Gli inquilini del Seu Abelardo II

di | 12 de Dicembre, 2022

Tutto andava bene nella vita di Abelardo; tutti i loro immobili erano affittati a buoni affittuari, tranne quello che era stato lasciato libero con la partenza di Ermelinda; Si, purtroppo, la pensionata piena di amore per il dono ha deciso di andare a vivere in campagna con una vecchia amica anche lei pensionata, cioè single e apparentemente coinvolta in una “lotta con i ragni”! Nonostante sia rimasta sorpresa dalla partenza di Ermelinda, che ha insistito per portarla al capolinea degli autobus con la sua macchina, il suo interesse era quello di trovare un nuovo inquilino per la proprietà.

Fu allora che apparve una donna di nome Elvira, divorziata e madre di una figlia di nome Virginia; La madre era sulla cinquantina, anche se non lo dimostrava con il suo corpo esuberante che voleva valorizzare con abiti attillati e arditi, mettendo in risalto i suoi seni e il suo sedere formoso, coronato da un viso dalle labbra larghe e mezzo tondo. lunghi capelli neri; la ragazza aveva circa vent’anni, un tipo minuto con occhi d’angelo maliziosi, capelli tinti di biondo e un viso delicato, oltre ad avere un corpo sinuoso.

Sebbene le donne separate, a quel tempo, non godessero di una buona reputazione, quello che interessava ad Abelardo era sapere se aveva le risorse per pagare l’affitto… quello contava! È stata una trattativa semplice e veloce con Elvira che si è trasferita pochi giorni dopo. Tutto sembrava calmo con la calma pre-tempesta che presto si scatenò quando il proprietario notò un movimento di uomini che entravano e uscivano dall’abitazione di Elvira, soprattutto quando lei era assente come direttrice di un negozio di abbigliamento femminile. .

È chiaro che gli altri vicini non ci hanno prestato la dovuta attenzione, tra l’altro perché la maggior parte di loro aveva la coda legata a una specie di troia o perversione che preferivano tenere sotto il mantello del segreto, ma per Abelardo sì. Sembrava un insulto che meritava di essere rigorosamente corretto. Osservò che la routine era sempre la stessa: Virginia tornava da scuola e poco dopo l’ora di pranzo cominciavano le “visite”; Erano sempre giovani che entravano in paese travestiti cercando qualcosa fino a raggiungere la porta della casa della ragazza; si guardarono intorno, bussarono, si aprì ed entrarono; Circa quaranta minuti dopo, il ragazzo è uscito con l’aria di un allegro goffo che rideva tra sé.

Un giorno, quando vide che Virginia tornava da scuola, Abelardo aspettò una decina di minuti e andò a chiamare a casa. “Salve, signor Abelardo! Va bene anche? È accaduto qualcosa? chiese piano la ragazza con il broncio.

-Vedremo! – rispose, già spingendo la porta come il suo corpo ed entrando in casa con aria ribelle – Ehi, puttana spudorata, stai cercando di trasformare la casa in un bordello? Ottenere quei barboni così!.

-Il! Mi dispiace, Seu Abelardo – disse con un tono di finta innocenza – Senti, per favore non dirlo a mia madre, ok? Mi ucciderà se scopre…

-Sai una cosa, puttanella? “Cosa diavolo stai facendo qui?” interruppe l’uomo con enfasi.

-Oh, è solo per guadagnare qualche spicciolo! “Sono scolari… ma ascolta, gli sto succhiando il cazzo!” Questo è tutto!

Abelardo non sapeva come reagire sentendo quelle parole; se da una parte la ragazza meritava una bastonata così, dall’altra sembrava un’innocente…, ma appariva soltanto. “Oh, certo! Fai schifo e vieni pagato? Tutto qui?”, insistette, volendo ascoltare la confessione di Virginia.

-Si Certamente! Dammi una bella somma di denaro e me lo tengo – rispose alzando il viso con un’espressione maliziosa – Ma come ho detto… succhiamelo e basta… la mia figa è ancora nella zucca! Dopotutto, anche se pagassero, non lo accetterei!

Improvvisamente calò il silenzio tra loro e Abelardo si scoprì eccitato dall’affermazione della ragazza di esserne uscito illeso, con mille pensieri osceni che gli attraversavano la mente. “Se mantieni il mio segreto, ti preparo un bel ciuccio sulla cintura!” Cosa ne pensi ? chiese Virginia, rompendo il silenzio mentre apriva un’espressione facciale molto sfacciata.

