Il mio capo sexy – Storie erotiche

di | 18 de Novembre, 2023

Mi chiamo Talita, ho 42 anni, ho la pelle chiara, gli occhi castano scuro, le labbra carnose, il seno piccolo e sodo e il sedere carnoso.
Sono sposata da 20 anni, mio ​​marito è super sexy ma sono ancora interessata a qualcuno al di fuori del matrimonio. Lui non lo sa, quindi ecco la mia storia.
Lavoro in un’officina meccanica, gli uomini camminano tutto il giorno.
Guardo qui, guardo là, ma quello che mi interessa veramente è il mio capo.
30 anni, fisico ben fatto, braccia forti, bocca carina e sposata.

Impazzisco quando lo vedo, le mie mutandine sono bagnate per tanta eccitazione, per la voglia di essere scopata a quattro zampe e ricevere delle gran belle botte.
Un giorno si è messo al volante di una moto, si è tolto il casco, è sceso dalla moto e mi ha detto:
Ciao Talita!
Ho detto Ciao Leo.
Lo guardai profondamente negli occhi e istintivamente mi passai la lingua sulle labbra.
Mi guardò e mi fece un sorriso malizioso.
Per la prima volta vidi nel suo comportamento la possibilità di uno scherzo.
All’ora di pranzo i nostri colleghi tornavano a casa per pranzo ed eravamo solo noi due in officina, tutto andava come volevo, io guardavo dal mio tavolo, dopo circa 10 minuti se ne sono andati tutti, sono venuti a parlare. o meglio ancora, avvicinati.
È venuto a prendermi la mano, a lisciarla, a chiacchierare, quando non ho tolto la mano e si è accorto che ero troppo codardo per dargliela, mi ha trascinato al negozio, mi ha succhiato le tette, mi ha messo la mano nella pantaloni, ha infilato il suo dito nella mia figa ed è stato così bello, ero così arrapato, ho passato così tanti mesi a desiderare quest’uomo e sono venuta sulla sua mano mentre mi baciava e succhiava il seno.
Mi ha girato verso il muro, mi ha abbassato i pantaloni e ha cominciato a slacciarsi la cintura, già gemevo solo pensando a questo grosso cazzo duro che entrava nella mia figa, un fuoco, una voglia matta per quest’uomo.
All’improvviso sentimmo suonare il campanello mentre qualcuno entrava, si ricompose velocemente e uscì per vedere chi fosse.
Era un cliente.
Era attento al cliente.
Mi sono ricomposto e mentre lui indirizzava il cliente dall’altra parte del negozio, sono tornato alla mia scrivania e ho provato a lavorare come se nulla fosse successo.
Quando erano le 13 mio marito venne a prendermi per il pranzo come faceva tutti i giorni, tornai a casa e gli offrii un dolcetto pensando al capo per alleviare l’eccitazione che ancora vibrava dentro di me.
E mai più con il capo, almeno fino ad oggi non ci sono stati colpi ma sono un pazzo a dargliele.
Spero che la mia storia vi piaccia, è un fatto vero.

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