La mia prima moglie! – Storie erotiche

di | 19 de Settembre, 2023

Lei era bella e spensierata e io ero la nuova impiegata, mandata ogni mercoledì dal marito per aiutarla con la spesa. Lei aveva quasi trent’anni e io non ne avevo ancora vent’anni. Lei era la manifestazione della bellezza mentre io ero il collezionista di bottoni, magro e ridicolo nell’uniforme sformata che mi regalava l’azienda.

Lei era la moglie del capo e io ero il suo impiegato di grado più basso. Nonostante tutto ciò, ciò che più mi dava fastidio era il rischio per il mio lavoro. Avevo erezioni frequenti ed incontrollate, il mio desiderio era così intenso che in quei giorni correvo in bagno almeno tre volte durante la mia “giornata lavorativa”.

Te lo spiego meglio. Amava gli abiti con stampe primaverili, quelli che fasciavano la vita, con la scollatura a “V”, annodati così leggermente sulle spalle che se le spalline scivolavano, il suo seno sempre libero mi appariva davanti agli occhi come nei miei sogni ad occhi aperti.

La parte della gonna era ampia, con molto tessuto, che fungeva da cornice per bellissimi dipinti. Spiccavano le cosce grosse e perfette che coronavano gambe superbe assetate di baci, dei miei baci.

Le sue braccia forti erano nude, aiutandola a indicare con le sue mani morbide come la seta quali prodotti mettere nel carrello e dove metterli quando saremmo tornati a casa.

Ma quando andai in bagno, questa gonna fluida mi rivelò il suo corpo nudo dal bacino seducente, le sue braccia che si liberavano dalle spalline cadute facilitando l’offerta dei suoi seni e le sue mani morbide che sostituivano le mie che avevo lasciato addormentata a pensare. . Erano suoi.

La prima masturbazione della giornata è stata lenta per poter assaporare tutti i sogni della settimana, ma l’ultima è stata molto lenta a causa dell’usura delle eiaculazioni precedenti, ma il sacrificio per ottenere il piacere è stato compensato dall’enorme rilassamento ha portato. mi ha dato

A casa, solo quando tutti dormivano, salutavo la mia musa ispiratrice facendo un bagno immaginario con lei al mio fianco.

Non so se per l’eccesso di fantasie o per la convivenza che diventava ogni settimana più comune, mi sono innamorato e sono persino diventato geloso. Odiava lo sguardo maschile che cadeva su di lei e soffriva gli altri giorni della settimana ricordando che, in quei giorni, apparteneva esclusivamente a suo marito.

Una cosa ho notato e mi ha dato fastidio. Stava diventando sempre più a suo agio accanto a me e quindi sempre più spensierata. Scherzava con me e mi prendeva in giro facilmente e non le importava più se il suo vestito mi dava un’ampia visuale delle sue gambe mentre guidava o se la sua scollatura mi mostrava ogni giorno di più il suo seno.

Oggi però la tortura a cui mi ha sottoposto è stata dolorosa. Mi ha deriso interrogandomi, lasciandomi senza risposte e senza badare alla mia vergogna:

– Sono lusingato di sapere che, nonostante non sia più una novità, ti piace ancora il mio corpo?

Era completamente eretto. Se n’era accorto? Anche se non avessi notato l’erezione, il rossore che mi aveva causato sul viso sarebbe stato chiaramente evidente e lei se n’era accorta. Mentre balbettavo, incapace di rispondere, lei intervenne completamente:

– Sei diventato rosso. È timidezza?

Non so come e perché ma la risposta mi è sfuggita:

– Sei bello.

– Solo per quello? – Rispose senza che io avessi il tempo di pensare.

– Io, io, io… penso di essere innamorato di te. – Dovevo ammetterlo.

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Stavo tremando dentro. Il cuore batteva forte. Ero a corto di aria e saliva. Pensavo che la mia erezione si sarebbe calmata, ma il mio pene pulsava sotto i vestiti larghi e il mio viso era ancora più arrossato. Fortunatamente, ha cambiato argomento.

– Mara è molto bella?

– Quella scontrosa segretaria di tuo marito? – Mara era una persona arrogante, non vedevo nemmeno la bellezza in lei, anche se guardandola mentalmente mi rendevo conto che era più sexy ed esibizionista che bella.

– Credo che continui a fare avances a Roberto.

– Si mostra a tutti, vuole essere sexy. Ma gli piace inviare. Tratta bene il suo capo.

– Come lo tratta?

Non capivo dove volesse andare a parare, ero pieno di voglia e lei si sedette al tavolo, con le piume incrociate e chinata verso la mia sedia. Questa posa, degna del poster più bello, mi ha permesso di vedere la parte inferiore delle curve del suo seno e gran parte del rigonfiamento del seno destro e mi ha rivelato a malapena i suoi capezzoli. Inoltre la mia coscia destra era quasi completamente scoperta e il mio cervello non voleva pensare, pretendeva la masturbazione.

