Calda cugina e zia perversa visitano la parte 2

di | 12 de Luglio, 2023

La mattina dopo mi sono alzato presto e sono andato in palestra nel palazzo, anche durante la pandemia i miei esercizi sono ancora aggiornati. Quando sono tornata a casa le ragazze dormivano ancora e sono andata subito a farmi una doccia, sono andata in bagno e automaticamente, perché vivo da sola, ho lasciato la porta solo chiusa e non chiusa. Mi stavo facendo una bella doccia finché mi sono accorta che c’era qualcuno alla porta del bagno che mi guardava, senza sapere chi fosse e senza mostrare di aver notato la persona, ho iniziato a massaggiarmi il cazzo. Questa sensazione di avere una di queste bellezze che mi guardava mi ha dato un’erezione, quindi in un secondo ho avuto un’erezione. Cominciai a masturbarmi molto lentamente e facendo dei piccoli gemiti notai che la porta del bagno si apriva un po’ di più. All’improvviso, apro la porta della scatola per vedere chi fosse. ovviamente me lo aspettavo

per vedere Aninha, ma lì con un seno di fuori, le mutandine abbassate a metà coscia e con i mignoli sull’attaccapanni c’era Marta. Cercò rapidamente di vestirsi e camuffarsi e chiuse la porta. Contemporaneamente ho chiuso la doccia e sono uscito dal bagno avvolto in un asciugamano, sono passato davanti alla camera da letto dove si trovavano loro e ho visto che Aninha dormiva ancora, quindi sono andato in cucina. Era seduta al tavolo davanti alla porta, con indosso solo la biancheria intima e una canotta, la testa china e le mani sul viso. Sono andato da lei per parlarle, ma lei è andata avanti:
– Marta: Paulinho, mi dispiace… io… non ho niente da dire, mi dispiace!
– Io: calmati zia, va tutto bene – mettendoti una mano sulla spalla – so che tuo zio ti deve mancare, scusa anche a me, non avrei dovuto disturbarti così.
– Marta: E non avrei dovuto farlo. Ti avevo detto di non giocare con il fuoco…

– Io: Rilassati zia, voglio solo che ti fidi di me. Sono qui se hai bisogno di qualcosa – dissi mettendo il mio cazzo ancora duro sotto l’asciugamano e abbassando la mano sul suo petto.
– Marta: Paulinho, fermati! – disse senza farmi il minimo cenno di fermarmi.
– Io: sai… mi è piaciuto molto quello che ho visto ieri sera e ora in bagno, posso guardarlo di nuovo? – Appena ho finito di parlare, le ho dato una stretta più forte e lei ha emesso un profondo sospiro.
– Marta: Non dirmi che ti ecciti per una vecchietta?!?! – disse, girando il viso verso il mio cazzo che ora le sfiorava la spalla sotto l’asciugamano.
– Io: non lo so zia… dimmelo tu!
Ho gettato da parte l’asciugamano e il mio cazzo gli è andato a sbattere contro il braccio e parte del petto come un piede di porco.
– Marta: Wow, Paulinho… era tanto che non vedevo un cazzo così duro per me…
Le infilai la mano sotto la camicia e le tirai entrambi i seni. Quel capezzolo rosa duro e rivolto in avanti mi stava facendo impazzire!
Io: Porta mia zia…
Ben presto lo prese in una mano e iniziò a masturbarsi molto lentamente. Gemetti e strinsi i suoi seni ancora più forte. Ha iniziato a spingere più velocemente ora e con un po’ meno imbarazzo, quindi gli ho messo una mano dietro il collo e ho spinto contro il mio cazzo.
Io: Succhialo zia, succhialo bene.

