cibo fatto in casa

di | 12 de Dicembre, 2022

– Hanno detto che guarisci a casa. discreto, senza grilli. Devo pagare ora?

– Meglio non credi?

– È la mia prima volta. Un amico mi ha indirizzato a te.

– Capisco, non devi essere nervoso. Faccio quello che vuole la signora.

– Voglio pieno. Potrebbe essere?

– Perfetto, è quello che mi piace di più.

– Immagino, così giovane nel fiore degli anni. Ormoni lassù. Ma sono il tipo che ti piace? iuuuu emoziona, una vecchietta, una vecchietta come me?

– Il tipo che preferisco.

– Giurate le donne della mia età!

– Non sei quella vecchia Mariza, una corona sottile.

– Dubito che non ti piaccia una ragazza così. Allora ho guardato questa foto immaginando i genitori di questa ragazza se la vedessero così…

I bellissimi occhi di questa ragazza, blu, viso angelico, seno perfetto, ma in bocca… Mio Dio! Ragazze di oggi…

Doveva essere, per ingoiare la testa di un gallo, nero, grosso. Non so dove sta andando questo mondo. Immagina se avessi una figlia e vedessi una sua foto così… Che stronza! Un sacco di gente sta filmando la ragazza che fa… Con quello sguardo bellissimo.

Mio Dio!

Non avevo mai visto un pene, solo dopo essermi sposato non l’ho nemmeno visto, ho sentito solo gli effetti di quello che mi ha fatto Antunes. Dolore, dolore lancinante, ho passato giorni seduto su un fianco, camminando come una zampa… Ah ah!

Sono andato a vederlo solo qualche tempo dopo, avvizzito e brutto, è stato dopo aver capito come cresceva. Nessuno ha spiegato queste cose in quel momento.

Cresciuto fino a non essere più brutto, meno brutto, ma era ancora ridicolo stare in equilibrio in mezzo al corpo di un uomo, ancora più Antunes, con quella faccia seria.

I bambini sono arrivati ​​e mi sono abituato a perdere quando Antunes non mi cercava. Mi sono persino sentito geloso, chiedendomi dove avesse piantato il gambo. Sporco, aveva solo una faccia seria, praticamente il delinquente si è fottuto le ragazze degli studi, tutte, per anni.

E pensavo che fosse colpa mia, che non mi prendevo cura di me stesso, che la cosa non mi piaceva… Ma mi piaceva, mi mancava, mi masturbavo. I sogni più sfrenati, pochi con Antunes, la maggior parte erano con altri: artisti, amici, mariti di mie amiche…

Ma quello che tornava di tanto in tanto era di uno zio defunto. Un uomo con uno chignon, magnifico, mi sono masturbato la prima volta per colpa sua. È il primo che vedo senza maglietta, senza maglietta. Non ce la facevo quella notte in camera da letto, mi faceva prudere, desiderare, anche senza capire quanto goffamente mi stesse toccando. Ho fatto quello che mi diceva il mio corpo, fino a quando ho scoperto dove mi sentivo meglio.

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È stato grazie a questo ragazzo che ho avuto il mio primo vero orgasmo. Lo trovai bello, con un petto grosso, il sorriso di un uomo sicuro di sé, i bei baffi dell’epoca, e le puttane più grosse.

– Questo è quello che voglio oggi. Tutte le puttane.

– Tutto?

– La puttana… Tutto questo.

– E tuo marito, cosa gli è successo?

– Antunes è morto. Tre anni fa, il cuore, tanta merda, ragazzine e sigarette accorciavano la vita. Ed ero così, vedovo e vecchio. Quota per succhiare il dito.

– Va bene, preferisco quelli che hanno bisogno, sono i migliori.

– Sarà? Ah Gilberto! Mi sento una scolaretta. Una vergine, posso gestirti?

– Non è quello che volevi? Non è quello per cui hai pagato?

– Quindi spegnilo, fammi vedere… Il tuo è così grande? Nero come quello della foto?

– Va bene così? Prendilo, senti il ​​peso.

– Nostro! Fantastico… Disgustoso… Posso prenderlo tutto?

– Apri la bocca e assaggialo. Annusa il gustoso, solo la testa, avvolgila con la lingua.

– C’è una sostanza appiccicosa, un piccolo assaggio, ti piace, tesoro?