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-Dev’essere in pista! … rispose Abelardo cercando di sbottonarsi i pantaloni e tirar fuori il suo cazzo già duro.

Immediatamente, gli occhi di Virginia brillarono quando vide l’arnese spesso e duro del proprietario che aspettava la sua piccola bocca; Con un’espressione di sconsiderata avidità, Virginia si inginocchiò e tenne il bastone, sentendone la rigidità e anche le dimensioni prima di addentare fino a sentire lo sfioramento del glande contro la sua glottide, lasciando Abelardo impazzito dall’emozione. Poco dopo la ragazza sputò il membro, iniziando un susseguirsi di leccate che si alternavano a profonde succhiate mentre Virginia usava le mani per trattenere il membro e massaggiare anche i testicoli.

Poco dopo, avvolse il glande tra le labbra, stringendolo dolcemente mentre masturbava il membro con entrambe le mani; Abelardo si sentiva le gambe tremare, tanta era la maestria con cui Virgínia eseguiva questa molestia orale, dimostrando che non solo sapeva come si faceva ma che ne aveva l’attitudine. E così il pompino ben fatto della ragazza continuò finché Abelardo non riuscì più a controllare il suo impulso, notando che stava per venire. Virginia alzò lo sguardo con un’espressione che indicava che non aveva remore a prendere il carico di sperma in bocca.

Abelardo alors tenu la tête de Virginia et l’a frappée à quelques reprises jusqu’à ce qu’un spasme accompagnato de contractions musculaires mette fin au délire con il sujet ejaculant abbondantemente dans la bouche de Virginia, qui réussit à ritenere toute la charge inside ; Abelardo indietreggiò barcollando vedendo la sua asta flaccida pendere dalla forza di gravità e stillante ancora qualche goccia di seme. E rimase stupito nel guardare il viso di Virginia, che aprì la bocca mostrando la massa biancastra dentro prima di inghiottirla con un’espressione di orgoglio.

– Allora, siamo risolti? Non dirlo a mia madre, ok? chiese la ragazza, avvolgendosi un morbido asciugamano intorno alla bocca.

– Finora sì! – rispose Abelardo, che si stava rimettendo comodo, chiudendosi i pantaloni – ma di’ ai bambini di stare attenti e di non stare qui… entra, paga, tu stai allattando e loro se ne vanno…

-Cosa vuoi dire, per ora? Virginia lo interruppe, desiderando maggiori informazioni.

-Andiamo ragazza! Pensi che rimarrà lì? – rispose con tono indignato – Di altri accordi parleremo dopo!

Senza attendere la risposta di Virginia, Abelardo le voltò le spalle e uscì di casa; Mentre camminava, cominciò a pensare a quanto potesse essere vantaggioso per lui questo fatto con la madre di Virginia. Non sapeva ancora come, ma presto avrebbe scoperto come usarlo per sedurre sua madre. E nei giorni che seguirono Abelardo non si lasciò sfuggire l’occasione di andare in cerca di Virginia perché gli pagasse la decima quotidiana del suo silenzio, cosa che la giovane, dapprima, fece volentieri; e con il passare del tempo, lei stessa attendeva con ansia l’ora in cui Abelardo sarebbe apparso pronto a ricevere il suo cibo quotidiano.

Allo stesso tempo, una conversazione nel bar portoghese ha attirato la sua attenzione; Era un pomeriggio soleggiato quando ha sentito una discussione tesa tra il proprietario del locale e un ragazzo noto nella zona per essere un chiacchierone di nome Chicão.

– Ti dico, Portogallo! “Quella signora… quella Elvira è una puttana!” Non è solo chayote in montagna!

“Ehi amico, come ne sei così sicuro?” “Non puoi venire qui nel mio stabilimento e parlare male degli altri senza prove… amico!

“Credimi, ragazza portoghese testarda,” insistette Chicão, insistendo ancora sulle sue parole, “ti dico che è una puttana che dà tutto per soldi!”

In quel momento, il proprietario del bar decide di porre fine ai sofismi di Chicão, che rimane recalcitrante nelle sue parole; Curioso di saperne di più, Abelardo chiamò l’individuo e gli offrì una cachaça, volendo che rovesciasse il lucignolo; e non era che Chicão espirava volontariamente!

