Amici che giocano nella stanza 02

di | 1 de Dicembre, 2023

Ciao, sono di nuovo io Drake, sono di nuovo qui e accetto richieste per raccontare la seconda parte della mia storia. Ebbene, io sono alto 1,72 e peso 70 kg, sono castano chiaro con occhi e capelli castano scuro, ho un fisico atletico, perché pratico diversi sport. La mia età è 26 anni, il mio amico ha circa 20 anni, la mia taglia è 1,60, il mio peso è intorno ai 50 kg, ho il viso di un piccolo angelo, i miei capelli scuri e i miei occhi castani sono come i miei capelli, i nostri somme sono dell’aldilà . un momento .
Bene, se stai leggendo questa storia, ti consiglio di leggere prima la prima parte.

Dai…
Dopo i nostri giochi siamo andati a fare la doccia, siamo entrati nella doccia, gli ho chiesto se potevo mettergli il sapone sulla schiena e lui ha detto di sì. Ho iniziato a insaponarlo, ho chiuso la doccia perché volevo lasciare tutto bianco con la schiuma. Mi ha voltato le spalle e le ho applicato il sapone, il mio cazzo ha iniziato a diventare duro di nuovo, le ho fatto passare la mano tra le gambe, lei sentiva ancora il mio sperma che le scorreva lungo il culo e la coscia. L’ho abbracciato, mettendo il mio cazzo duro contro il suo culo. Gli ho passato le mani sul petto e sulla pancia e quando sono sceso ho visto che il suo cazzo era duro, non è molto grande, sembra il mio, ma qualche centimetro più piccolo, una testa di fungo rossa con vene prominenti e un po’ più magro. della mia. Ho tenuto il suo cazzo e ho insaponato lui e le sue palle, ho sentito un timido gemito provenire da lui così gli ho sussurrato all’orecchio.
– Sembra che a qualcuno piaccia farsi il bagno, per me è molto difficile.
– Come se neanche tu fossi duro
Ridiamo insieme. Ho messo il mio cazzo tra le sue gambe e lui se l’è accarezzato sotto le palle, gemendo molto piano. Si gira e mi guarda e mi prende il sapone dalla mano, comincia ad applicarlo sul mio corpo, lisciandolo e ammirandolo. Mentre mi insaponavo, ho commentato ogni parte che c’era. Mi ha attraversato il petto e ha detto:
– Amico, sei molto carino, guarda quella pancia, e ci ho passato sopra la mano con nostalgia. Mi ha stretto la coscia e ha detto: “Ho sempre desiderato stringerti la coscia”. Volevo avere delle cosce grosse così. Poi ha afferrato il mio cazzo, ci ha passato sopra la mano, mi ha tenuto le palle e le ha massaggiate come se fossero qualcosa di fragile, masturbandomi dolcemente e parlando.
– Wow fratello, il tuo cazzo è molto grosso, guardalo.
– Nessun fratello
– Sì, non posso credere che mi sia entrato tutto dentro.
– E anche tutto quello che c’è nella tua boccuccia.
– E’ vero ahahah
Poi mi guarda, tenendomi ancora il cazzo, e dice:
– Devo ammettere, fratello, che ho sempre sentito tensione in te.
– Perché non hai mai detto nulla né provato nulla?
– Ho paura amico, non lo so… non sono gay, ma ho una cotta per te e mi è piaciuto molto oggi.
– Fratello Rilassati, non preoccuparti e goditi la giornata.
Lui ha lasciato andare il mio cazzo, si è avvicinato a me e mi ha baciato sulla bocca, ho avuto paura, ma ho risposto e siamo rimasti lì a baciarci. Le due tazze di sapone provano risentimento, così si appoggiano alla mia spalla e restano lì, immobili.
– Che succede, amico? ho chiesto
– Niente, abbracciami e basta fratello, ho solo paura che tutto questo finisca o che mi sveglierò e sarà solo un sogno o qualcosa di peggio.
– Quello?
– Non sei più mio amico o lo sai… Quando torneremo non lo faremo mai più.
– E vuoi ricominciare? Più volte?
– Sarebbe meraviglioso
– Lo capisco, ma concentriamoci sull’oggi e godiamoci il momento presente.
– Va bene
