La figlia di mia moglie

di | 16 de Dicembre, 2022

da Cesare

Chi è libero dal peccato scagli la prima pietra. Diversi possono essere i significati del peccato: la violazione di un dogma religioso, un’azione cattiva e perversa, qualcosa che merita di essere pentito, insomma ci sono diverse situazioni Sezioni alle quali possiamo attribuire il nome che è stato commesso un peccato , ma una cosa è certa, non ci è stato dato il diritto di giudicare.

Artur ha conosciuto Simone ad un evento, entrambi lavoravano nel campo informatico. L’empatia tra i due è stata immediata e man mano che gli incontri si facevano costanti, Simone ha voluto chiarire una situazione:

– Ho un figlio che allevo da sola, il mio ex marito, sciovinista, non sopportava di vivere con noi, perché mio figlio non è il ragazzo che voleva.

– Cosa intendi ? chiese Artù.

– Mio figlio, sebbene sia nato uomo, ha tendenze femminili.

È stata una rivelazione sorprendente, ma se c’è una cosa che Artur non ha mai avuto, è il pregiudizio:

– Mi fa piacere che tu me lo dica, penso che tu debba rispettare la tua condizione.

I due iniziarono a frequentarsi e Carlos, il figlio di Simone, trovò in Artur la figura paterna che non aveva mai avuto. Dopo tre anni insieme, la coppia ha deciso che era giunto il momento di andare a vivere insieme. Simone era follemente innamorata di Artur per tutto ciò che significava per lei e per suo figlio, che trattava con grande affetto. Tutto questo sentimento è stato trasmesso da Artur, che aveva un vero amore per Simone e suo figlio. Il tempo passava e Carlos cominciava ad assomigliare sempre di più a una ragazza, tanto da chiedere di essere chiamato Carla. Capelli lunghi, lisci, biondi, pelle bianca e vellutata, seni in forma, era una ragazza perfetta, se non fosse stato per un piccolo dettaglio che le pendeva tra le gambe. I suoi vestiti erano tutti femminili, anche le mutandine, mai i boxer. La convivenza sotto lo stesso tetto creava naturalmente maggiore intimità, era naturale per loro essere poco vestiti, Artur solo in mutande e Simone solo in mutandine e reggiseno, in cui Carla la imitava.

Nel tempo, il corpo di Carla ha acquisito contorni sempre più femminili, cosa che non è passata inosservata ad Artur, soprattutto quando l’ha vista solo in mutandine, esponendo il suo bel culetto. In alcune occasioni era disattento con i suoi sguardi avidi e Simone notò come il suo compagno guardasse con nostalgia sua “figlia”. Tuttavia Artur non avanzò mai il segnale, rimanendo solo nella condizione di un guardone. Una mattina Artur aveva sete e quando si alzò svegliò Simone, ma lei taceva. Appena Artur uscì dalla stanza, Simone lo seguì. Mentre attraversava il soggiorno si accorse che la televisione era accesa e quando stava per spegnerla vide che Carla dormiva sul divano. Sulla pancia, il suo piccolo sedere era esposto perché indossava un perizoma, solo una piccola cinghia infilata nella sua gola. Si avvicina alla “ninfetta” e, con una mano, finge di accarezzare questa cosa preziosa, ma non la tocca mai.

Da dove si trovava, Simone ha assistito alla scena e con sua grande sorpresa si è commossa, senza ben capire perché, trattandosi di sua “figlia” e sua compagna. Torna nella sua stanza e finge di dormire, ma non dorme per il resto della notte, pensando solo a quello che ha appena visto. Da quando hanno iniziato a convivere, Carla è sempre stata molto legata e affettuosa ad Artur, sedergli sulle ginocchia e coprirlo di baci era normale e anche Simone lo capiva, ma da quella mattina presto iniziò ad osservare meglio questa forma di affetto. Notò che invariabilmente, subito dopo che la “ragazza” si era alzata dal grembo di Artur, aveva un cazzo duro, mostrando che lo eccitava.