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Senza dire altro si voltò e cominciò a succhiare, appoggiando solo una volta la testina e io che andavo più a fondo nell’altra. Spinsi la sua testa contro il mio palo e lei ansimò cercando di spremere tutto. L’ho tirata a me ora per i capelli, ho abbassato ancora di più la testa e le ho messo l’altra mano sotto la gola, poi ho iniziato a scopare quella piccola bocca birichina, dapprima leggermente, ma poi le ho spinto tutti i miei 7 pollici in gola e lei sbavava. e soffocato. Glielo tolsi dalla bocca e glielo misi tra i seni. e cominciò a fare uno spagnolo. Quelle tette erano così morbide. Li ha premuti contro il mio cazzo e si è masturbata mentre la sua piccola bocca succhiava la testolina. Stava quasi venendo così le ho chiesto di alzarsi e metterla sul tavolo. Mi chinai e le tirai di lato le mutandine, poi cominciai a succhiare. Questa bambina aveva una dolcezza che non dimenticherò mai… le ho succhiato il grilinho e le ho messo due dita nella figa e lei mi ha tirato la testa chiedendone ancora…
– Marta: Succhiami, cazzo, succhiami bene, ci sono quasi… – Intensificavo i movimenti con la lingua e acceleravo le dita.
– Marta: Fa schifo, fa schifo, accidenti fa schifo. AAAWWWWWWWW – Ha emesso un forte gemito e io ho esitato, preoccupato che Ana avesse sentito qualcosa, ma lei mi ha tirato la testa e mi ha stretto le orecchie con le gambe mentre tremavo dappertutto.
Mi sono alzato e l’ho baciata, dandole un assaggio del suo stesso miele, che è delizioso. Dopo un po’ ho messo tutto dentro, dando un forte affondo e lei gemeva e mi graffiava. Mio Dio, adoro essere graffiato. Ho speronato profondamente in quella piccola fica e ogni volta che l’ho inserita ho emesso un gemito.
– Marta: A fondo, a fondo! Ottieni tutto! Oh che pezzo delizioso!
– Io: vuoi un po’ di cazzo, eh puttana? Ti fotterò finché non ce la farai più!
– Marta: Sì, CAZZO VAI, CAZZO RICO SPINGO!
Ho immediatamente tirato fuori il mio cazzo e l’ho tolto dal tavolo. Si appoggiò al lavandino e io la seguii.
– Marta: Scopami di più, VOGLIO DI PIÙ! – Ha messo il petto nel lavandino e ha spalancato la figa.
Ho spazzolato un po’ la sua grata e ho rimesso tutto a posto. Si gettò contro il mio cazzo e gemette mentre spingevo forte, schioccandole il sedere. Lui la colpì forte, tirandole indietro i capelli. Non ce la facevo più, ho annunciato che sarebbe venuta e non si è fermata,
– Marta: Cazzo, cazzo, cazzo dentro di me!
Accelerai le spinte, tirandole più forte i capelli e stringendole il petto con l’altra mano. Le ho rovesciato addosso. Continuava a gemere ea rimbalzare sul mio cazzo.
Sentimmo aprirsi la porta della camera di Aninha e ci preparammo velocemente. Per fortuna è andato dritto in bagno.
– Marta: Dannazione Paulinho, che cazzo ricco!
– Io: Grazie zia!
– Marta: Non devo nemmeno dire che mia figlia non può nemmeno sognarlo, vero?
– Io: Certo mia zia, lascia perdere!
Ci siamo preparati e sono andato a fare un’altra doccia nella mia stanza.