Ha aperto la doccia e ci siamo lavati via il sapone dal corpo. Poi si china e si inginocchia davanti a me guardandomi, mi tiene le palle con cura come se fossero un bene prezioso, io lo guardo e mi tengo il cazzo. Lo applico sulle sue labbra, lasciandole rosa e lucenti con la mia nebbia. Si lecca le labbra e le morde con eccitazione, allora lo schiaffeggio, lui si morde di nuovo le labbra involontariamente. Mi accarezza le palle, mi toglie la mano dal cazzo e lo tiene stretto, tira fuori tutta la testa e inizia a far scorrere la lingua sulla punta trascurata, poi inizia a succhiare la testa molto lentamente. Con quello in bocca si passa la lingua, mentre fa così, con l’altra mano si masturba, lo vedo mettergli la mano sotto le palle e infilargli il mignolo nel culo, mentre lui ci mette il mignolo. Vedo che il suo cazzo si stava sollevando per l’eccitazione e la sua bocca mi stava succhiando più forte. Gli afferro forte i capelli e costringo la sua testa a ingoiare tutto il mio cazzo, lui soffoca e io lo lascio andare.
– Mi dispiace, ho detto.
– Ok, imparerò senza affogare, ma è stato divertente. Posso chiederti una cosa?
– Forse si
– Mi stai venendo in bocca?
Sembro spaventato e incredulo e dico?
– Solo se lo ingoi tutto.
– Mi ci è voluto un po’, questo è esattamente quello che voglio.
– Che cattiva, sei diventata davvero una piccola puttana.
– Sono la tua puttanella, fratello, solo tua.
Mi succhia forte, il mio desiderio aumenta e lui continua a parlare
– Ti piace, ragazzo? Dimmi chi è la tua puttanella?
– dico delirante, Tu sei la mia puttanella biricchina e il tuo culo è solo mio
Lui geme di soddisfazione, quindi non riesco a controllarmi e inizio a venirgli in bocca (non pensavo di venire così tanto visto che siamo venuti qualche tempo fa), ma è stata una bella sborrata e non potevo prendi tutto e lascialo scorrere. Poi mi lecca le palle fino alla punta della mia testolina deliziosa e dice:
– Ummm, la tua merda è deliziosa, pensavo che mi avrebbe disgustato, ma l’ho adorato.
– Cavolo, mi tremano le gambe, sei sicuro di non aver mai succhiato nessuno?
– No. Risponde con orgoglio.
– Mi hai fatto venire così in fretta, piccolo pompino birichino.
– Non so niente ahahah
– C’è solo una cosa
– Quello? mi guarda spaventato
– Non hai preso tutto
– Ma… fratello, esce spesso.
– Talpa, non lo voglio neanche sapere, adesso ci sarà la punizione. E lo guardo con una brutta faccia
– Sono fregato, disse.
– Lo è davvero, letteralmente e rido.
Ridiamo, allora lo metto contro il muro, gli premo la faccia contro le piastrelle, gli allargo le gambe con le mie e gli prendo una mano in una delle mie. Con l’altra mano comincio a colpire quel culetto liscio, piccolo e magro, lui geme ad ogni schiaffo, ad ogni schiaffo strofina il cazzo contro il muro eccitandosi sempre di più. Premo tutto il mio corpo contro il suo, lo schiaccio contro il muro freddo e gli sussurro all’orecchio:
– Di chi è questo culo qui? e lo schiaffeggio
– Mio
– Quello? E gli do uno schiaffo più forte
– Da mamma
Colpisco più forte e parlo
– Di chi è questo culo rosso?
– È tuo, stupido bastardo mangia-culi. Stai zitto e mangiami delizioso
– Mi vuoi ancora dentro di te?
– Sì
Ha spinto il culo contro il mio cazzo sempre più forte, sono sceso e le ho allargato il culo e ho visto quel piccolo buco rosa che mi faceva l’occhiolino. Ho iniziato a leccargli il culo e allo stesso tempo a masturbarlo, ho fatto scorrere il dito sulla punta del suo cazzo e l’ho coperto con la sua figa e gli ho infilato il dito nel culo mentre lo segavo. Lui gemette e disse:
– Lascia stare, mettitelo velocemente e vengo
– Hai intenzione di venire? Ha un sapore così buono?
– Mettilo, per favore.
Poi quando ho visto che stava per venire, ho interrotto tutto, gli ho dato uno schiaffo e gli ho sussurrato all’orecchio:
– Sono andato, vado al parco, vieni presto così non arriviamo tardi.
-No fratello, non essere così cattivo con me.
– Era la tua punizione per non aver ingoiato tutto il mio latte. E se ne va ridendo
Lo sento chiudere la doccia e parlare ad alta voce.
– DANNAZIONE.
E lo sento dire più piano:
– Maledetto bastardo, che tensione del cazzo.
Esce dal bagno ancora arrapato, io mi ero già cambiata (era solo costume e pantaloncini), lo guardo e dico:
– Wow fratello, ragazzo arrapato, chi ti ha fatto così? (ironicamente)
– Vai all’inferno
– ahahah, ma so che lo ami
– Maledizione, ti amo davvero, stupido. Adesso divertiamoci al parco.
– Dai, di notte sei mio.
– Promettere?
– Hmmmm, ti è piaciuto, te lo prometto.
Quindi siamo partiti e siamo andati al parco per divertirci un po’.

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