– Ecco il punto, dottore – iniziò lentamente – Elvira è una cattiva! Una puttana che vende per soldi! Lavoro vicinissimo al negozio di abbigliamento che lei gestisce e ogni giorno, puntualmente, chiude il negozio finché un uomo non le si avvicina e la porta in questo fatiscente alberghetto vicino al viadotto… eccola. la mattina presto e poi a casa!

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“E perché sei così sicuro che lo faccia per soldi?” volle sapere Abelardo, incapace di contenere la sua curiosità. Potrebbe essere solo qualcuno con cui hai una relazione…

– Negativo, dottore! “Non è lo stesso uomo!” lo interruppe Chicão, compiaciuto. Ogni volta è diverso… a volte c’è chi arriva in macchina e se ne va in fretta! Te lo dico, dottore… quella donna è una puttana!

Armato di queste informazioni, Abelardo invitò Chicão a una birra e se ne andò pieno di idee in testa. E tutti si chiedevano come rintracciare la strana puttana! Arrivato a casa, il pensionato fece la doccia e si cambiò; Salì in macchina e si diresse verso il negozio che gestiva Elvira. Ha atteso pazientemente la fine della giornata, e la prima conferma della storia ascoltata nel bar in Portogallo è arrivata non appena la giornata lavorativa è terminata. Elvira salutò il personale e, con l’aiuto di un giovane, chiuse le porte d’acciaio, aspettando qualcosa. Anche Abelardo attendeva con impazienza lo sviluppo degli eventi; pochi minuti dopo tutto si rivelò quando un uomo vestito con una certa eleganza si avvicinò a Elvira che lo salutò

Si scambiarono baci sulle guance e si baciarono, iniziarono a camminare per la strada verso il detto albergo menzionato da Chicão; Conoscendo la regione, Abelardo ha preso il comando ed è riuscito a parcheggiare molto vicino alla piazza, in attesa di vedere cosa sarebbe successo dopo. Dopo un po’ apparve la coppia ed entrò nell’albergo con i passi frettolosi di chi non vuole essere visto o notato. Abelardo guardò il quadrante del suo orologio da polso e sospirò sgomento, poiché l’attesa sarebbe stata lunga. Afferrò il suo fidato thermos e, tazza di metallo in mano, si versò una generosa dose di caffè preparato in anticipo per quella campanella.

Passarono più o meno tre ore e Abelardo si era quasi addormentato quando si accorse che la coppia stava uscendo dall’albergo; Andarono nell’angolo dove l’uomo salutò Elvira con baci più formali, scomparendo nella notte e lasciandola sola. Questa era l’occasione di cui aveva bisogno per avvicinarsi.

-Sente! Il tuo Abelardo? Cosa stai facendo qui? – Che cosa ? chiese Elvira con tono sorpreso quando sentì il saluto del suo padrone.

-Penso che dovrei farle questa domanda, non crede?- rispose con un tono che rasentava l’ironia -lei lavora molto, signora Elvira… ma la prego venga con me… ho la macchina e voglio prenderlo.

Elvira era molto riluttante ad accettare l’invito, ma si arrese davanti allo sguardo intimidatorio di Abelardo che saliva in macchina. “Wow, signorina Elvira! Sapere che sei una troia mi ha lasciato senza parole! Come puoi? Una bella donna! È per i soldi? Questo è tutto ? “Il pensionato interroga con tono acido e con sguardo feroce. Elvira abbassò la testa e ben presto si udirono i suoi singhiozzi sfociati in copiosi pianti, che fecero molto male ad Abelardo per le parole che aveva usato.

-Non è così, signor Abelardo! – rispose con tono strozzato, deglutendo i singhiozzi che interrompevano ancora il suo discorso – Tutto è cominciato perché sono una donna insaziabile! Mi sono sempre piaciuti i maschi! Fin da giovane amavo avere un cazzo dentro di me… ecco il motivo della mia separazione! Mio marito non sopportava quello che aveva in casa e mi chiamava frivola e puttana… così ci siamo separati…

Ma allora… perché tutto questo sul diventare una prostituta? – Che cosa ? lo interruppe, insistendo sulla sua domanda originaria.

-All’inizio non era per i soldi! “Era solo per soddisfare il mio desiderio femminile… finché un uomo mi ha offerto dei soldi e io… ho accettato!” E ora non posso farne a meno! So che è sbagliato, ma ne ho bisogno! Non i soldi, ma una bella scopata!