Questa situazione ha reso Simone un po’ gelosa, ma si è contenuta, non voleva confondere, dopotutto Artur era il suo grande amore e non avrebbe permesso che questo provocasse una rottura, anzi. infatti, ogni giorno che passava si sentiva sempre più attratta dal rapporto della “figlia” con il suo compagno, al punto da masturbarsi immaginando una scena più ardita tra loro due. La sua eccitazione divenne così intensa che, anche se spaventata, decise una notte di affrontare l’argomento con Artur:

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– Amore, ho qualcosa da dirti, ma è così delicato che non so esattamente da dove cominciare.

– C’è solo un modo amore mio, all’inizio.

Facendosi coraggio, inizia all’alba dove lo vede fingere di strofinare la mano sul sedere di “sua figlia” e come gli viene duro ogni volta che Carla gli si siede in grembo. Cercò di negarlo, ma Simone era calmo:

– Non provare a negare il mio amore, l’ho visto e lo vedo con i miei occhi, nessuno me l’ha detto e non pensare che io sia arrabbiato con te, Carla è attraente, ha un bel corpo, è naturale. in modo che tu sia eccitato, dopotutto so quanto ti piace il sesso.

Vergognandosi di aver reso così trasparente il suo desiderio per la “ninfetta”, finì per ammettere che aveva ragione, ma che da quel giorno avrebbe cambiato atteggiamento, al che Simone rispose:

– Carla vorrebbe che tu cambiassi modo di essere?

– Non capisco, dove vuoi andare?

Con calma, ha detto di aver notato il suo comportamento “femminile” e come si è strofinata contro di lui. Infatti la ‘ninfetta’, consapevolmente o inconsapevolmente, e forse questa seconda possibilità essendo la più probabile, si girò sulle ginocchia del suo ‘patrigno’, sentendo il cazzo duro che le affondava nel culo, godendosi la sensazione. Decisa alla decisione che aveva preso con Simone, spiega ad Artur:

– Parlo molto con Carla delle sue condizioni e dei problemi che potrebbe avere nel corso della sua vita, oltre al fatto che è ancora vergine, quindi non voglio che subisca delusioni da parte di nessuno. Detto questo, ti chiedo una cosa, voglio che tu lo introduca ai piaceri del sesso.

Tra stupore e sorpresa di tale richiesta, interroga la donna:

– Sei sicuro di quello che mi stai chiedendo?

– Assolutamente convinto, è qui a casa che prepareremo mia “figlia” per essere felice fuori.

– C’è un piccolo dettaglio che stai dimenticando: lei lo vuole?

– Da tutto quello che ho visto, non ho dubbi che sia eccitata per te.

Consapevole che questa proposta ha eccitato il suo uomo, afferra il cazzo di Artur e lo sente duro, palpitante, lo stringe dolcemente e dice:

– Sono sicuro che questo cazzo duro è per Carla e lei ha sete di scoparsela.

Infatti, l’erezione di Artur sale, non risponde a niente, si limita a baciare la donna e si tolgono velocemente i vestiti. Passando un dito nella figa di Simone, si sente fradicia e commenta:

– E quella figa deliziosa, sicuramente non solo arrapata neanche per me.

– No amore mio, l’idea di guardare Carla mangiare mi faceva impazzire.

Quella notte, i due fanno sesso fino all’alba, sborrando selvaggiamente e intensamente.

Da quel giorno Artur cominciò a comportarsi in modo più spavaldo con Carla. Ogni volta che si sedeva sulle sue ginocchia, lui la stringeva più forte, toccando persino i suoi seni nascenti. Lei, dal canto suo, non ha rifiutato le carezze, anzi, si è rannicchiata ancora più stretta tra le braccia dell’uomo di sua madre. Quando le baciò il collo, lei rabbrividì e disse:

– Oh, se la mamma ci sorprende così, sarà triste.

– Niente affatto, credimi, sarà felice.

Una volta, entrando in soggiorno, Simone sorprende Carla in grembo ad Artur e accarezza i seni della “ragazza”. Carla guarda la madre con timore, ma si consola quando sente:

– Abbi cura di Artur molto, eh “figlia mia”, ti vuole molto bene.

