Il cornuto più felice del mondo.

di | 19 de Ottobre, 2023

Peixoto, tassista di buon carattere, era considerato dai colleghi, dai clienti e dalla famiglia un uomo calmo e corretto. Grande appassionato di Formula 1, anche dopo la morte di Senna: non perse mai una gara. Aveva già poco più di 40 anni – capelli grigi, pelle scura mista a solchi – e tre figlie della stessa ultima moglie, Ana, con la quale era sposato da 12 anni.

Il problema di Peixoto non erano i soldi: aveva una vasta clientela, lavorava in un quartiere ricco, punto invidiato da altri nella sua professione. Le ragazze non erano un problema, non molto. Scuola, intrattenimento, medicine… Potrebbero pagare tutto. Ana aiutava molto in casa e talvolta organizzava feste per guadagnare qualche soldo in più: era una buona compagna, madre e moglie. In breve, avevano una vita familiare pacifica (molti direbbero “beata”).

Ma Peixoto non era bravo con la pelle. Durante gli ultimi 12 anni della sua vita, Ana, una bruna snella dai marcati lineamenti nativi, che ora ha 35 anni, non sa più quale sia il massimo del piacere con un uomo. Inoltre vede poca rigidità maschile: molto meno di quanto vorrebbe. Coltiva ricordi lontani e sempre più fugaci del suo breve periodo di celibato prima di Peixoto, quando dormiva con molti altri uomini. E conserva questi duri ricordi di momenti, nomi – e orgasmi – spesso nei suoi bagni solitari, seduta su un autobus… O quando fa sesso con suo marito. In quei momenti ti permetti di provare un senso di colpa, molto piccolo rispetto all’incandescenza. Il suo corpo indiano giaceva con il suo uomo; ma appena chiuse gli occhi, il suo pensiero si volse agli altri e diede fuoco al letto per loro, non per sé.

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E così la vita della coppia prosegue nel cammino verso un altro anniversario comune: lei, chiusa nei suoi segreti, apre la sua intimità e presenta nomi e sensazioni del passato; Lui, completamente alienato dalle sue incapacità interiori – e dal modo in cui queste influenzavano sua moglie – conduceva la sua vita con un sorriso sul volto e la Ferrari in testa, protetto dalla strana pietà dell’ignoranza.

Forse era, in un certo senso, il cornuto più felice del mondo.

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