– Circondalo di dolcetti. Si alza quando lui la chiama nella sua stanza. Diventa civettuola portandogli caffè e acqua, e talvolta sbottona ulteriormente la camicetta per sembrare più sensuale. Lei è una puttana, non chiede mai niente, ordina ed esige solo e non valorizza mai nessuno.

Avrei dovuto dare a Michele le informazioni che voleva perché l’attenzione si è rivolta nuovamente a me.

– E la tua costante erezione è colpa mia?

Mio Dio! Se n’era accorto? Costante? Lo avevi sempre capito? Il terreno si era aperto sotto i miei piedi. Dove posso nascondermi? Ho osato. Non potevo rispondere, ma da uomo ho affrontato la mia rivale, guardandola direttamente negli occhi.

Mi sono disarmato, lei mi ha sorriso contenta. Ho sorriso ad una persona esigente, è stato il mio sguardo a farlo sorridere e a mantenere il suo sguardo fisso nel mio?

– Ti masturbi ogni volta che passi del tempo in bagno? E tu ti masturbi pensando a me?

Ero fregato. Avevo perso il lavoro. Il capo si era accorto così bene di tutto quello che credevo di aver nascosto. Nonostante il discorso affettuoso, sapevo che doveva essere arrabbiata dentro e che una volta finita quella conversazione mi avrebbe buttato fuori di casa e avrebbe chiamato suo marito per salutarmi. Quindi, poiché non avevo nulla da perdere, l’ho affrontato; balbuzie.

– Ti ho già detto che ero innamorato di te. Mi scuso se questo mi sfugge. Ma non posso controllare i miei desideri o il mio cuore. – (Balbettare questa frase era quasi eterno).

La guardai negli occhi, ma lei si accucciò un po’ più in basso, avvicinandosi a me che ero seduto accanto al tavolo dove alloggiava. Ce geste a laisse son sein droit complètement exposé: reflement, courbes, mamelon et pic dansant pour mes yeux qui se perdent maintenant dans ce décolleté tandis que mon cœur, auparavant battant, ralentit maintenant et je ne la guarde dans les yeux que lorsque je sens la sua mano. sul mio mento, come per avvicinarmi a lei.

Mi lascio sollevare e guidare (fluttuare) da queste morbide dita che mi bruciano il viso. Il volto di Michele ha ricevuto da Dio la stessa cura che ha usato per le orchidee. I suoi occhi verdi brillano e incantano, incorniciati dalle sopracciglia chiare e dai capelli ondulati lunghi fino alle spalle. La profondità del suo sguardo non permette ai distratti di notare la perfezione del suo naso, ma mette in risalto i suoi zigomi naturalmente rosati in mezzo a questa pelle vellutata e le sue labbra carnose dal leggero rilievo e dal “devastante rosa rossastro” che io, in i miei sogni. , li chiamo avidi. Le tue labbra chiedono baci.

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Je me rapproche de plus en plus de ce riguardo che mi consumo lorsque je réalise qu’elle s’approche, ouvre la bouche et j’ai l’impression d’être au paradis lorsque ces lèvres généreuses caressent les miennes, les bénissant de leur contatto. Rimango inerte per un attimo eterno finché non la sento tirare, con l’altra mano e senza lasciare andare il mento, il mio corpo contro il suo.

È con una scarica di adrenalina e, senza rendermene conto, bacio la bocca di Michele come se fosse una pozzanghera trovata nel deserto. Bacio, succhio, assaggio, mangio, assaggio e succhio l’anima di questa donna in questo bacio da sogno e la realtà supera tutte le mie fantasie.

Pur senza prestare attenzione alla realtà, ho già portato il tuo corpo sulla terraferma, attaccandolo alle mie e alle mie mani disperate. Fai scorrere le spalline del tuo vestito primaverile lungo le braccia che resistono al mio collo. Sento il mio pene premuto da questa morbidezza che gli si aggrappa e lo trascino contro questo corpo che ho sempre desiderato.

Anche senza capire né pianificare nulla, entrambi abbiamo separato i nostri corpi e senza smettere di baciarci per un solo istante abbiamo lottato contro i tessuti che ci ricoprono. Il tempo è impazzito. Sento la velocità del tempo mescolata alla lentezza con cui ogni capo dei miei vestiti cade a terra e all’eternità necessaria affinché questo vestito scivoli sulla donna statuaria che sto spogliando e godendomi ogni pezzo di pelle rivelata.

Poi mi accorgo che siamo nudi, attraversiamo il soggiorno verso la camera da letto, quando lei decide di farmi un regalo. Lei ferma il nostro cammino inchinandosi e inginocchiandosi davanti alla porta della camera da letto. Prende tra le mani la mia erezione senza precedenti (non mi sono mai sentita così grande), con uno sguardo deliziato e, sotto ipnosi, avvicina il suo viso. mentre sente, accarezza e prepara il mio membro al suo primo bacio.