In un fine settimana caldo, l’abbigliamento era minimo. Artur solo in mutande, Simone e Carla solo in mutandine e reggiseni. Vedere la “figliastra” in quegli abiti succinti ha aumentato la sua libido e di conseguenza il suo cazzo si è indurito. Ogni volta che poteva, abbracciava la sua “figliastra” da dietro e premeva il suo cazzo duro contro quel culetto allettante. La “ninfetta” rotolava e provava piacere in questo abbraccio. In un’occasione, Simone disse:

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– Anch’io voglio un abbraccio così.

Arturo baciò volentieri la donna nello stesso modo in cui, quando sentì il cazzo duro, disse a sua “figlia”:

– Merda Carla, lasci Artur con un cazzo durissimo eh.

Un po’ imbarazzata, lei risponde:

– Oh, non faccio molto.

A Simone, data la possibilità che qualcosa di più intimo chiami la “ragazza”:

– Vieni qui, senti te stesso.

Mentre Carla si avvicina, Simone tira fuori il cazzo di Artur dalle sue mutandine e dice:

– Sicuro di sentire la durezza.

La “ragazza” allunga una mano e impugna per la prima volta un altro bastone ed esclama:

– Merda mamma, quanto è difficile.

– Ti piace?

– Ottimo.

Simone guarda Artur e dice:

– Porta Carla in camera mentre ci preparo un succo.

Artur accompagna la “ragazza” in camera da letto e Simone prepara il succo, impiegando più tempo del necessario, lasciando così più tempo per noi due da soli. Entrando nella stanza, Simone mette il succo sul tavolino e si siede su una delle poltrone. Carla era sdraiata e Artur, al suo fianco, la baciava. Le loro bocche divoravano e le loro lingue combattevano in un incessante scambio di saliva, il bacio era bagnato. Carla era senza reggiseno ei suoi piccoli seni erano accarezzati dalle mani impazienti di Artur. Simone prende il suo sguardo tra le gambe della “ragazza” e vede un piccolo rigonfiamento, che mostra il suo livello di emozione.

Simone sente la sua figa sciogliersi, si toglie il reggiseno e comincia ad accarezzarsi il seno. Artur passò la mano sul corpo di Carla, carezzandole i seni, le cosce, ma era chiaro che evitava di passare la mano tra le gambe della “ninfetta”. Accortosi di ciò, Simone si siede sul letto, accanto ai due, prende la mano di Artur e la passa tra le gambe della “ragazza”, dicendo:

– Carezze anche qui, ti meriti questo piacere.

All’inizio Artur era inibito, ma presto si liberò e tirò fuori il cazzo di Carla dalle sue mutandine. La ‘ragazza’ non aveva un pene molto sviluppato, ma era così duro che le toccava la pancia. Simone era così eccitata, così eccitata che si tolse le mutandine e si lisciò la figa, massaggiandosi il rabdo che sporgeva dalle sue grandi labbra.

Sentendosi in dovere di guidare sua “figlia”, dice:

– Succhia il cazzo della figlia di Artur, senti quanto è brava.

Impaziente com’era, Carla prende subito posizione e comincia a leccargli goffamente il cazzo. Sua madre, vedendo la sua mancanza di preparazione, si sdraia accanto a lui, prende il cazzo di Artur e dice a sua figlia:

– Ecco come si fa.

Indulgendo nella pipa, succhiando la testa, leccando il cazzo fino a raggiungere la borsa, torna alla testa e comincia a deglutire, finché non rimane più niente. Dopo la lezione, chiama la “ragazza”.

– Ora fai lo stesso.

La “figlia” imita la madre in ogni dettaglio, ma quando cerca di ingoiare il cazzo si strozza e la sua bava gocciola sul cazzo dell’uomo di sua madre, che sorride e avverte:

– È come questa “ragazza”, con il tempo riuscirai a deglutire come mamma, ma ora fai qualcosa che piaccia ad Artur.

Detto questo, alza le gambe del suo uomo e dice:

– Leccagli il culo.