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Il resto della giornata è stato tranquillo, penso che uno avesse paura che l’altro si insospettisse ed entrambi hanno deciso di smetterla di infastidirsi a vicenda. Beh, a parte Aninha, che dimenava il culetto vivace ogni volta che mi passava accanto.
La mattina dopo sono tornato a fare i miei esercizi nella palestra del palazzo. Mi stavo stirando con le cuffie quando è apparsa Aninha, vestita con micro pantaloncini rosa e un top bianco, che mi guardava con una faccia sfacciata.
– Io: Senti, hai deciso di alzarti presto oggi?
– Ana: Sì, oggi mi sono svegliata eccitata e sono venuta a vedere se ti stavi davvero allenando o se ti stavi semplicemente sedendo per riposare.
– Io: Ahh, quindi pensi di seguire il mio allenamento?
– Ana: Certo, da dove cominciare?
Abbiamo iniziato a fare stretching ea fare qualche minuto sulla bici. Le ho asciugato le gambe con la mia faccia dura e non le importava. Poi siamo andati allo squat e ovviamente sono rimasto dietro di lei strofinando il mio cazzo mezzo pompato su tutto il suo piccolo sedere, che lei ha strofinato con gusto mentre mi guardava da dietro. Siamo andati alla sedia push-up. Era sdraiata sulla pancia e io ero in piedi di fronte a lei. Non appena ha iniziato a fare esercizio, ho iniziato a massaggiarle le natiche, tirandola più vicina e stringendola, sentendola salire più in alto ad ogni movimento.
– Ana: Allora distraimi, insegnante!
– Io: rimani concentrato sull’esercizio, fa parte dell’allenamento.
– Ana: Ahh sì, certo!
Ho continuato a massaggiarle il culo, questa volta le ho passato la mano sulla figa, lei ha iniziato a gemere dolcemente e ad esercitarsi sempre meno. Il mio cazzo stava già pulsando davanti a lei, così lei lo tirò fuori e cominciò a succhiarlo, lo succhiò caldo, mettendolo quasi tutto in bocca, poi aprì il culo con le mani.
– Ana: ho finito il mio esercizio! – Disse tenendomi il cazzo e alzandosi in piedi.
– Io: Bene, ora passiamo alla panca piana.
Si sdraiò sotto il dispositivo e cominciò a fare il movimento. Le sono rimasto accanto per aiutarla le prime volte, poi le ho infilato la mano nelle mutandine e ho cominciato a masturbarla.
– Ana: Oh Paulinho, che esercizio fantastico! – Si è fermato e ha cominciato a masturbarmi, sempre sdraiato, con una mano.
Stavo già morendo dalla voglia di mangiarlo, ma ho lasciato che lo scherzo prendesse piede. Sono andato dietro di lei, vicino alla sua testa e le ho messo il cazzo in bocca. Ero sdraiato sullo stomaco e ingoiavo sempre di più il mio cazzo. L’ho messo nella sua piccola bocca e lei si è soffocata tutta, fermandosi più volte per respirare. Ho visto il mio cazzo scenderle in gola creando un volume nel suo collo, quindi l’ho tirato fuori.
– Io: Bene, tocca a me!
Ho regolato i pesi e mi sono sdraiato per fare l’esercizio, ma prima che iniziassi, lei mi è saltata addosso e ha iniziato a strofinare la figa contro il mio cazzo dentro i pantaloncini. Lo tolse, tirò i pantaloncini di lato e li fece scivolare dentro di lei.
– Ana: Ora non puoi scappare da me, mi mangerai molto bene!
Rimase seduto finché non ce la fece più, iniziò lentamente ma presto rimbalzò sulle mie ginocchia senza paura. Lei gemette forte e io le coprii la bocca con la mano. L’ho afferrata per le costole e l’ho lasciata sospesa in aria senza toglierle il cazzo dalla figa. Era molto leggera. (Era qualcosa che faceva per rendere più facile per lui andare in giro, ecco il suggerimento.) Si contorceva e gemeva costantemente.
Mi sono alzato con lei tra le braccia e l’ho lanciata su una palla da ginnastica. Rimase in camera da letto appoggiandosi a lei e sollevando il suo delizioso culo.
– Ana: Sei stanca di scopare la figa del tuo cuginetto?
– Io: ora che vedrai com’è farsi scopare!
Sono andato in profondità in lei appoggiandomi sulla schiena, in questo modo è rimasta ferma sulla palla e ho calciato più a fondo in lei.
– Ana: Sì, dannazione, dannazione. SCOPAMI DI PIÙ!
– Io: Oh, quella figa stretta! Sali su!
– Io: Sì, alzati! Verrò, verrò!
– Ana: Approfitta della mia piccola bocca, vuoi?
L’ho tirata giù e lei si è inginocchiata e ha iniziato a succhiarmi senza sosta. Le ho dato la prima sborrata in bocca, ma poi l’ho tirata fuori e gliel’ho schizzata su tutto il viso. Mi sono coperto le guance, le labbra e gli occhi.
– Ana: Oh, che polvere deliziosa!
– Io: pensi che io abbia finito? Torna qui, piccola puttana!
Gli ho dato un calcio sulla palla e ho iniziato a imbrattargli il culo.
– Ana: Hai intenzione di mangiarmi il culo Paulinho? È vergine, stai attento, ok?
– Io: Puoi lasciar perdere, Aninha, abbasserò solo la testa.
Le ho strofinato il cazzo sul culo e lei ha sbattuto le palpebre. Le ho messo un po’ di più nella figa per renderla più arrapata e rilassata, prendendo il suo miele e spingendoglielo su per il culo. Ho provato a infilare la testa dentro ma stavo urlando dal dolore.
– Ana: Oh merda, fa male
– Io: Rilassati amore mio, ci siamo quasi.
Entrai con un po’ più di grazia ed entrai, ma all’improvviso sentimmo una voce arrabbiata…
– Marta: COSA C’È??????????

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