– Dai la colpa alla tua bomba. Ora succhia… Ingoia, sssssssoooo, ancora un po’. Lascia che ti penetri, quella bella boccuccia che hai, eh. Voglio conoscerti… Tutta Mariza.

– Il! È così spesso che non ci sta, ragazzo. Non sopporto.

– Ingoia la testa, pensa a tuo zio. Immagina di succhiargli il cazzo. Mostragli come lo faresti, pensa al cazzo di tuo zio e succhia, succhia, mostragli quanto sei intelligente. La nipote cattiva Il cucciolo arrapato

– Aaannhhh!! Uuuunnnnnmmmmffffff!! Ooooonhhh!!

– Mmmm, meraviglioso, lascia che il cazzo di Gil ti fotta la gola Mariza! Ingoialo, così… Puttanella, che corona, puttanella Marizaaaa!

– Uuuuummm!! AAAAAAA! Caspita, quella saliva scorre così tanto, sul tuo cazzo Gilberto. Ti ho deluso così.

– Quindi dai un morso alla faccia di Mariza. Prende un pestaggio con un bastone. Gira, gira quella fottuta testa. Regolare.

– Aaaaa… Uuuuhhhh!! Aaaaiii… Che così non ce la faccio, è troppo per me! Dannazione, non farmi impazzire! Abbastanza da mordere deliziosamente. Amo, amo Gilberto. Ti voglio dentro di me ora.

– Primo spettacolo, vedono con niente.

– Quindi? È questo che vuoi vedere? I seni di Marizinha? Prima che fossero più belli, più belli, peccato che i defunti non se ne approfittassero mai.

– Passa lo scrub, nel mezzo.

– Così? Che caldo Gilberto, melassa, aaahhh!! Sto impazzendo Gil, pazzo che mi stai prendendo in giro giovanotto.

– Quindi girati, tieniti le spalle e ti accoltello.

– Imprecare! Pierce Marizinha con questo… Così grosso. Così nero… Pieno! Tutto combacia?

– Non è quello che hai chiesto?

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– CI SONO ! Baciami prima e ti lascerò stare con me.

– Resta a letto a quattro zampe e ti tolgo il vestito.

– Cos’è? Sono così brutto, non ti piace? Mi sono rasato per stasera.

– Bellezza, gioia, culo. PRENDILO! Prendi una corona di tapas, so che ti piace.

– AAAiiiiii!! Ne ho bisogno… Lascerà tracce.

– Sta a te ricordarti di me.

– Non ce n’è bisogno E adesso?

– Togli la mano e te lo faccio vedere.

– Hai intenzione di incollare tutto? L’intera pergamena, tutta yyyyyyyyyyyyyyyy. Aaaaaiiiiii Gillbeeertooo!! Aaaah!!

– Che figa calda Mariza, che figa deliziosa. Delizioso. Prendi, prendi…

– Non entrare con tutto, non entrare molto divertentennduuuu!! Caceteeeee giiiiillll giiiill figlio mio.

– Ecco, zia, prendi tutto. So che la tua figa è necessaria. Così a lungo, niente cazzo, niente fottuta sborra calda e appiccicosa che ti colava addosso, hmmm? Parla di prelibatezza, dimmi se non la vuoi?

– Sarà piena di gala, si bagnerà la figa, il minnnnhhaaaa… Aaaiiiiii, aaaiiiiii, aaaiiiiii.

– E se fosse lui lo stronzo, eh? In fondo a questo bel culo che ha Madame?

– Posso, posso gestirlo, posso gestire te?

– Apri con le mani, mostra, mostra a questo bel coglione che hai Mariza. Fammi vedere. Fammi vedere, più, più cagna!

– Così? È così?

– Bel culo, perfetto culo da donna, pronto a ricevere cazzi. Non è quello che hai sempre voluto, prendere il cazzo di tuo zio sexy?

– Ops! Cosa stai facendo, cosa stai passando?

– Il mio dito, bagnato. Delizioso vero? Senti il ​​movimento del dito qui, muoviti così. Apri, apri per me.

– Mio Dio! Dito!!

– Solo la punta, rilassati, rilassa le pieghe per adattarsi a tutto.

– Mi complimento Gilbertoooo, ci vediamo dopo!! Tipo!!