In quel momento, l’insicurezza cerca di assalirmi, urlando nella mia testa che sono vergine e che non saprò come portare a termine questo compito, ma in quel momento mi prende la bocca divina e la tranquillità che la sua esperienza mi dà. esclusivamente per l’insolito piacere che provo.

Tremo e provo leggere convulsioni mentre gli sussulti di piacere sono provocati da una lingua cattiva che carezza il membro succhiato. Siamo incatenati gli uni agli altri negli sguardi mentre le mie mani sono grate, accarezzano i capelli di Michele per tutto il piacere che sto ricevendo.

Chi non ha mai mangiato la melassa…?

Esplodo in un’eiaculazione inaspettata che lei riceve, aprendo il viso con gioia e, senza alcun timore, mi beve come chi assaggia la manna degli dei.

Lei, che sembra soddisfatta, non lascia che il mio membro si calmi. Si concentra sul compito di darmi piacere e quando si alza mi prende accanto a sé e mi trascina verso il suo letto dove si getta, offrendosi senza riserve.

Anche da vergine, so che ora è il momento di essere grato, di premiare ogni momento di piacere. Mi sdraio accanto a lui. Ricambio i suoi baci, ora sono io a prendere le sue labbra e lascio che le mie labbra scorrano sul suo viso, sul suo collo, sulle sue orecchie e la faccio ridere infilandole la lingua nell’orecchio.

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Abbiamo iniziato a parlare. Non avrei mai immaginato che in un momento come questo qualcuno avrebbe parlato. Pensavo fosse una cerimonia silenziosa. Sono così stupido! Mi piaceva parlare e giocare con lei.

Parlare è stato bello e rivelatore per entrambi. In un modo o nell’altro, abbiamo avuto entrambi una prima volta. È stata la mia prima moglie e, sebbene fossi il suo secondo uomo, era la prima volta che tradiva suo marito, l’unico uomo che conosceva. Sono state queste intimità che abbiamo confessato tra una risata e l’altra a consolidare i percorsi che dovevo esplorare.

Lei ha continuato a guidarmi e io ho baciato il suo corpo, saltando dall’ombelico direttamente ai suoi piedi. Da lì mi sono sollevato, bacio dopo bacio, tra una carezza e l’altra fino a perdere il fiato, la voce, la direzione.

Sono vergine ma non ignorante. Ho letto, visto foto e sapevo bene, almeno in teoria, come si lavora un cece. E quando ho messo in pratica anni di teoria e fantasie, ce l’ho fatta. Questa donna, un tempo sorridente e impertinente, ha perso la strada. Si è donato alle mie mani, alle mie labbra, alla mia bocca e alla mia lingua. Lei cedette al piacere che le davano le mie carezze e: Vittoria! Per la prima volta nella mia vita sono uscito e ho visto una donna che aveva un orgasmo. Orgasmo causato da me.

Tra gemiti e grugniti incomprensibili, la sentii ammettere che era venuta per me. Ciò aumentò la mia devozione, e quando lei si abbandonò nuovamente all’orgasmo, un goffo Ulisse la penetrò profondamente, facendosi contemplare con un abbraccio pieno di braccia e gambe finché, tra tremori e slanci nello sguardo smarrito, notai che le sue gambe si irrigidivano. . . su e allungandosi verso l’alto.

Michele era perso in un orgasmo favoloso e io mi sono ritrovato, senza alcuna esperienza precedente, ad accelerare le mie spinte profonde contro il corpo di questa donna che sorrideva, sbavava e si lasciava sfuggire le lacrime dagli angoli esterni degli occhi.

L’eiaculazione arrivò ancora una volta senza preavviso, istantanea, forte, intensa e abbondante, facilitando le mie spinte e, ubriaco, Michele continuava a fremere in un orgasmo insistente e interminabile che ormai mi strappava al suo controllo, facendomi sostenere le sue braccia con le sue gambe. e facendogli chiedere di restare fermo dentro di lei.

Ho obbedito e mi sono ritrovato a rabbrividire mentre mi riempiva il viso di piccoli baci. Le sue contrazioni mi hanno spinto fuori dalla sua vagina e mi sono sdraiato accanto a lei. Siamo rimasti lì per molti minuti godendoci il nostro desiderio soddisfatto. Finché non mi ha richiamato in vita.

Andiamo a farci una doccia perché abbiamo ancora molto da fare prima di salutarci oggi. Non vedo l’ora che arrivi il resto della giornata e i prossimi mercoledì.

Spero di essere corretto nella mia interpretazione di queste parole. Penso di avere un amante! La mia prima moglie!

………………..
Borges C. (Toca de Lobo)
Il narratore

(Crediti) Per saperne di più: https://toca-de-lobo.webnode.com/

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