana!” Succhiamelo, sei bravo!” ordinò il ragazzo, fissando il viso della sottomessa Melina, che a sua volta non esitò ad afferrare il grosso bastone, premiandolo con un pompino lussurioso che fu presto interrotto per far emettere una sequenza a Víctor di dargli uno schiaffo in faccia a Melina, appena finisce lo butta via, le volta le spalle ed esce dalla stanza.

Quando tornò, aveva in mano una collana di cuoio marrone, che gettò in grembo a Melina. “Mettiti quel collare così so che sei una stronza… e d’ora in poi sei la mia stronza!” disse con tono energico e aspro. Sentendo l’emozione salirle allo stomaco, Melina indossò la collana e rimase in ginocchio guardando Victor con un’espressione di completa sottomissione. Si avvicinò e le passò la punta della frusta sui capezzoli provocandole un delizioso brivido.

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-Il cagnolino ha il seno grande, eh! “Vieni qui e spagnolo con loro!” “Come è successo.

Melina strisciò verso Víctor e immediatamente spalmò l’attrezzo con la sua saliva, prendendolo tra i seni e iniziando uno spagnolo; Victor apprezzava i gesti di Melina con un’espressione lussuriosa ea volte la schiaffeggiava, chiamandola la sua piccola puttana.

E ogni volta che diceva quelle parole, Melina sentiva la sua caverna trasudare provocandole un delizioso orgasmo; Continuarono così per un po’ finché Victor la spinse, liberandole il membro dal seno. – È ora di andare di sopra, puttanella! sbottò, e altrettanto ansioso mentre attaccava il guinzaglio al collare e conduceva Melina in camera da letto. Appena entrati, Víctor gli ordinò di sdraiarsi supino sul letto e di aprire le gambe; Senza alcun preliminare, il ragazzo allungò la mano e afferrò saldamente l’interno coscia di Melina e cercò di spingere il suo cazzo in profondità in una volta sola, facendo gemere il cagnolino per l’eccitazione nonostante un certo disagio.

-Oltre ad essere una puttana, è anche una mascalzone! – disse mentre colpiva forte provocando altri orgasmi nel suo partner – Ti piace bere la fica? Vediamo come va nel culo!

Terminate queste parole, Víctor ritirò il suo membro e fece girare Melina, appoggiandole i piedi a terra, sollevandole le natiche e tenendole ancora le gambe ben aperte; Victor spinse una volta con enorme forza, infilando il suo cazzo nel minuscolo orifizio che si aprì dolorosamente per ricevere il bruto dentro.

-Tutto! Tutto! IL MIO CULO! FA MALE! – Urlò cercando di liberarsi dal giogo di Victor che la teneva ferma per la vita, cominciando a colpirle l’ano con enorme furia incontrollata – FERMATI, PER FAVORE! PER! MI BATTE OVUNQUE! Tutto! Tutto!

– ZITTA, puttana! – urlò Victor in risposta, infliggendo ancora più dolore al cane che si dibatteva inutilmente – CAGNA CAGNA COME TI MERITI! PRENDI SEMPRE PER IL CULO! PRENDI IL CANE! PRENDILO!

Melina continuava a urlare e implorare la sua redenzione, ma il risultato era l’opposto di quello che voleva, poiché ogni volta che lo faceva, faceva infuriare Victor, che intensificava ancora di più i suoi colpi, speronando l’intruso nell’orifizio dolorosamente lacerato. Ci fu però un momento in cui, pur provando ancora dolore, Melina provò anche una strana sensazione di piacere che ben presto si trasformò in un inspiegabile orgasmo… e dopo ne arrivarono altri, lasciandola in uno stato di assoluta estasi. “OHHH! GODETEVI…, GODETEVI! OHHH! ANCORA ! urlò in preda al panico, suscitando un enorme piacere dal suo partner, che accelerò ulteriormente il suo assalto anale.

Alla fine, vedendosi sconfitto dalla fisiologia, Víctor sferrò qualche altro colpo prima di essere sostenuto da una fortissima contrazione muscolare seguita da uno spasmo che riverberò dentro Melina che sentì il proprio membro gonfiarsi e poi pulsare in una torrenziale eiaculazione; non aveva mai provato un orgasmo maschile nell’ano e godeva di questa sensazione senza precedenti; Victor accarezzò ancora un paio di volte prima che il suo cazzo avvizzito saltasse fuori dall’ano scoppiato della sua cagna.

Tenne separate le natiche di Melina, esponendo la sua scollatura e il sigillo anale rotto e arrotolato al centro. “Ecco come dovrebbe essere una cagna!” Ogni giorno farò rotolare quel culo in modo che tu possa imparare! disse senza fiato, continuando: “Da oggi verrai qui quando ti dico, hai capito, stronza, stronza?” €.

Ma cosa dirò a casa? – Che cosa ? chiese, guardando da sopra la spalla il volto di Victor.

-È il tuo problema! – rispose aspramente – Del resto le puttane sanno mentire quando è necessario!

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