Carla si sdraia, appoggia la bocca sulle pieghe del maschio e comincia a leccare. Più calma, apre il culo di Artur con entrambe le mani e gli inserisce la lingua dentro, facendo gemere di piacere il maschio:

– Meno male Carlinha, metti un dito.

Mentre la “ragazza” si preparava a completare la missione, sua madre fece un gesto neutrale e si sedette sulla bocca di Arthur, dicendo:

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– Succhiami la figa, maschio arrapato.

Chiama sua “figlia” e le sussurra all’orecchio:

– Invece del dito, mettigli il bastone nel culo.

La “figlia” sorride sfacciata, si mette in posizione e con una mano gli tiene il cazzo, strofinandolo tra le pieghe del “patrigno”, che sentendolo prova a protestare, ma Simone gli costringe la fica in bocca. lui e farlo tacere. Con il suo culo appiccicoso, Carla forza il bastone e la dannata cosa entra senza troppi sforzi. Nella posizione in cui si trovava Simone aveva una visuale privilegiata e vedeva i retroscena del sedere di Artur, che non protestava più, anzi, gemeva e balbettava come meglio poteva con parole sconnesse dal suo puro piacere.

Il momento fu di pura eccitazione e Carla, che fino a quel momento era arrivata solo con una sega, non poté farne a meno e non ci volle molto a riempire il culo di Arthur con il suo siero. Sentendo i gemiti di piacere della “ragazza”, anche Simone raggiunge l’orgasmo, spalmando dappertutto il viso del suo partner. I due sazi si sdraiano accanto al maschio alfa, che è un po’ imbarazzato dal fatto di essere stato stupido. Simone lo rassicura:

– Riposa in pace amore mio, dare un culo è bello come mangiarne uno e tra poco ti prenderai la bottiglietta d’acqua da Carla.

La “ragazza” bacia Artur e dice allegramente:

– Merda “papà”, sono venuto molto meglio di quando mi sono masturbato, hai ancora intenzione di darmi il culo?

Artur mette da parte ogni inibizione che possa ancora esistere e in una torsione del corpo si mette dietro la “ninfetta” e la lascia cadere a quattro zampe, dicendo:

– Ogni tanto ho anche il piacere di leccarti il ​​culo.

Mentre Artur si dilettava a leccare e succhiare quel culo vergine, Simone sapeva che ci sarebbe voluto qualcosa di più che sputarle nel culo, quindi afferrò il tubetto di lubrificante e disse ad Artur:

– Aspetta amore mio, facciamolo bene affinché “lei” non soffra.

Poi Simone stessa copre le pieghe della “ragazza” e anche il cazzo che presto prenderà il sopravvento su questa zucca.

Con tutto molto ben lubrificato, Artur fa scivolare il suo cazzo in quel solco che desidera tanto, ma prima di inserirlo inserisce un dito, poi due, finché Carla non si sente a suo agio con qualcosa nel culo. Sentendo la “ragazza” rilassata, Artur toglie le dita e le preme contro il sesso, forzando leggermente l’ingresso. Carla provava un certo disagio e si lamentava:

– Vacci piano, fa male.

– Rilassati, figlia mia, disse a Simone.

Con cura e pazienza, Artur lo infilò in quel culo vergine e presto fu tutto dentro la “ragazza”, che ora gemeva e si contorceva come una cagna in calore. Artur comincia a camminare da una parte all’altra e Carla dice:

– Oh che brava mamma, che bello dare il culo, lascerai che Artur mi mangi tutto il tempo?

– Quando vuoi mia “figlia”.

L’insolito di tutto ciò ha reso Artur incapace di sopportare di trattenerlo a lungo e presto ha versato il suo seme su quel culo da leccarsi i baffi. I tre si sdraiano scambiandosi carezze finché Simone non dice ad Artur:

– Grazie mille amore mio, per essere così affettuoso con mia “figlia”.

Carla tiene il viso della madre con entrambe le mani, la bacia e dice:

– E tu mamma, grazie mille per aver condiviso il tuo uomo con me.

Artur sorrise, li abbracciò entrambi e disse:

– In realtà sono l’uomo più felice del mondo, ora ho due puttane a casa.

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