– Esatto, Mariza, mordi il dito di Gilzinho, mostra quanta fame hai, la fame ti pizzica il culo, eh?

– Non so se sopporterò Gilberto, è così maleducato, così maleducato!

– Scuoti le verdure Mariza, siririca con forza, metti quelle dita nella tua figa. Masturbati, fammi vedere come ti tocchi ragazza.

– Aaaanh!! Non lo so… Aaaaanhhhh! Putzzz aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

– Mettilo lì, mettilo lì, mettilo in profondità, donna. Brucia, punge deliziosamente, quella tua bella fighetta.

– I think sooooooooouuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu…

– Allora ti meriti un cazzo nel culo. Si merita la verga di Gil. Pronto a riempire la signora di sperma. Che ne dici? Tu vieni nella tua figa e io ti mangio il culo. Quel culo pieno di merda bianca.

– Oh, fa molto caldo, è la testa, vero?

– Alla porta, pronto per entrare, hmmm? Non lo vuoi, eh? Non ho mai sognato un grosso cazzo nel culo. In fondo, molto duro, molto spesso. Quindi sommamente delizioso…

– Ai ai aiiiieee… È solo la testa e il resto?

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– Hai fame, donna? È finita qui, wow! Che culo Mariza, che culo stretto. Sento le tue pieghe aperte. Il culo si piega di una corona calda come te.

– Aaaaiiiiii… Gesuuuuuss!! Aaaaaiiiiii garooootuuuuu. Non farmi questo…

– La zia è una delizia. Culo delizioso Mariza, il culo perfetto. E perdi l’opportunità di averlo caldo, appiccicoso con la crema di Gil. Sono contento che tu abbia chiesto a Gil di fotterti il ​​culo, te ne innamorerai, vorrai sempre darglielo.

– Dare cosa ragazzo?

– Quel culo, quel culo delizioso. È per renderti dipendente, ragazza.

– Aiii Gillll, si allarga, si apre. Viene fuori la melassa, cos’è, cosa mi stai facendo?

– È l’amore di Gil, ne è rimasto poco per riempire quel culetto di crema. Questo cremoso, questo cremoso, hummm!!! Ehi??

– Beh, riempi, riempi il culo a Marizaaa!! Entope, ensoooopaaaaaa!! Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa Wow, è troppo Gilberto!!! Aaaah!!

– Lo sentivi sputare dentro di te, Mariza mi stava facendo impazzire, non doveva essere così tanto.

– Ho sentito, ho sentito il tuo battito dentro di me. Non è mai stato così. Era molto, quel ragazzo.

– era tutto. Ora spegnilo, fammi vedere una goccia.

– Far cadere ? Ho bisogno di questo!!

– So che ti piacerà. Lasciarlo andare. Perfetto.

– Lo vorresti? Così? E cosa hai intenzione di fare?

– Mettilo dentro di te, così, qui. Qui, nella piccola bocca, in mezzo alla tua figa. Riempilo di crema, così, proprio in mezzo a te… Hmmmm, che caldo, Mariza, sei ancora in fiamme, bambina mia.

– Oh Gil, non farlo, non farmi tornare!! Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa Basta, non ce la faccio!!

– Dai Mariza, che deliziosa fica femminile, non sembra nemmeno una fica a corona. Che spreco di buona carne.

– AAAAAiiiiiiaaaaahhh!! Uuummmmmhhh! Miuuu!

– Urla, urla. Mi piace sentire le mie cime urlare come puttane.

– Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa Wow!! Oh!! Oh! Lui viene!

– Sei molto bella, Marisa. Un gatto delizioso. Merita anche un bacio.

– Non farlo Gilberto, non farlo. Meuuuu… Aaaahhh… Che lingua… Aaaiii non farlo, non farlo, faaaaaiiiizzzz. AAAhhh, Gil, basta, basta… Ufffaa! Nostro.

– Peccato, bagnati le cosce.

– Ti ho bagnato la faccia ragazzo. Beh, hanno detto che tu… eri insaziabile. Non ci è voluto molto.

– Ma è per questo che mi hai pagato, giusto?

– Ho finito.

– Abbiamo ancora un’ora. Questo è ciò su cui eravamo d’accordo.

– Basta, ora ho bisogno di una doccia. Non parli nemmeno.

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