Ci fu poi un silenzio quasi sepolcrale all’interno del veicolo dove solo gli sguardi si scambiavano messaggi trasmessi. Abelardo si sentì un po’ male, ma quel volto di donna bisognosa e quel corpo dalle forme esuberanti parlarono più forte e con un gesto istintivo accarezzò il viso di Elvira e poi la attirò a sé, cercando le labbra della femmina. Fu un bacio davvero intenso e lungo che si trasformò rapidamente in una serie di carezze e palpeggiamenti. Elvira non ci mise molto a mostrare il suo lato più offensivo, aprendo i calzoni di Abelardo alla ricerca del suo membro, che già trovava duro e palpitante; Abelardo quasi impazzì quando la donna lo prese in bocca, cominciando a succhiarlo con immensa voracità.

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Poco più di mezz’ora dopo, la coppia occupava una delle stanze di questo stesso albergo decadente, spogliandosi con gesti di follia e ingaggiando un colossale combattimento carnale; Abelardo tout de suite ha aggredito le sei succulente di Elvira, segandole con le loro condutture e suçant i loro mammelloni durante, provocando una sequenza di delirante gemissements della femmina, che è tour était incaricata di manipolare il membro dur, sedendo le loro dimensioni e la sua forza. .

Abelardo cercò subito di farsi strada attraverso il corpo della compagna finché la vulva calda e bagnata fu a portata della sua bocca, permettendogli di assaporarla in modo incommensurabile, innescando una marcia frenetica di orgasmi che scossero il corpo della donna facendola tremare e urlare in estasi. tale. era la voluttà del piacere goduto. Scesero a un calzino nove quasi fradicio in cui entrambi assaporarono i loro sapori senza esitazione, innaffiati da gemiti, sospiri e urla quasi impazzite.

Improvvisamente, Elvira adotta la posizione di un chiot, agitant sa croupe de manière taquine vers le mâle avec le membre en érection qui vint alors vers ella, poussant entre la chatte inondée jusqu’à ce qu’il se retrauve à la transpercer d’ only una spinta ; Elvira lanciò un urlo allucinato, implorando Abelardo di non perdere tempo a perseguire il suo attacco. “Shock! Colpisci quel cazzo forte nella mia figa! Compralo come merita una puttana! balbettò, quasi furiosamente. Abelardo cercò subito di assecondare la richiesta della compagna, sferrando incessanti spinte pelviche ogni volta più rapide e profonde, estraendo più seme dalla femmina che godeva tanto.

Improvvisamente, Elvira ha gettato il sedere contro il bacino del compagno, costringendolo a uscire da lei; Con felina agile e astuta, gli venne sopra, strofinando la fica sul membro palpitante, poi cominciò a tenerlo con una mano per condurlo alla sua tana; Elvira iniziò a vestire i panni di un’abile cavallerizza, salendo e scendendo dall’albero maestro di Abelardo, dedicandosi a camminare da una parte all’altra.

-Oh! Che fottuto uomo! Vieni a fottermi il culo, va bene? esalò la femmina con espressione livida, osservando lo sguardo attonito del suo compagno a una richiesta così insolita.

Non perse tempo tornando alla pecorina aspettando l’assalto che seguì in un attacco a sorpresa con Abelardo che spinse più volte finché riuscì a fare il buco con il suo palpitante intruso avanzando con più colpi ripristinando un’ampia penetrazione, strappando e strappando dal sigillo. anale che è stato celebrato dalla coppia tra urla deliranti che annunciavano orgasmi più veementi.

Un urlo rauco accompagnato da uno spasmo conclude la performance del maschio che eiacula a fiotti, allagando l’ano della compagna; sollevò subito lo stelo di una mezza bomba per godersi lo spettacolo dell’orifizio allargato che continuava a contrarsi. “Merda, Abelardo! Nessun uomo mi ha mai fatto venire così tanto! esclamò Elvira quando il suo respiro tornò regolare. Abelardo si vantava silenziosamente con un tocco di virile arroganza.

Mentre riposava con la sua compagna, baciandogli il viso e carezzando il membro la cui flaccidità rifiutava di manifestarsi, Abelardo si rallegrava della conquista della madre e della figlia il cui destino era ormai nelle sue mani. E da quel giorno godeva di entrambi ogni volta che ne sentiva il bisogno, il che, nel caso di un uomo assetato come lui, non ammetteva pause né assenze.

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