Cazzo nel parcheggio dell’università

di | 22 de Giugno, 2023

Ciao, ho 20 anni e studio giurisprudenza. Non dirò quale università, perché rischierebbe, né dirò il suo nome, perché è sposata e tipo “samaritana”, senza dubbio. La chiamerò Flavia.

È un tipo magro, ha 27 anni, ed è una ragazza minuta, elegante, seno piccolo, natiche molto rotonde, la felicità di una donna! Biondo miele, occhi verdi, pelle chiara con quei capelli biondi che fanno impazzire qualsiasi uomo adulto.

Fino a metà corso Flávia era quasi laureata, si limitava sempre a salutarmi, ma ogni tanto, credo senza intenzione reciproca, formavamo un gruppo, non solo studenti, ma anche amici, dove siamo sempre insieme.

Poi ci siamo conosciuti meglio, sono andato anche a casa sua, ho conosciuto suo marito ed era la mia ragazza, abbiamo fatto feste, ecc. Ma col tempo siamo diventati confidenti e lei mi ha confessato che il suo matrimonio non andava molto bene, dato che suo marito cominciava a essere geloso della posizione che lei cominciava a raggiungere. Era solo un cameriere. Lo infastidiva e ne soffriva.

Una volta siamo rimasti fino a tardi all’università perché avevamo partecipato a una conferenza, il resto del personale era già partito e anche se casa sua era un po’ più lontana dalla mia, mi sono offerto di accompagnarla a casa perché era tardi. Ha esitato, mi ha detto che aveva paura della reazione di suo marito e io le ho detto che nessuno doveva sapere di questo semplice viaggio. Ma il suo stupido marito ha messo un corno sulla testa di un cavallo, perché fino ad allora non avevamo problemi.

Il parcheggio era deserto, la mia macchina era lontana e quando sono salita Flávia si è messa a piangere, come sempre. Ha detto che non capiva perché suo marito stesse facendo questo, che avrebbe preferito che prendesse un autobus piuttosto che viaggiare con me, rischiando anche di essere aggredito o altro. Ho cercato di minimizzare la situazione finché non ha detto qualcosa che non aveva mai detto prima.

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Mi disse che aveva solo lui come uomo, e che si era sposato molto presto, privandosi di tante cose e che gli sarebbe piaciuto tornare indietro nel tempo per aver fatto cose che oggi non potrebbe fare. Le ho chiesto sarcasticamente cosa, per esempio, e lei ha detto che avrebbe voluto fare sesso con altre persone. Per fare, per esempio, quello che gli ho detto, quello che faccio con la mia ragazza. Dicendo che ogni volta che lo diceva, continuava a immaginare come sarebbe stato, perché suo marito era limitato a mamma e papà.

Poi mi sono molto emozionato, ho messo su un suono di buon auspicio per l’occasione, e lei mi ha confessato che era già attratta da me, ma che non avrebbe avuto il coraggio di tradirlo. Appoggiata a lei le dissi che anch’io l’avevo sempre considerata bella, ma che non l’avrei mai cantata per rispetto.

Fu allora che, con mia grande sorpresa, mi disse che era stufa di essere rispettata e mi baciò con uno di quei baci ansimanti e vertiginosi. Si vestiva da dirigente, alle lezioni universitarie, io impazzivo, le sbottonavo la camicetta e notavo quelle tette minuscole, con i capezzoli a punta, me ne innamoravo perdutamente, succhiarle la faceva impazzire, tirava i miei capelli e lui mi ha bruscamente tolto la giacca, mi ha morso il petto e allo stesso tempo mi ha slacciato la cintura, mi ha slacciato e massaggiato il cazzo.

Questa donna seria si è trasformata in una vera troia e ha ingoiato velocemente il mio cazzo, non aveva esperienza in questo campo, quindi ha graffiato la mia amica con i denti, le ho chiesto di farlo con più amore e ha imparato velocemente. Le ho versato tutta la merda in bocca e lei, non sapendo cosa fare, ha preso la mia sborra tra i denti e l’ha sputata fuori dalla macchina. Poi è stato il mio turno, le ho tolto delicatamente le mutandine, ho colto quell’inconfondibile odore di figa e sono caduta con la lingua. Non avevo mai visto una donna così sensibile come lei, quindi ne approfittai, lei gemette forte e mise il mio viso tra le sue gambe, che premevano contro il mio collo, finché non la sentii tutta bagnata e lasciai uscire quel gemito di sollievo. . Così ho ricominciato a baciarla e quando sono andata a prendere il preservativo dal vano portaoggetti mi ha chiesto se era pulito. Ho detto di sì, ha detto che prendeva la pillola e “in un momento come questo non potevo fare a meno di stare sotto la pelle.

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Fatto e fatto, ho sbattuto il mio paletto in quella caverna pelosa e l’ho posseduta come un animale, lei ha urlato, mi ha artigliato, mi ha morso le labbra. La sua testa sbatteva contro il lunotto posteriore dell’auto, con tanta forza che mi sono addossata al suo corpo. Siamo presto arrivati ​​e sono crollato sopra il mio amico.

Le ho detto di andare al motel, perché quella sera suo marito era di guardia, ma non era possibile perché doveva ancora andare a prendere la figlia dalla madre.

Poi siamo partiti e Flávia mi ha chiesto di accompagnarla a un isolato da casa sua e mi ha pregato di dimenticare tutto. Penso che ci fosse un senso di colpa. Ma lei continuava a ringraziarmi per averle dato la miglior scopata della sua vita (parole sue).

L’altro giorno all’università mi ha detto che era impossibile dimenticare quello che è successo e perché gli è piaciuto così tanto che ha voluto rifarlo. Mi è piaciuto molto, quando siamo partiti siamo andati al motel e lì abbiamo giurato che nessuno dei nostri amici comuni o nessun altro lo avrebbe mai saputo. Fino ad oggi ci siamo nascosti e non si sono mai accorti di niente. Ma manca una cosa, non ti ho ancora fottuto il culo. Lì ha detto che nessuno mette la verga.

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